Se ritenete che l’uso di droghe o comunque di sostanze allucinogene sia una prerogativa dell’uomo che, pressato dalla sua vita, decide di evadere dalla realtà, vi sbagliate di grosso. Numerosi studi hanno dimostrato che molti animali fanno uso di sostanze stupefacenti naturali. Che siano sostanze rilassanti, allucinogene o eccitanti, vi è un grande consumo da parte di buona parte del mondo animale. Vediamo allora in che modo se ne fa uso fra le bestie.
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Droghe di origine animale: primati e millepiedi
Una particolare specie di scimmia sudamericana, il cebo cappuccino (Cebus capucinus) è un piccolo primate con una strana propensione per le droghe eccitanti. Essi ricavano la sostanza che agisce sul loro sistema nervoso da una specie di millepiede (Anadenobolus monilicornis) che la secerne dalla pelle. Infatti è stato osservato che queste scimmie raccolgono tali animali, li mordono per poi cospargere il loro corpo con le secrezioni dei millepiedi. Per quanto sia possibile che esse utilizzino queste sostanze come antiparassitario, l’effetto che ha su di loro è di eccitarle a tal punto da farle correre e saltare da un ramo all’altro della foresta. L’effetto dura circa una trentina di minuti e non sono state verificate morti da “overdose”. Si potrebbe definire dunque “un uso responsabile delle droghe”.
Analogamente a quello che succede ai cebo cappuccini in America, anche alcuni lemuri del Madagascar sono soliti utilizzare millepiedi per “drogarsi”. L’effetto però di quest’altra specie di miriapode sui lemuri è di tutt’altro tipo, ovvero gli animali si sentono intorpiditi e rilassati. Il video riassume in pieno la reazione alle droghe naturali di alcuni lemuri (Eulemur macaco).
Pettirosso, uno sballo con le ali
Il pettirosso (Erithacus rubecula) è un piccolo uccellino osservabile anche in Italia che sfrutta i poteri allucinogeni di certe bacche per auto-indursi stati eccitatori e di stordimento. Difatti alcuni stormi di questi uccelli sono soliti fare consumo (probabilmente copiando il comportamento di altri uccelli) delle bacche di una determinata pianta, l’agrifoglio (Ilex aquifolium). Una volta ingurgitato un gran quantitativo di questi frutti, gli uccelli si uniscono in stormi volando confusamente nel cielo, arrivando a sbattere contro qualsiasi oggetto che incontrano. Spesso giacciono a terra in preda alle convulsioni, per poi riprendersi e spiccare il volo. Da questo stato di trans gli uccellini sono in grado di riprendersi senza conseguenze per l’organismo ma l’effettivo pericolo di questa condizione è l’incapacità di controllare l’arrivo di predatori o pericoli. Per alcuni aspetti, i pettirossi sono simili all’uomo che, in stato confusionario, non sa a quali pericoli va incontro.
Da aiutanti di Babbo Natale a fungo-dipendenti
Ebbene sì, le renne (Rangifer tarandus) sono delle abituali consumatrici di funghi allucinogeni. Gli animali infatti, durante i loro lunghi spostamenti migratori, sono soliti ricercare alla base delle betulle che costeggiano la tundra una determinata specie di fungo dalle proprietà eccitatorie, l’Amanita muscaria. Gli animali, dopo essersene nutriti copiosamente, non sono più presenti a loro stessi, presentando un comportamento davvero bizzaro. Iniziano infatti a correre senza una direzione, inclinando la testa da un lato ed isolandosi completamente dal gruppo. Tale stato spesso causa gravi danni in quanto gli animali isolati difficilmente riescono a trovare di nuovo il branco, rimanendo vittima di numerosi predatori quali lupi e orsi, oppure si allontanano dai loro cuccioli, condannandoli a morte certa. Le renne mostrano un lato del loro comportamento che le distacca totalmente dall’idea comune di animale puro che aiuta Babbo Natale durante la notte del Natale.
I tursiopi e il loro “rave party”
È stato osservato che un gruppo di delfini della specie tursiope (Tursiops truncatus), in Sud Africa, è solito drogarsi in gruppo in una maniera a dir poco inusuale. Essi difatti sfruttano le tetradotossine di alcuni pesci palla per indursi stati di calma e di trans. I tursiopi si procacciano queste droghe prendendo per la coda i pesci, i quali gonfiandosi, rilasciano grandi quantità di sostanze nocive. I delfini, una volta assunte, entrano in uno stato catatonico rivolgendosi con l’addome verso la superfice dell’acqua e osservando la luce fra le onde. L’effetto chiaramente dura ben poco e gli animali non vengono danneggiati dalla tossina ma quel che rende tale uso di droghe straordinario è:
- I delfini usano droghe in gruppo, in quanto è l’intero branco ad usare contemporanemente le droghe.
- La totale lucidità degli animali che nonostante la situazione rimangono a fissare la superficie dell’acqua anche dopo che l’effetto sia finito.
Si può dire con buona ragione che i delfini organizzano dei rave party a base di tetradotossine per tranquillizzarsi prima d qualsiasi attività.
Situazione ben diversa da quelle mostrate nell’articolo è quella dell’uomo che, peccando di cupidigia e eccesso, fa un uso smodato di sostanze allucinogene, con grave ripercussioni sulla propria salute e purtroppo anche sulla salute altrui.
Stefano Capodanno