È giunta al termine Continuum, la serie TV fantascientifica canadese che per quattro anni ha appassionato i cultori del genere con complicati paradossi dimensionali e riflessioni etiche su come ogni azione possa influenzare il futuro.
Continuum: la trama
La storia inizia con la Protettrice Kiera Cameron (Rachel Nichols), membro delle forze dell’ordine di un immaginario futuro, che, insieme a dei terroristi condannati a morte viene erroneamente trasportata dal 2077 al 2012. Nella Vancouver del 2012 incontrerà il poliziotto Carlos Fonnegra (Victor Webster – Streghe, Il re scorpione) e soprattutto il giovane Alec Sadler (Eric Knudsen), genietto dell’informatica destinato a diventare uno dei più importanti imprenditori nonché leader del futuro. Con i due nasceranno una solida amicizia e una produttiva collaborazione, volta a contrastare i terroristi arrivati con la protagonista, membri di un’organizzazione sovversiva chiamata Liber8. Tra di loro figurano il ben noto attore Tony Amendola (La maschera di Zorro, Blow, Once Upon a Time) nei panni di Edouard Kagame, l’affascinante Stephen Lobo nei panni del mascalzone Matthew Kellog e la sensuale Lexa Doig nei panni di Sonya, compagna di Travis, interpretato da Roger Cross (Chuck, Arrow).
In realtà, però, i ruoli appaiono fin da subito dubbi, così come la bilancia tra giusto e sbagliato sembra essere in equilibrio tra le idee dei personaggi, senza che nessuno possa mai davvero essere considerato solo buono o cattivo. In particolare i membri di Liber8, colpevoli di omicidi di massa e quindi apparentemente a pieno titolo tra i “cattivi”, lottano per restituire libertà alle persone in un’epoca dominata dalla dittatura delle corporazioni, giganti dell’economia che controllano ogni aspetto della società e della vita degli individui.
Ben presto si scopre che il viaggio nel tempo non è stato nè un errore, nè una casualità, ma è stato organizzato con cura proprio da un Alec anziano e deluso, desideroso di modificare il corso degli eventi. Ed è proprio questo l’obiettivo di Liber8: cambiare la storia e impedire che la realizzzione del futuro negativo dal quale provengono.
Continuum: i risvolti
Ed è qui che Continuum inizia a farsi davvero interessante. Di viaggi nel tempo se ne sono visti tanti, sia sul grande che sul piccolo schermo, per non parlare della narrativa, di centrali di polizia e di feroci terroristi ne abbiamo piene le tasche, così come di intrecci complessi che fanno ammattire. Ciò che distingue questa serie TV dalle altre, quindi, è l’attenzione che presta al lato etico della rivolta di Liber8 e alla definizione di personaggi ambigui e in continua evoluzione.
Pian piano, attraverso le stagioni, Kiera cambierà in parte idea su questo gruppo di sovversivi e conoscerà anche Teseo, il nome con cui è conosciuto il fondatore di Liber8, nonché fratello di Alec. Si renderà conto che le loro convinzioni sono fondate, benché il loro modus operandi sia discutibile (come in ogni resistenza), e che lottare per le libertà civili e per la democrazia ha ancora senso. Il gruppo, però, si divide tra chi rimane determinato e fedele alla missione e chi, come Kellog, è fedele solo a se stesso e al proprio futuro personale, che farà di tutto per migliorare, sfruttando un passato (ormai diventato presente) arretrato dal punto di vista tecnologico, ma per lui ricco di opportunità.
Da parte sua, invece, la protagonista di Continuum si adatta a vivere nel 2012 e a proteggere la città di Vancouver collaborando col VPD (Vancouver Police Department), ma il suo unico, costante desiderio è di ritornare nell’anno da cui proviene per rivedere suo figlio. Man mano che il futuro viene inevitabilmente modificato, però, la possibilità di riabbracciarlo diventa sempre più lontana: potrebbe non essere mai nato o una nuova linea temporale potrebbe essersi formata e averla separata per sempre dal bambino che ha lasciato.
Il finale di stagione chiude tutte le storyline aperte, inclusa quest’ultima, in modo razionale e emozionante ma forse un po’ diverso da come speravamo. Un lieto fine lieto solo in parte e senza dubbio indimenticabile e un addio malinconico a personaggi che conquistano fin dalle prime scene.
Chiara Martino