Il bambino che non conosce Dismaland è giustificato. Pur avendo un nome tipicamente assonante e l’aspetto esterno di un parco dei divertimenti, Dismaland è l’ultima sensazionale opera d’arte di uno dei più anonimi ma allo stesso tempo famosi artisti contemporanei: Banksy.
Situato nella località di Weston Super Mare in Inghilterra, negli spazi di un dismesso lido balneare, l’artista di Bristol ha dato vita ad un parco dei NON divertimenti, un parco della critica e della denuncia dove l’unico divertimento accettato è la satira pungente e riflessiva nei confronti del mondo all’interno del quale viviamo e verso il quale sempre più ci conformiamo.
Dismaland, il cui nome rimanda in maniera evidente alla parola Tetro tradotta in inglese Dismal, è una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto dove artisti di tutto il mondo sono stati accolti ed invitati ad esprimere secondo le loro forme d’arte, una considerazione critica della decadenza a cui sta andando incontro l’umanità.
Il paradosso la fa da padrone all’interno di Dismaland, il turista qualunque si aspetta di godere di alcuni servizi all’interno di questi spazi ma invece il disservizio da parte di tutto il personale caratterizza Dismaland. Non si tratta di un vero e proprio abbandono dei visitatori dato che la gestione dei servizi più importanti è portata a compimento, ma anche coloro che fanno parte di quest’opera vivente esprimono il loro dissenso con forme di apatia e noia.
L’altalena di emozioni che si generano passeggiando tra i corridoi fangosi di Dismaland è fuorviante, quando si crede di trovarsi a contatto con un’attrazione piacevole e divertente si scopre invece che non è altro che un artificio di una realtà veramente esistente. Il castello fatato che tanto fatato non è, la carrozza della principessa che in seguito ad un urto si è capovolta ed ha generato la morte della principessa stessa e molti altre installazioni che invitano fortemente a riflettere.
L’osservatore che si trova dinanzi alle opere presenti a Dismaland non è accompagnato dolcemente in un percorso artistico, lineare e semplice da comprendere, ma anzi viene quasi spinto come se si trovasse nella calca di persone che fanno a gara per accaparrarsi il posto in prima fila ad uno dei più importanti spettacoli contemporanei.
Non c’è il piacere o la volontà di scoprire cosa si nasconde dietro ciascuna delle scene che si presentano dato che il timore e l’interrogativo riflessivo prendono il sopravvento, generando confusione, rabbia ed ansia al cospetto di qualcosa che non si è certi di comprendere o forse di voler comprendere essendo consapevoli, tutti, di essere un ingranaggio di quella macchina-mondo in perenne scadenza.
Dismaland è nata dal nulla, nessuno o veramente pochi erano a conoscenza del progetto che stava per realizzare Banksy, il risultato di questa improvvisa apparizione è stato d’effetto, critiche ma ancor più apprezzamenti di vario genere si sono alternati sulle pagine dei giornali mondiali.
La risposta più importante è venuta dal numero dei visitatori, esorbitante rispetto alla capacità contenitiva del parco quotidianamente, tanto che l’ingresso è limitato e concesso solo previa acquisto di un biglietto sul sito internet specificamente inaugurato per l’occasione.
Vincenzo Morrone
Fonti: http://www.wfuv.org/content/banksys-dismaland-living-its-name-ticket-debacle
http://www.dazeddigital.com/artsandculture/article/26020/1/welcome-to-banksy-s-dismaland
http://contentcatnip.com/2015/08/21/dismaland-is-banksys-dangerous-molotov-cocktail-of-pop-culture-rip-offs/