Molte sono le storie, i miti e le leggende legate ad antichi castelli avvolti in oscuri aloni del mistero…un esempio interessante in Italia è quello del castello di Fumone.
Castello di Fumone
Situato sulla sommità dell’omonimo borgo medievale, in provincia di Frosinone, nel cuore di Fiuggi, il castello di Fumone fu edificato tra IX e X secolo ed esternamente presenta un bellissimo giardino pensile quasi in dissonanza con le macabre vicende che in esso si perpetrarono. Nasce come fortezza militare dello Stato Ponteficio nel basso Lazio; il nome rimanda alle fumate che venivano attuate per avvertire la popolazione che il nemico era vicino.
” Quando Fumone fumat, tota campania tremat “
(Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema).
Si racconta che i nemici, resi prigionieri, furono qui murati vivi e qualcuno attesta di sentire ancora le urla disperate degli sventurati. Il castello è anche stato prigione papale, posto in cui la Chiesa torturava gli infedeli con pratiche disumane. E’ qui che fu detenuto anche l’antipapa Gregorio VIII, i cui resti non sono mai pervenuti; e lo stesso Celestino V, il famoso Papa che “fece per viltà il gran rifiuto” ( Dante Alighieri -Inferno, canto III, vv.58-60) il quale si crede essere stato ucciso con un chiodo conficcato nel cranio. La leggenda narra che dinnanzi alla sua cella carceraria si senta ancora, di tanto in tanto, battere colpi alle pareti. Successivamente il castello divenne la residenza di una nobile famiglia fedele e vicina alla Chiesa : la famiglia Longhi, che attualmente vi risiede.
Lo spirito del “ Marchesino “ Francesco Longhi
Il piccolo marchese era un bimbo di soli cinque anni che fu ucciso dalle sorelle per questioni di eredità nel 1800. Secondo la legge vigente all’epoca sulla primogenitura del figlio maschio, a lui sarebbe spettata l’intera eredità, ma le sette sorelle mai rassegnate ai privilegi di Francesco, misero in atto un piano di vendetta cospirato con sottile stratagemma, avvelenando il fratellino con dell’arsenico nel cibo; altra versione è che gli avrebbero messo dei pezzetti di vetro nelle vivande, provocandogli una lenta e dolorosa agonia. Il corpicino del bimbo fu impagliato ed imbalsamato con della cera, per volere di sua madre, la quale non volle seppellirlo ma decise di tenerlo con sé in casa, riposto in una teca, che è oggi esposta ai visitatori del castello. Si racconta anche che il medico, che effettuò la mummificazione, sarebbe poi morto lui stesso in circostanze misteriose.
La madre Emilia Caetani Longhi non sarebbe mai venuta a conoscenza della reale causa della morte del piccolo e vissuta nella convinzione che il suo amato figlio fosse morto per polmonite. Mai rassegnata ad un così grande dolore, si narra che la donna avrebbe fatto ridipingere tutti i quadri del palazzo per eliminare scene di gioia, segni di un passato oramai turbato dal lutto. Solo dopo la morte di lei, una delle sorelle avrebbe confessato l’atto scellerato e la verità venne a galla!
Dopo una serie di attente analisi e studi sul corpicino del piccolo marchese, su cui risultarono davvero tracce di arsenico, fu confermata la tesi di morte per avvelenamento. La storia vuole che da allora il fantasmino di Francesco e lo spettro di sua madre si agirerebbero ancora per le sale del castello. Ogni notte la mamma si recherebbe nella stanza dove giace la piccola salma di suo figlio per abbracciarlo e cullarlo. Sul calar della sera, quando le ombre più buie avvolgono il castello, i passi del fantasma riecheggiano nelle stanze vuote, si sentono nenie, singhiozzi, pianti e lamenti provenire da quella precisa camera. Lo stesso Franceschino si divertirebbe a spostare e nascondere oggetti come se mai fosse andato via di lì. Piccola anima prigioniera del suo castello e dei suoi teneri anni.
Altre presenze paranormali a castello Longhi
Un’altra storia macabra e sinistra sempre legata al raccapricciante castello di Fumone è quella del cosiddetto “Pozzo delle vergini”, un pozzo stretto e profondo in cui venivano gettate ragazze che giungevano impure al matrimonio sulla base dello “ius primae noctis”, ovvero del “diritto alla prima notte”, il signore feudale ( identificato con Pietro Margani, capitano dei balestrieri del Papa a cui nel ‘500 Leone X avrebbe dato in feudo la città. Uomo dissoluto ed autoritario ) aveva diritto a trascorrere la prima notte di nozze con le novelle mogli dei suoi sudditi. Qualora il signore trovasse non pure le fanciulle, queste venivano atrocemente gettate nel pozzo e barbaramente trafitte da lame posizionate sul fondo tra urla strazianti e dilanianti. A testimonianza di ciò, sono state ritrovate qui ossa umane femminili e, tutt’ora, gli spiriti di queste donne sfortunate infesterebbero il maniero, manifestando la loro presenza in modi differenti.
Da circa vent’anni il castello di Fumone è stato aperto ai visitatori e c’è anche la possibilità di dormire in alcune ale-appartamenti riservati ai coraggiosi avventori più impavidi affascinati dal mistero e desiderosi di sentire sulla propria pelle quei brividi unici che solo in luoghi pregni di energia paranormale come questo è possibile provare! Verità o suggestione? La risposta è lasciata al lettore….
Pasqualina Giusto
Bibliografia :
“I fantasmi di castel Fumone” di Fabio de Paolis
Fonti multimediali :