“Via col vento” sarà il fiasco più clamoroso della storia di Hollywood (Gary Cooper)
“Via col vento” è uno di quei romanzi che ha fatto la storia. La celeberrima storia d’amore fra Rossella O’Hara e l’affascinante Rhett Butler è entrata nell’immaginario collettivo soprattutto per l’adattamento cinematografico del ’39, diretto da Victor Fleming, che gli valse ben dieci premi Oscar. E dietro la pellicola, magistralmente interpretata da una giovane e carismatica Vivian Leight insieme con una delle star indiscusse del cinema mondiale, Clark Gable, c’è tutto il meticoloso lavoro di una donna che nel giro di tre anni aveva dato vita ad uno dei più grandi romanzi del ‘900: Margaret Mitchell.
Margaret Mitchell: esordio letterario
Nata con una certa predisposizione alla scrittura, la Mitchell vi si dedicò fin da ragazzina, quando all’età di diciassette anni vide pubblicato sull’annuario scolastico del college femminile che frequentava, il Washington Seminar, uno dei suoi primi racconti. Per problemi familiari è costretta a lasciare gli studi, ma nel ’22 viene assunta come giornalista per “l’Atlanta Journal Sunday Magazine“, rivelandosi ben presto una collaboratrice seria e attiva, per conto del quale intervistò anche Rodolfo Valentino, una vera celebrità del cinema muto degli anni venti.
E nonostante la Mitchell avesse davanti a sé una carriera aperta, nel ’26 lascia “Atlanta Journal” per sposare un certo John Marsh. Il matrimonio non pose fine però alla passione letteraria; sono anni, questi, molto intensi, in cui la Mitchell troverà tutto materiale necessario per la stesura di “Via col vento”. Lo scrisse quasi getto, potremmo dire, se si pensa che già nel ’29 era pronto, eppure la scrittrice georgiana non ha intenzione di pubblicarlo. Rossella e Rhett dovettero aspettare il 1936 per il debutto in società.
Ma siamo anche alla fine dei cosiddetti “anni ruggenti”, epoca assai florida per gli Stati Uniti; epoca in cui, sotto la spinta dell’espansionismo industriale, si diffuse quasi il mito, dall’altro lato del mondo, che l’America fosse un porto sicuro in cui si ballava il charleston e non c’erano problemi. Un’epoca d’oro che morì dopo il crollo della borsa. A tal proposito il titolo del romanzo è emblematico, in quanto gone with the wind è un verso di una poesia dell’inglese Ernest Dowson, rappresentante del decadentismo vittoriano.
[..] I have forgot much, Cynara! Gone with the wind [1]
“Via col vento”: una donna simbolo di un intero paese
Sarebbe stato un vero peccato se Margaret Mitchell avesse tenuto nascosta la sua opera, e non importa nemmeno tanto il percome la Macmillan riuscì a convincerla, se è vero che i numeri fanno la differenza, e in questo lei parve eccellere, dato che il romanzo andò letteralmente a ruba, segnando un nuovo record nella storia dell’editoria: 176.000 copie vendute nell’arco di un mese, vincitore del premio Pulitzer, ed ancora oggi il romanzo è letto, anche se pare sempre secondo al film.
La trama è universalmente conosciuta, e perciò il focus di questo articolo sarà principalmente il significato che si cela dietro i personaggi.
Partendo dalla première dame, Rossella O’Hara viene presentata prima come una ragazzina viziata, spesso dispotica, frivola e completamente dipendente dalle cure della sua adorata mami, la schiava- balia che l’aveva vista nascere. Da brava civetta che non è altro, Rossella si circonda di pretendenti per il solo gusto di sentirsi desiderata, ma il suo cuoricino sudista palpita per Ashley Wilkes, che per tutta la storia non esplicita mai se ci sta o meno. Sposa Melania Hamilton, sua cugina, (abitudine di casa Hamilton) ma ha sempre lo sguardo rivolto verso Rossella.
Gli anni della prima giovinezza sono per tutti i più felici; la vita scorre serena e l’atmosfera è quantomai amena per i grandi latifondisti del sud. La minaccia nordista appare loro come una profanazione di quanto avevano di più sacro, e mentre le donne se ne stanno al sicuro, al riparo dalla calura estiva nella penombra delle camere da letto, i loro uomini si riuniscono per parlare di interventismo, l’unica possibilità di salvezza. Un gesto eroico, insomma.
E quando effettivamente scoppia la guerra, avrà un potere pressoché distruttivo. Chi si è salvato dalla lunga scia di morti, vive ormai di stenti. Anche la famiglia di Rossella non se la passa bene, ma sarà proprio questa brutta esperienza a cambiarla, rendendola una donna forte, ma spasmodicamente attaccata al denaro; incurante dell’opinione altrui e con un unico obiettivo: risollevare la sua terra, la sua Tara. Figlia d’Irlanda da parte di padre, la terra è tutto ciò che conta:
Perché questa è la sola cosa al mondo che duri.. e per chiunque ha nelle vene una sola goccia di sangue irlandese, la terra su cui vive è come una madre […]. Chi si sarebbe occupato di Tara se ella moriva? [2]
Assistiamo ad una crescita interiore di un personaggio che lascia il mondo dell’infanzia per confrontarsi col le brutture del mondo. La spensieratezza del passato, Ashley, i giochi e tutti i ricordi felici sono lì, nel suo cuore, ma Rossella deve andare avanti perché dopotutto domani è un altro giorno, un mantra divenuto proverbiale, che rimarca proprio il concetto di continuare a vivere nonostante tutto.
Ciò che non capirà facilmente Rossella, però, è la preziosità di chi le sta intorno, non solo Rhett col sigaro e il cappello sulle ventitré, ma anche di Melania, sua rivale in amore ma unica vera amica, se non una madre.
Rhett Butler è l’anima gemella di Rossella, la sua controparte maschile fatti della stessa pasta. Ma Rossella è talmente cieca e offuscata dall’ossessione per Ashley da non rendersene conto. Entrambi spiriti anticonformisti e votati al proprio benessere, eppure dietro questa maschera di cinismo ci sono due anime che camminano sole, insofferenti di fronte al finto perbenismo che costringe l’intera società.
E Melania, con quella sua disarmante bontà è cosciente di quanto fosse invisa alla sua cara Rossella, e di come tramasse per sottrarle il marito Ashley, un personaggio ambiguo fino alla fine. Melania rappresenta quasi una seconda madre, che guida silenziosamente Rossella alla vita cui era destinata, e solo dopo la sua dipartita, quest’ultima si renderà conto del suo incommensurabile valore.
Romanzo di formazione, dunque? Parrebbe di sì. Ma Rossella simboleggia non solo la maturazione di una donna, ma la rinascita di un intero paese: la Georgia, terra natale di Margaret Mitchell.
Così come una ragazzina si rialza, sconfitta dalla miseria e dalla fame, per rinascere donna, con una personalità ben definita, così la città di Atlanta, la Georgia e perciò l’intero sud si rialzano dopo la distruzione della guerra di secessione americana.
Roberta Fabozzi
Credits photo: google images
Fonti:
[1] Non sum qualis eram bonae sub regno Cynarae, Ernest Dowson
[2] Via col vento, pag. 370