Sembra un nuovo termine incomprensibile, un nuovo gioco di parole, una nuova specialità esotica…fatto sta che il Kepurp esiste davvero ed è una ricetta italiana al 100%, per la precisione napoletana DOC.
Di recente invenzione, viene proposto come la risposta napoletana al kebab, il famoso involtino di carne, salse e spezie che già da molti anni ha invaso tutte le città e le tavole d’Italia.
Anche il nome, non a caso, riecheggia l’arabo kebab ma non nasconde la paternità partenopea in quanto, nella lingua locale, il polpo si dice o’purpo.
Il Kepurp è l’idea geniale di uno chef napoletano, Ciro Salatiello, cuoco ufficiale della Società Sportiva Calcio Napoli, il quale ha ben pensato di creare una variante originale al medio – orientale kebab, sostituendo alla carne un ottimo ingrediente di mare, il polpo verace.
L’idea è tanto semplice quanto geniale: si prepara l’insalata di polpo verace e la si condisce con insalata e limone solo che poi la si presenta nella forma cilindrica tipica del kebab, con lo spiedo posizionato al centro. Al momento di servirlo lo si taglia come il classico kebab e lo si mette in un panino cosicché possa essere gustato durante una tranquilla passeggiata tra le vie della città.
Con queste caratteristiche, il kepurp si accinge ad essere il piatto candidato a diventare una fresca e divertente idea estiva per lo street food partenopeo. Più leggero dell’esotico kebab e sicuramente più adatto al panorama della città di Napoli, sarà sicuramente un’originalissima variante culinaria molto gradita ed apprezzata.
Indice dell'articolo
Kepurp: la ricetta per prepararlo in casa
Si tratta di un modo del tutto originale di servire il polpo, un piatto semplice, un solo ingrediente di base, il polpo verace in insalata, servito però in un modo del tutto speciale: affettato proprio come fosse un kebab.
Il kepurp, per la sua freschezza e semplicità, è un piatto molto versatile e può essere servito come antipasto ma è anche ideale come fresco aperitivo estivo. Il piatto, in apparenza complesso è facilissimo da preparare anche in casa per stupire i propri ospiti.
La ricetta del Kepurp
Ingredienti:
1, 5 kg di polpo eviscerato (uno di grosse dimensioni o più polpi piccoli)
1 bottiglia di plastica da 1,5 L
Sale q.b.
Procedimento:
Coprire il polpo con acqua fredda e lasciarlo cuocere per circa 40 minuti, aggiungere quindi il sale e terminare la cottura per altri 5 – 10 minuti.
Lasciar raffreddare il polpo nell’acqua di cottura.
Nel frattempo preparare la bottiglia tagliandone la parte curva superiore.
Scolare quindi il polpo e, possibilmente senza tagliarlo in pezzi, inserirlo delicatamente nella bottiglia pressandolo ed avendo cura di non lasciare spazi.
Praticare dei fori sul fondo e sui lati della bottiglia in modo tale da consentire all’acqua restante di fuoriuscire completamente. Meglio sarebbe mettere un peso sulla bottiglia per pressare ulteriormente il polpo e mantenerlo in pressione.
Riporre la bottiglia in frigo e lasciarla raffreddare per tutta la nottata. In alternativa si può surgelare e scongelare all’occorrenza prima di servire.
Il giorno dopo estrarre il polpo dalla bottiglia. La gelatina naturalmente presente nel polpo consentirà che, una volta estratto dalla bottiglia, mantenga la sua forma cilindrica.
Ottenuto il cilindro di polpo potrà essere servito in varie maniere. Si potrà affettarlo a fettine sottili (magari con l’affettatrice) come se fosse una soppressata oppure tagliarlo in verticale ottenendo degli “straccetti” simili, appunto, al kebab… ed ecco pronto il Kepurp!
Il polpo, una volta tagliato, potrà essere condito a piacere come si condisce il normale polpo all’insalata. Si suggerisce un cucchiaio di olio rigorosamente extravergine di oliva ed una spruzzata di succo di limone.
Buon appetito!
Piccoli consigli …
Croce e delizia di chi ama la cucina di mare. C’è chi non osa cucinarlo perché immagina chissà quali insidie. Chi ogni tanto lo ha fatto, ma sudando sette camicie. Chi comunque preferisce ordinarlo solo al ristorante o in gastronomia. Chi infine lo cucina almeno una volta alla settimana e ha sfatato uno dopo l’altro i miti che ne circondano scelta e cottura.
Sui tentacoli del polpo, quale che sia la sua dimensione, dalle gigantesche piovre ai piccoli polpetti, ci sono sempre 2 file di ventose. Se ce ne è una sola vi stanno vendendo un moscardino o comunque un mollusco di qualità inferiore, meno saporito e meno tenero. A proposito di tenerezza, non demonizzate polpi congelati e decongelati: il freddo ha sulle fibre del mollusco lo stesso effetto della battitura, ovvero le spezza, rendendo le carni più morbide. Detto questo, ovvio che il fresco acquistato dal vostro pescivendolo di fiducia è imbattibile.
Altro consiglio: “O purp’ se coce dint’ all’acqua soje”. Non serve tuffarlo in un silos di acqua bollente, né fare operazioni di magia come scottare tre volte i tentacoli o aggiungere il famigerato tappo sughero che, come è noto, era un espediente usato dai polpari nei mercati per “pescare” i molluschi cotti nei calderoni in cui sobbollivano. E mi direte: ma allora i polpari cuocevano in tanta acqua! Vero, ma avevano anche l’esigenza di tenere in caldo e di non far seccare all’aria la loro mercanzia, che immersa nel brodo di cottura appena fumante restava morbida e succosa.
Marianna Labattaglia
Sitografia: