Benvenuti al secondo e ultimo appuntamento dedicato alle one-hit wonders e alla Levi’s. Iniziamo subito con…
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Babylon Zoo – “Spaceman” (Levi’s “Planet”, 1995)
Pezzo alternative rock dalla forte componente elettronica, caratterizzato da un largo utilizzo di sonorità distorte, robotiche nelle parti vocali: proprio queste sue peculiarità hanno influito nella decisione di inserirla in uno spot Levi’s dalla forte connotazione fantascientifica. All’interno della pubblicità, però, è presente solo l’intro, una parte vocale che riprende il refrain accelerandolo, in modo da creare un effetto “Chipmunks”; ciò ha contribuito a rendere celebre il brano e a balzarlo alla posizione N.1 della classifica inglese e alla N.2 di quella nostrana.
Ironia della sorte, molti acquirenti rimasero delusi dalla canzone nella sua interezza, del tutto diversa dall’introduzione, che lasciava presagire un prosieguo eurodance o perlomeno pop-friendly. Il testo criptico e inquietante (in sottofondo si può sentire distintamente un «I killed you all») unito al temperamento aggressivo e allucinato del cantante, che ricorderà il glam rock proposto due anni dopo da Marilyn Manson in Mechanical Animals, rendono il successo di Spaceman un caso più unico che raro.
Smoke City – “Underwater Love” (Levi’s “Mermaids”, 1997)
Altro esempio di canzone passata completamente inosservata all’epoca della sua uscita, risalente al 1995, ma che ottiene insperato successo grazie al suo ricorso in un uno spot Levi’s, nuovamente girato da Michel Gondry. Brano fortemente sperimentale che si ispira alla musica brasiliana, ha il merito di rielaborare l’ipnotica sensualità della bossa nova in chiave 90’s, accostandola alla malinconia e alle atmosfere cupe e decadenti tipiche del fenomeno trip hop.
Nonostante sia un pezzo più adatto ad un lounge bar piuttosto che alle classifiche, Underwater Love raggiunge la posizione N.4 in Inghilterra e buoni piazzamenti in quasi tutta Europa. Solo l’Italia resta insensibile al fenomeno (nonostante sia una delle nazioni in cui lo spot viene regolarmente trasmesso), anche se, qualche mese dopo, ospiterà gli Smoke City ai piani alti della propria classifica con un pezzo dalle atmosfere altrettanto esotiche ma decisamente più accessibile alle masse: “Mr. Gorgeous“.
Mr. Oizo – “Flat Beat” (Levi’s Various Ads, 1999)
Dopo anni di campagne pubblicitarie dai contenuti volontariamente indirizzati ad un pubblico adulto, la Levi’s, con l’avvicendarsi del nuovo millennio, decide di puntare ad un target più vario ricorrendo all’impiego del pupazzo Flat Eric. La bizzarra mascotte diventa l’indiscussa protagonista di una massiccia campagna pubblicitaria alla quale viene associata un pezzo house francese, opportunamente chiamato Flat Beat, quasi totalmente sprovvisto di melodia.
L’effetto finale risulta intrigante ma al contempo poco armonioso; ciò non funge da deterrente per le vendite: il pezzo raggiunge la vetta sia in Inghilterra che in Italia, ed entra in top 10 in praticamente tutta Europa, complice soprattutto il divertente videoclip che mostra proprio il pupazzo Eric.
Conclusione
Con l’avvento del ventunesimo secolo la Levi’s ha occupato un ruolo sempre più marginale all’interno del palinsesto televisivo. Gli spot degli ultimi anni non hanno più goduto di colonne sonore capaci di strizzare l’occhio al panorama underground né presentato un intreccio narrativo propriamente sviluppato. Probabilmente si è preferito ricorrere a strategie di marketing meno impegnative ma altrettanto redditizie. Al di là delle cause alla base di questo cambiamento, non ci resta che ricordare con piacere quello che è universalmente riconosciuto come un pezzo di storia della pubblicità, ma anche della musica e della televisione.
Alla prossima settimana per un altro viaggio nella musica!
Alfredo Gabriele Galassi
http://www.lacooltura.com/2015/09/levis-e-one-hit-wonders-prima-parte/
http://http://muppet.wikia.com/wiki/Flat_Eric