Santa Maria Francesca delle cinque piaghe è una santa a cui la città di Napoli è molto devota. Persino prima di nascere mostrò la sua santità. Per capire il senso di questa frase, occorre leggere per bene la sua storia.
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La nascita di Santa Maria Francesca
La Santa così gloriosa di cui ci accingiamo a scrivere nacque nella città di Napoli il 25 marzo 1715. Il padre si chiamava Francesco Gallo ed era un uomo povero, ma dal carattere difficile; mentre la madre si chiamava Barbara Basinsin ed era una donna dalle maniere dolci e religiose.
Durante la gravidanza, la madre ebbe dei segni che le fecero capire la futura santità della figlia. Barbara Basinsin, infatti, mentre portava in grembo quella santa creatura, era soggetta alle vessazioni del diavolo che probabilmente voleva farla abortire data la “pericolosità cristiana” che sicuramente avrebbe avuto la bambina se fosse nata.
La madre, spaventata, si recò a visitare S. Giuseppe della Croce, sacerdote professo dell’Ordine minore di S. Pietro di Alcantara, che la benedisse e le disse di non temere. La madre così riuscì a portare avanti la gravidanza e quando partorì la levatrice le disse, come a profetizzarlo, che era nata una “bella monachella”. La bambina venne battezzata col nome di Anna Maria Rosa Nicoletta.
Infanzia e adolescenza della santa
La santa, da piccola, già dava i segni della sua devozione al Signore: quando vedeva i sacerdoti, saltava tra le braccia della madre ed esclamava “I Cristi, i Cristi!”. E spesso passava tutte le notte in ginocchio nella contemplazione di Dio.
Giunta Anna Maria all’età in cui tutte le ragazzine imparano a fare i lavori di casa, il padre la iniziò al lavoro di tessitrice. Tuttavia, fu colpita da una brutta malattia, sanguinava dalla bocca e sembrava che non ci fosse più nulla da fare, tanto che gli furono dati i sacramenti dell’estrema unzione. Ma la dolce fanciulla si rivolse, con cuore pieno di fede, a Maria Santissima che la guarì miracolosamente.
Quando si riprese del tutto, smise di fare la tessitrice per poter iniziare il mestiere di filare oro, che era lo stesso mestiere della madre e delle sorelle. Tuttavia, Anna Maria riusciva a superare in velocità, destrezza e abilità l’operato di filatura, per potersi poi dedicare all’attività contemplativa. Le sorelle, sebbene cercassero di superarla, non vi riuscivano. Si scoprì poi che era l’Angelo Custode di Anna Maria ad assisterla nella filatura. Così, la giovane giunse all’età di sedici anni. Era così bella che un ricco giovane si invaghì di lei e chiese la sua mano al padre. Tuttavia, Anna Maria rifiutò perché il suo sposo era Gesù. Ella voleva vestire l’abito religioso di S. Pietro d’Alcantara.
Il padre fu furioso, la scosse brutalmente e la rinchiuse in una stanza dove per molti giorni la tenne a pane e acqua, proibendo a sua madre e alle sue sorelle di visitarla. La giovane pregò molto il Signore affinché l’aiutasse, e il Signore operò attraverso un certo Padre Teofilo che riuscì a convincere la famiglia.
Nel 1731 Anna Maria vestì l’abito di S. Pietro d’Alcantara e prese il nome di Maria Francesca delle cinque piaghe di Gesù Cristo.
La vita consacrata
Santa Maria Francesca fin da piccola aveva contemplato le piaghe di Gesù (donde il suo nome). Durante la Via Crucis, spesso sveniva o era presa da convulsioni che erano frutto della sua completa partecipazione alla passione di Cristo. Santa Maria Francesca cercava di pagare da sé il vitto, lavorando sodo (non poteva infatti dipendere dall’avaro padre), ma il duro lavoro la stremò e si ammalò gravemente.
Questo avvenne dopo tre anni dalla sua vestizione, e fu proprio in questo periodo che la Beata ebbe la visione di S. Pasquale Baylon che la rassicurò. Così guarì. Fu questo il secondo miracolo che ricevette.
Tuttavia, il padre non le diede tregua perché, conoscendo i doni prodigiosi che il Signore aveva dato a Santa Maria Francesca, ossia quelli della profezia e dei miracoli, decise di approfittare di lei per trarne guadagno. La obbligò ad andare con sé presso una donna nobile incinta che voleva sapere da lei se nel suo grembo cresceva un maschio, il “figlio maschio” che tanto desiderava. Maria Francesca inorridì a ciò e si buttò ai piedi del padre, dicendo, nella sua immensa umiltà, che lei non poteva fare ciò perché sarebbe diventata una peccatrice e che non era santa, ma solo una giovane che voleva pregare Dio in silenzio.
Il padre, furioso, cominciò a flagellarla e la madre dovette accorrere per salvare la figlia dalle sue grinfie. La madre le consigliò subito di fuggire e di andarsi a rifugiare presso il Vescovo Don Giulio Torno, che ebbe compassione di lei. Non si può, in questa sede, descrivere tutta la vita della santa. Bastino queste brevi curiosità per dare un quadro dell’umiltà della santa, della sua grande devozione e delle vessazioni quotidiane che doveva subire dal suo stesso padre e che Lei ha saputo affrontare con santità.
Santa Maria Francesca, protettrice delle donne incinte
È probabile che la vicenda di sopra raccontata abbia originato la leggenda che Santa Maria Francesca sia anche la protettrice delle donne incinte e di qui nasce anche il culto della sedia della fertilità, una sedia presente nella piccola chiesa-museo dedicata a S. Maria Francesca, situata tra vicoli dei Quartieri Spagnoli, precisamente in Vico Tre Re a Toledo. Si tratta di una sedia dove la santa si appoggiava nei momenti di maggiore sofferenza e su cui milioni di donne desiderano sedersi per ottenere la grazia di un figlio.
Umiltà, fede, amore, perdono, lavoro: parole semplici, ma difficili. Sono parole astratte, ma se si concretizzano, sono sante. Santa Maria Francesca ha rappresentato quello che Dio vuole si concretizzi sulla Terra.
Raffaela De Vivo
Bibliografia:
B. LAVIOSA, Vita di Santa Maria Francesca delle Cinque piaghe di Gesù Cristo, Roma, 1866.