Marc Bowyer-Briggs crea veri e propri dipinti con il solo utilizzo di fasci luminosi e colorati effetti che forse si vedono solo in presenza di aurore. Scene da sogno, che generano pacatezza, riflessione e sentimenti di trasporto anche fisico.
Si tratta di paesaggi conosciuti ma anche sconosciuti, catturati tramite fotografie ed inondati di fasci luminosi e lucenti di diversa colorazione che rendono queste visioni mozza fiato.
Il periodo della giornata che Marc Bowyer-Briggs preferisce per lavorare ai suoi capolavori è il tramonto, il momento in cui il giorno cede il passo alla notte ma entrambi sostano periodicamente all’orizzonte dandosi il cambio e creando non solo un’affascinante atmosfera ma suggerendo particolari effetti che combaciano perfettamente con i giochi di luce che crea l’artista.
Connubio di sapere scientifico e passione artistica, da questo sono generate le opere di Marc Bowyer-Briggs, la tecnica che viene usata e prettamente personale e prevede l’utilizzo di fili elettroluminescenti e delle cosiddette lunghe esposizioni, queste ultime sono le tecniche più utilizzate dai fotografi legati principalmente al mondo dell’astronomia e che cercano di catturare i mille effetti che derivano dalle corrispondenze astrali. Bisogna precisare che in questo caso stelle, meteoriti e pianeti non c’entrano nulla: il tutto deriva da corrispondenze luminose giustapposte ed artificiali, create unicamente per volontà dell’artista.
Si noti come la maggior parte dei paesaggi scelti sono paesaggi immobili, privi di una caratteristica che li contraddistingua dagli altri e per questo motivo diventano lo scenario cardine delle opere dell’artista inglese. Si tratta quasi sempre di zone appartenenti ad ambienti rupestri, boschivi del Regno Unito, non sono disprezzate anche le ambientazioni urbane più complesse da sfruttare essendo già dotate di una molteplicità di luci artificiali.
Uno degli ultimi sensazionali lavori di Marc Bowyer-Briggs lo ha visto protagonista all’interno del sito di Stonehenge, celeberrimo ritrovamento storico appartenente all’era neolitica, all’interno del quale l’artista ha avuto la possibilità di esprimere le sue doti nel miglio modo possibile.
Atteso il calar del sole i fasci luminosi hanno cominciato a dipanarsi all’interno del territorio circostante l’antica struttura architettonica, ormai conosciuta al mondo intero, le luci si sono distribuite apparentemente in una maniera disordinata ma in realtà era tutto ben organizzato dallo stesso Bowyer-Briggs che in quegli istanti è riuscito a catturare spettacolari incroci di curve luminose, gentili sovrapporsi di onde luminose che si distribuivano intorno ed attraverso i megaliti.
Spesso un cultore dell’Arte preferisce osservarla quando viene creata da qualcun altro riuscendo a trovare in quelle opere qualcosa che forse lo rispecchi, lo corrisponda, ma non bisogna farsi ingannare in quanto le creazioni di Marc Bowyer-Briggs non sono così complicate e di conseguenza accessibili a tutti a patto che si abbia la stessa pazienza e lo stesso estro.
Vincenzo Morrone
Fonti: Focus.it, telegraph.com.uk, scmp.com, escapeintolife.com, http://marcbb.co.uk/