Le mura greche di Napoli , ancora oggi visibili, durante una semplice passeggiata in città sembrano tracciare le linee di un magnifico disegno ideato dalla storia.
Il percorso delle mura greche di Napoli, infatti, si adegua perfettamente alle curve della città antica, che come tutti sanno, non si presenta come un territorio pianeggiante ma è interrotto ripetutamente da valloni. Questi, in passato, costituivano dei veri e propri fossati difensivi, perciò le antiche mura greche di Napoli hanno sicuramente un ruolo di primo piano nella ricostruzione archeologica di questa città.
Proviamo a capirne la struttura generale:
I primi resti di mura, al nord del centro storico, si snodano lungo l’attuale zona universitaria, che corrispondeva all’alveo di un antico corrente, fino ad arrivare all’attuale rione di Forcella. Il tratto però più antico della fortificazione si trova oggi in Vico Soprammuro, e risale almeno al V secolo a.C. L’attuale situazione naturalmente è molto diversa dall’epoca greca, già a partire dal fatto che il livello del suolo era più basso di almeno 10 metri, e le mura correvano lungo tutto il ciglio di collina che ora non esiste più, perchè coperto completamente da due importanti e centrali vie del centro storico via Costantinopoli e via San Sebastiano.
Il tratto di mura però a cui vogliamo dedicare il nostro interesse è quello visibile oggi in Piazza Bellini. Una delle piazze di Napoli più frequentate e amate dai giovani, di giorno come di notte. Può essere ritenuto a tutti gli effetti un sito archeologico di grande importanza storica. La piazza fu dedicata a Vincenzo Bellini ed è piena di luoghi e sedi universitarie, dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio musicale di S.Pietro a Majella, e ciò dà a questo luogo una magnifica atmosfera bohémienne, ricca di fervore culturale.
La struttura:
È costituito da due cortine distinte in blocchi di tufo e un altro più compatto invece sempre in blocchi di tufo e laterizi. Si trovano oggi al di sotto della pavimentazione della piazza, almeno di 3 metri, e purtroppo, non godono di un buono stato di conservazione a causa dell’ erosione e della notevole presenza di vegetazione. Qualche anno fa, grazie all’intervento di volontari e restauratori, le mura sono state ripulite e liberate da rifiuti e vegetazione, ma è necessario al più presto un preciso e accurato lavoro di restauro.
L’esigenza di creare questa cortina di mura nacque nel IV sec. A.C. dal bisogno di rafforzare la cinta muraria che aveva caratterizzato la vecchia Neapolis, l’incremento di fortificazioni murarie che ne nacque in quel periodo, diede alla città di Napoli un’immagine di città forte e inattaccabile.
Le mura Greche di Napoli di Piazza Bellini, purtroppo, non hanno sempre goduto dell’attenzione e cura che meritano, in quanto per anni sono state vittima di degrado e noncuranza al punto che i turisti e stessi cittadini, passeggiando in questa zona, neanche si accorgevano di avere a pochi passi resti archeologici così antichi e importanti, nel bel mezzo del centro storico. Per fortuna, però, recentemente grazie all’accordo tra il Comune e la Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Napoli, con cadenza settimanale si tiene la pulizia del sito archeologico, realizzata grazie al progetto “Decoriamo Napoli”, rendendo piuttosto orgogliosi i napoletani che possono finalmente vantare il loro amore per questa città, insieme all’impegno di progetti che funzionano.
E parlando di Napoli…….concludiamo il nostro percorso con le righe di una bellissima canzone scritta da Antonio De Curtis (Totò), dedicate ad una donna, un amore perduto ma così forte da amare e odiare allo stesso tempo, un po’ quel che accade per i turisti innamorati di Napoli, ma soprattutto per i napoletani, combattuti sempre tra l’amore per la propria città, e la voglia di contrastarne i disagi.
“Femmena, tu si ‘a cchiù bella femmena, te voglio bene e t’odio, nun te pozzo scurdà…”
(Femmina, tu sei la femmina più bella, ti amo e ti odio, non posso dimenticarti)
Martina Napolitano
fonti :
http://www.corpodinapoli.it/ ;