Ritorno al Futuro: il trentesimo anniversario
Per i fan di Ritorno al Futuro, il 21 ottobre 2015 è un giorno ben noto, cioè quello in cui Marty e Doc arrivano nel futuro nel secondo film della trilogia. La data è stata eletta a “Back to the Future Day” e celebrerà il trentesimo anniversario dell’uscita del primo film, nel 1985.
I countdown online e le pagine Facebook aperte per l’occasione sono numerose, così come i modi in cui gli appassionati sono pronti a festeggiare: proiezioni cinematografiche speciali, mostre, contest, incontri e nuove versioni in DVD e Blu-Ray. Un esempio tra i tanti è la mostra organizzata dall’italiano Back to the Future Museum, in provincia di Torino, in cui sarà possibile ammirare costumi di scena e modellini.
Intanto il cast è apparso a luglio al London Film & Comic Con, dove ha risposto alle domande dei fan, regalando opinioni, ricordi e chicche sulla saga. Michael J. Fox (Marty McFly), infatti, esprimendosi a proposito di ciò che ha reso il suo personaggio un’icona, ha detto:
“È la sua curiosità. Marty semplicemente rappresenta ogni persona. Rappresenta ogni bambino. Avrebbe dovuto rappresentare la reazione di ciascuno a ciò che succede nel film.”
La trama: un classico della fantascienza
Chi non conosce questi classici contemporanei della fantascienza diretti da Robert Zemeckis (Forrest Gump, Cast Away, La morte ti fa bella), comunque, ha tutto il tempo di colmare la lacuna per celebrare il 21 ottobre assieme agli altri appassionati, fra poco più di un mese.
La storia è semplice e avvincente. Nel primo film, Marty McFly, un diciassettenne di Hill Valley che sogna di diventare una rock star e trascorre molto tempo assieme allo stravagante inventore Emmett Brown, detto “Doc”, viene coinvolto da quest’ultimo in un’avventura mozzafiato che lo porta indietro nel tempo a bordo di una macchina del tempo, una DeLorian modificata. Nel 1955 Marty incontra un più giovane Emmett Brown e dei genitori suoi coetanei. Così, mentre il giovane Doc cerca di far funzionare di nuovo la DeLorian per farlo ritornare nel futuro, il ragazzo deve impegnarsi a ripristinare il corso originale degli eventi, che ha rischiato di sconvolgere.
Nel secondo capitolo della trilogia, invece, Doc e Marty vanno nel futuro, nel 21 ottobre 2015, appunto. Un 2015 iper-tecnologico e non tanto somigliante a quello che stiamo vivendo, in cui i due dovranno di nuovo proteggere il continuum spazio-temporale, questa volta dall’anziano Biff Tannen, nemico di vecchia data di Marty e di suo padre, che si impossessa della DeLorian e va nel passato per cambiare la sua vita.
Il terzo film, invece, è ambientato in pieno Far West, nel lontano 1885, in cui Marty incontrerà i suoi avi irlandesi e dovrà salvare Doc da un pericoloso pistolero, mentre proprio lo scienziato troverà finalmente l’amore, la maestra Clara Clayton.
Il successo
Uno dei motivi del successo di Ritorno al Futuro è di certo la trascinante colonna sonora, il cui memorabile motivo principale, composto da Alan Silvestri, è accompagnato da brani altrettanto indimenticabili come The Power of Love, Mr. Sandman, Earth Angel e Johnny B. Goode.
Un altro importante motivo, però, è senza dubbio il tema di fondo: quello dei viaggi nel tempo, infatti, è un leitmotiv di cinema e letteratura che ha appassionato generazioni di sognatori. Dopotutto, chi non ha mai desiderato tornare nel passato e cambiare ciò che si è detto o fatto, per modificare il proprio presente? Chi non ha mai desiderato andare nel futuro e dare un’occhiata a ciò che succederà, per poter agire di conseguenza? Chi non ha mai desiderato visitare epoche affascinanti quanto lontane e magari incontrare i propri avi? Quando quest’oscura bramosia di controllare tempo e destino, entità per eccellenza sulle quali non abbiamo potere, incontra una sceneggiatura appassionante, il risultato non può che essere esplosivo.
“Il vostro futuro non è ancora stato scritto, quello di nessuno. Il vostro futuro è come ve lo creerete, perciò createvelo buono” (“Doc” Brown)
Ritorno al futuro, quindi, ha avuto la capacità di stimolare queste aspirazioni ataviche, di confezionarle in un mix di generi e di unirle al perfetto cocktail composto da brio, ottimismo, battute passate alla storia, personaggi caratteristici, paradossi continui, riferimenti arguti, spunti di riflessione sulla sorte umana e sulla storia. Un cocktail riproposto in tre versioni forse troppo simili tra loro, quasi ripetitive, ma ugualmente spassose e coinvolgenti, nello stile a cui Hollywood ci ha abituati.
Chiara Martino