Sebeto: il fiume partenopeo…di memorie

Il Sebeto è un fiume che attraversava Napoli. Scomparso intorno al XIV secolo, esso vive grazie ad alcune testimonianze scritte e visibili nella città.

Napoli e l’acqua

«Dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima. È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant’altro […] è dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui si viaggia è piacere e paura, nemica ed amica, è confine ed infinito è cambiamento e immutabilità ricordo ed oblio.»

(Eraclito da Frammenti VI-V sec. A.C.)

sebetoL’acqua è l’elemento naturale più importante: è alla base di tutte le forme di vita ed è all’origine della vita stessa; il nostro pianeta è coperto dal 70,8% di acqua e il corpo umano è costituito per grandissima parte da acqua. Potremmo dire che senza acqua la vita si fermerebbe…

Sin dall’antichità l’uomo ha compreso l’importanza di questo elemento, dal primo uomo, che vedeva nell’acqua una manifestazione divina, all’uomo contemporaneo, che ha fatto dell’acqua una risorsa. Il tempo ha dato a questo elemento diversi volti e significati, a seconda dell’epoca e della cultura vigente.

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La sacralità dell’acqua

Nell’Antica Roma, all’acqua era associato il culto della fonte dedicata alle Camene, assumendo una funzione curativa. La mitologia greca narra che da Oceano si generarono tutte le sorgenti di acqua. Inoltre, all’acqua sono legati diversi riti di purificazione e fertilità, come in Gambia, dove le donne ancora oggi praticano riti propizi al concepimento immergendosi negli stagni del coccodrillo sacro.

Acqua come principio di vita, fonte di energia divina, protagonista di leggende e pagine affascinanti di letteratura. Ma l’acqua è anche memoria, come ha suggerito il biochimico giapponese Masaru Emoto: dai suoi studi è emerso che, fotografando i cristalli di acqua congelata, essa registra e ricorda le nostre parole ed i nostri sentimenti.

«[…] abbiamo notato che la condizione dell’operatore che esegue la cristallizzazione influisce sul risultato dell’esperimento. Ad esempio la sinfonia numero 40 di Beethoven a me piace tantissimo mentre ad altri operatori può piacere meno. Quindi i cristalli non saranno mai identici, cambiano a seconda della risposta al brano da parte di chi fa l’esperimento.»

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Acqua e Musica, esperimenti di Masaru Emoto

Napoli è una città che conosce bene la potenza e l’importanza dell’acqua. L’elemento dell’acqua fa parte della città fin dalla sua leggendaria fondazione, legata ai miti riguardanti la sirena Partenope, ma ha un particolare rapporto con essa per la sua posizione geografica, che ha permesso di sfruttare il mare come risorsa commerciale. Alcuni corsi d’acqua attraversavano Napoli, permettendo la navigazione interna alla città. In particolare, Neapolis conserva la memoria di un fiume scomparso, intorno al quale si sono costruite numerose leggende…

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La sirena Partenope

Sebeto: dal mito alle testimonianze di un mistero irrisolto

L’origine del fiume Sebeto resta tutt’oggi un mistero irrisolto: scomparso intorno al XIV secolo, il Sebeto scorreva dal Monte Somma, attraverso Casalnuovo, Volla e Ponticelli, per poi diramarsi in due corsi di acqua; il primo sfociava nei pressi di Pizzofalcone, il secondo verso Ponte della Maddalena. Oscura sembra anche la questione sull’etimologia del nome Sebeto. Nel De Regia theca calamaria, Giacomo Martorelli sostiene che Sebeto deriva da Sabat quietus per la tranquillità delle sue acque, in contrasto con l’ipotesi di Bernardo Quaranta, che fa risalire il nome al vocabolo greco Sepeithos “andare con impeto”. Antonio Vetrano nel 1767 ritiene che Sebeto sia il corrispettivo del palestinese Sabato, la fonte degli orti, in riferimento al corso d’acqua che permetteva il raccolto alle campagne circostanti.

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Articolo su ‘Enne’

Si narrano diverse leggende sulla nascita del fiume fantasma: una storia antica ritrae Vesevo e Sebeto impegnati in una lotta tra giganti per conquistare la ninfa Leucopetra, figlia di Nettuno. Un’altra versione di shakespeariano romanticismo narra il grande amore tra Sebeto, ricco proprietario terriero e Megara, la quale morì annegando nelle acque del golfo, durante una passeggiata, trasformandosi in scoglio. Sebeto si sciolse in lacrime di dolore, divenendo un fiume per gettarsi nel mare dove Megara era morta.

Il mito, le storie di trasmissione orale, conoscono numerose varianti tante quante sono le voci che tramandano. Una leggenda che ha una grande diffusione a Napoli narra la contesa amorosa tra Vesevo e Sebeto per la sirena Partenope, che, non volendo scegliere chi amare, decise di gettarsi in mare per trasformarsi in uno dei faraglioni di Capri. Vesevo dalla rabbia diventò il temibile Vesuvio, mentre Sebeto pianse disperatamente fino a creare un fiume.

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L’ira di Vesevo

Sull’esistenza del Sebeto si è spesso dubitato. Tuttavia, il fiume viene menzionato da Licofronte e da Virgilio come luogo presso il quale giaceva la mitica fanciulla Parhenope, che fondò Napoli con il proprio corpo. Virgilio nel settimo libro dell’Eneide (vv.733-736) così scrive:

«Nec tu carminibus nostris indictus abibis,

Oebale, quem generasse Telon Sebethide nympha

fertur, Teleboum Capreas cum regna teneret,

iam senior; […]»

Altra testimonianza nella tradizione latina del Sebeto legato a Napoli proviene da Stazio, che nelle Silvae scrive: «… pulchra tumeat Sebethos alumna», e da Columella il quale, nel De re rustica riferisce «la colta Partenope è bagnata dalla benefica acqua del Sebeto».

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Checchetelli Giuseppe, Il fiume Sebeto, 1841

La memoria dell’acqua è così forte a Napoli che il Sebeto ha lasciato tracce della sua esistenza sparse per il corpo della città. Si narra che anche Petrarca intraprese un viaggio per rintracciare la foce del leggendario fiume. Il ritrovamento di un’epigrafe di epoca romana presso la Porta del Mercato è la conferma che il fiumeè realmente esistito: essa reca l’iscrizione “P. Mevius Eufychus aedicolam restituit Sebetho (P Mvius Eufychus fece ricostrure l’edicola al Sebeto)”, che confermerebbe la presenza del culto dedicato a questo corso d’acqua. Una memoria che tenta di riemergere nel corso degli anni, testimoniata dalla scoperta nel 2009 di un corso d’acqua emerso improvvisamente dal sottosuolo durante gli scavi per la costruzione della piattaforma del TAV a Casalnuovo.

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Il Sebeto riemerso a Casalnuovo

Un fiume di memorie il Sebeto, ricordato anche dalla Fontana del Sebeto fatta erigere dal vicerè Fonseca nel 1635. Sebeto è un vecchio con la barba disteso su di una conchiglia, affiancato da due tritoni con buccine di acqua. La collocazione attuale è dal 1903 in via Partenope; Sebeto si sarebbe finalmente congiunto alla sua amata…

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Fontana del Sebeto

«Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.» (Loren Eiseley)

Giovannina Molaro

Bibliografia:

A. Palumbo – M. Ponticello, Misteri, segreti e storie insolite di Napoli, Newton Compton Editori, 2015

Sitografia:

http://iniziazioneantica.altervista.org/napoli_esoterica/sebeto/fiume_sebeto.htm

http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/intervista-a-masaru-emoto-pace-e-acqua600.php

http://vetusetnovus.blogspot.it/2014/05/il-sebeto-il-fiume-di-napoli.html