È molto comune che nelle persone, anche al solo contatto con cani, gatti ed altri animali domestici, si manifestino violente reazioni di ipersensibilità nel sistema immunitario, comunemente conosciute come allergie.
Queste reazioni immunitarie sono dovute alla presenza degli allergeni, molecole relativamente innocue, contenute in peli, urina o scaglie di pelle animale, che però l’organismo di persone particolarmente sensibili potrebbe classificare come patogene.
Allergie: cani e gatti
In genere gli allergeni dei cani e dei gatti vengono prodotti principalmente dalle ghiandole sebacee e salivari e si accumulano sulla cute dell’animale. Le componenti allergiche più importanti si trovano nel pelo e nelle scaglie di pelle morta (forfora), oltre ad essere presenti nella loro saliva, con la quale si puliscono il mantello, nell’urina, nelle feci, nel liquido lacrimale, nel sebo e nel sudore. La forfora rappresenta un problema particolare, in quanto è costituita da particelle molto piccole e può diffondere nell’aria anche per lunghi periodi di tempo.
L’animale che causa più problemi, da questo punto di vista, è il gatto, dato che la sua saliva e la sua forfora contengono un forte allergene: Fel d1.
Gli allergeni permangono in casa anche dopo 6 mesi dall’allontanamento dell’animale. Inoltre bisogna considerare che queste, essendo di piccole dimensioni, possono essere trasportate a grandi distanze, oltre che a penetrare in profondità nell’albero respiratorio. Curiosamente, l’allergene del gatto è stato rilevato anche in Antartide, dove i felini non sono mai stati presenti.
Nel cane invece, allergeni come Can f1 e Can f2 contaminano il pelo, provocando a seguito della loro dispersione nell’aria, manifestazioni come rinite, congiuntivite, asma e orticaria. Essendo poi queste molecole molto più pesanti rispetto a quelle dei felini, vengono trasportate in minor misura.
Allergie: reazione dell’organismo
Quando un organismo particolarmente sensibile alle allergie viene in contatto con un allergene, accade che le plasmacellule, ultima differenziazione dei Linfociti B, sintetizzano una tipologia di anticorpi detti IgE. Questi anticorpi hanno due porzioni: Fc, la quale si lega alla cellula del sistema immunitario (mastocita e/o granulocita basofilo) e Fab, la quale riconosce l’allergene. Una volta venuta in contatto con il mastocita, questa induce la sua degranulazione, che consiste nella secrezione di granuli di istamina, interleuchina, eparina e ossido di azoto (NO).
E’ possibile assistere infatti a due tipi di degranulazione:
- Asincrona, ovvero una veloce esocitosi dei granuli. Questa reazione è però contenuta e confinata in un ambito locale.
- Degranulazione anafilattica: in situazioni patologiche la reazione dei mastociti si estende fino a diventare generalizzata, causando lo shock anafilattico. In questo caso la degranulazione è esplosiva, tutte le vescicole si fondono tra loro e il loro contenuto è violentemente espulso al di fuori della cellula.
L’organismo ovviamente ha al suo interno alcune cellule in grado di porre fine alla reazione allergica, avendo quindi un ruolo “antistaminico”: i granulociti eosinofili.
Questi ultimi, oltre ad una funzione principalmente antiparassitaria, intervengono nelle reazioni allergiche dopo che i mastociti secernono il fattore chemiotattico di anafilassi degli eosinofili, fagocitando i complessi antigene-anticorpo e contribuendo allo smaltimento dei complessi immuni dell’organismo.
Christian Nardelli