La Pinacoteca Patiniana si trova a Castel di Sangro, in provincia dell’Aquila, e prende il nome dal pittore Abruzzese Teofilo Patini (1840-1906). Oltre alle opere del Patini, sono presenti opere di pittori a lui vicini nel tempo e le acqueforti di Salvator Rosa (1615-1673).
Bestie da soma e l’impegno sociale del Patini
Non appena entra nel palazzo Petra, lo splendido palazzo che ospita la mostra, il visitatore può ammirare l’immenso dipinto Bestie Da Soma. Questo dipinto fa parte della cosiddetta Trilogia Sociale dell’artista Teofilo Patini. Gli altri due quadri non fanno parte della Pinacoteca Patiniana.
Esso raffigura tre donne che si riposano dopo essere andate in montagna a cercare la legna da ardere. I volti stanchi di queste figure umane sono ben definiti e realistici, come ben definite e realistiche sono le cataste di legna che stanno trasportando. Quest’opera trasmette bene all’osservatore l’intenzione comunicativa di Teofilo Patini: le donne non dovrebbero portare quell’enorme peso sulle loro spalle. Così, il pittore, convinto socialista, fu precursore di un impegno sociale della pittura, in un mondo che vedeva la Francia dominata dal Naturalismo e un’Italia che pian piano si stava avviando verso quel che sarebbe diventato il Verismo.
La pinacoteca Patiniana: i dipinti
Nella Pinacoteca Patiniana sono molti i dipinti degni di nota. Uno di questi è Pulsazioni e palpiti, sempre del Patini. Il quadro esprime una grande miseria. La miseria non è solo quella dei contadini, ma anche quella del medico di paese che va a fare loro visita: con essi condivide il vestire disordinato e con essi condivide gli affanni di una situazione forse irrecuperabile.
Forse Patini in quel medico vedeva un po’ se stesso, borghese ma sensibile ai problemi del proletariato. E nell’impotenza del medico, ormai rassegnato all’impossibilità di salvare il suo paziente, potrebbe vedere la sua rassegnazione per il suo impegno sociale rimasto quasi inascoltato.
Altra opera interessante del Patini è Alle sorgenti del Sangro, che rappresenta un paesaggio che fu molto familiare al pittore abruzzese e che forse vide fin da bambino.
E da adulto, avendo acquisito una finissima tecnica pittorica, l’ha immortalato nel suo bellissimo quadro, che lascia evincere il fatto che si sia esercitato a dipingere En plen air, ovvero all’aria aperta, secondo una tendenza che si stava affermando in quel periodo.
Le acqueforti di Salvator Rosa
La Pinacoteca Patiniana può anche vantare le acqueforti originali di Salvator Rosa. Il grande pittore e scrittore di satire del Seicento Salvator Rosa fu uno dei primi a cimentarsi nella tecnica dell’acquaforte, e seppe sfruttarne al massimo le possibilità espressive.
E nelle acqueforti rappresenta temi classici esprimendoli con lo stile dinamico della sua epoca. Così si possono distinguere guerrieri della guerra di Troia, un Ercole vestito della sua pelle di leone, dei guerrieri Parti… Il tutto forse per esercitarsi a raffigurare le battaglie per le quali il pittore divenne famoso ai suoi tempi.
Luigi De Maria