Il giardino dei Finzi-Contini tange il fine ultimo della letteratura, che è forse la ricezione di tutto ciò che è bello e alza, a sua difesa, delle mura protettive che si pongano a riparo all’assalto del divenire della storia. Il significato del romanzo è compendiabile nei seguenti quattro verbi: ricordare e tramandare per proteggere la vita e il bello, unica occasione di costruire possibilità di felicità.
Mentre fuori imperversa la volgarità delle leggi razziali, all’interno della grande villa, nel giardino con un grande campo da tennis, c’è ancora la possibilità di ricostruire un vivere civile: solo qui, in questo luogo circoscritto, a cerchi concentrici, potrà nascere l’amore del protagonista per Micol; potranno nascere amicizie tra ragazzi; di stima intellettuale, come tra il professore Ermanno (il padre di Micol) e il protagonista. Giorgio Bassani fa della sua produzione letteraria lo strumento di questa straordinaria attività umana e il Giardino dei Finzi-Contini ne rappresenta la sua maggiore espressione.
Il giardino dei Finzi-Contini: il lungo evolversi della vicenda.
Il giardino dei Finzi-Contini è costituito da un grande flashback del narratore protagonista (che non svela mai il suo nome).nfatti la narrazione parte quando il protagonista, visitando tombe etrusche,ne ricorda una nel cimitero ebraico di Ferrara della famiglia Finzi-Contini che lui aveva frequentato costantemente durante gli anni immediatamente precedenti alla guerra.
Il protagonista comincia la frequentazione di questa casa per caso; qui incontra Micol Finzi-Contini, la figlia del professore Ermanno e Olga che con Alberto completa il quadretto familiare di una delle più agiate e altolocate famiglie dell’alta borghesia ferrarese, di origine ebraica. In una commistione di affetto iperprotettivo e di alterigia sociale Alberto e Micol non escono mai, hanno maestri privati in casa e le uniche occasioni sono le festività ebraiche e le giornate in Sinagoga.
Dieci anni dopo, nel 1938, l’esclusione dai circoli sportivi del protagonista, di Micol e di Alberto induce la famiglia Finzi-Contini ad ospitare amici e conoscenti che intorno all’interesse per il tennis fanno della villa dei Finzi-Contini un nuovo centro di socialità. Il protagonista ha modo di trascorrere molto tempo con Micol e tra lunghe partite di tennis ed escursioni, giorno dopo giorno, se ne innamora, complici i bei capelli biondi, i modi graziosi e raffinati e comuni interessi letterari (Micol sta scrivendo con entusiasmo una tesi su Emily Dickinson). Temendo un rifiuto che possa pregiudicare il rapporto, il protagonista non dichiara a Micol il suo amore.
Tanto è vero che una partenza di Micol stravolge il protagonista. Tuttavia continua a frequentare casa Finzi-Contini per l’amicizia di Alberto e di Ermanno. Per la Pesach Micol torna a casa, e non appena è sola, il protagonista la bacia sulle labbra trovando il suo rifiuto.
Da questo momento anche Micol ha il suo bisogno di esprimere ciò che prova, e il protagonista ne rimane deluso: Micol, infatti, sostiene che tra i due sta scattando l’amore e lei, resasi conto che non poteva funzionare, si allontana volutamente. Non poteva funzionare perchè secondo Micol i due sono troppo simili: hanno gli stessi interessi, quell’intesa da amici del cuore che li porta a considerarsi più come fratello e sorella. Il protagonista decide di non frequentare più casa Finzi-Contini. Successivamente Alberto muore per un linfogranuloma e Micol, Olga ed Ermanno sono fatti prigionieri dai fascisti e di qui tradotti in un lager nazista dove moriranno. Alberto è l’unico a finire nella tomba di famiglia da cui la narrazione ha avuto origine.
Personaggi, temi e considerazioni
I personaggi più curiosi di Il giardino dei Finzi-Contini sono sicuramente Alberto e Micol.
Il protagonista è intelligente ma introverso. Si invaghisce di Micol e vede in lei l’unico grande amore possibile e con lei condivide un amore per il passato. Micol tratta del tema del passato e del futuro e avverte il secondo come una minaccia quasi come prevedesse la sua orrenda fine. Tutti i personaggi di casa Finzi-Contini in un modo o l’altro contribuiscono al tema della ricomposizione sociale, della tutela del bello che trova nel campo di tennis la sua metafora più fine.
Altri temi fondamentali sono l’esclusione e la condanna che grava sulla famiglia in modo del tutto irrazionale (tema sviluppato anche in altre opere), quello del fuori norma, dell’esclusione; vi si legge, infatti, che “una delle forme più odiose di antisemitismo era appunto questa: lamentare che gli ebrei non fossero abbastanza come gli altri”. La grandezza di questo libro sta nella forza poetica della memoria e della verità. Ha scritto infatti Montale “è rimasta intatta la convinzione che non può esistere arte là dove manca un minimo di certezza sulle basi stesse della vita […] i personaggi di Bassani sono press’a poco eguali ai lettori dei suoi libri, uomini veri e credibili, somiglianti a voi e a me”.
Luca Di Lello