Dal 15 ottobre è sbarcato nei cinema italiani Maze Runner – La fuga, secondo capitolo dell’omonima saga tratta dal best seller di James Dashner e diretto da Wes Ball.
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Nelle puntate precedenti… (Il labirinto)
Nel primo capitolo, Maze Runner – Il labirinto, Thomas (Dylan O’Brien) si risveglia senza memoria in una radura abitata da suoi coetanei, dalla quale è impossibile scappare a causa delle grosse mura che la circondano, dietro le quali si cela un intricato e pericoloso labirinto custodito da mostri biomeccanici. Dopo numerosi tentativi, Thomas e un piccolo manipolo dei suoi amici ‘Radurai’ riescono a mappare il labirinto e trovare una via di fuga, scoprendo di essere al centro di un esperimento scientifico ordito da una nefasta organizzazione di nome W.C.K.D., che porta avanti la missione di debellare il virus che sta sterminando la razza umana, anche a costo di sacrificare un’intera generazione di adolescenti immuni grazie all’evoluzione della specie. Per di più, i ragazzi si trovano di fronte ad uno scenario terrificante quando scoprono che il mondo che conoscevano non esiste più, dopo essere stato desertificato da eruzioni solari che hanno carbonizzato il pianeta diversi anni prima.
…il nuovo capitolo (La fuga)
In questo secondo capitolo la storia riprende esattamente da dove era terminata: alla fine del primo film, Thomas e i suoi compagni appena fuggiti dal labirinto sono prelevati da alcuni uomini, che li portano in una struttura e sembrano intenzionati a volergli trovare un posto sicuro dove stare. In questo luogo i ragazzi scopriranno di non essere stati gli unici adolescenti al centro degli esperimenti di W.C.K.D. Dopo aver scoperto che la struttura è in realtà della W.C.K.D. e che lui e i suoi compagni non sono altro che cavie da laboratorio sacrificabili, i ragazzi fuggono dalla struttura e si inoltrano nella Terra bruciata, un territorio ostile e infestato dagli Spaccati, gli esseri umani contagiati dal virus. Il piano è trovare il “Braccio destro“, l’ultimo baluardo di resistenza contro gli esperimenti della W.C.K.D., ma il percorso per raggiungerlo è lungo e pieno di ostacoli.
Un fallimento totale
Tralasciando quello che è ormai l’andamento classico “intrappolamento – fuga – battaglia” delle trilogie Young Adult (di cui l’industria cinematografica sta ingozzando il pubblico dopo il successo di Hunger Games, fino a quando non ne sarà sazio e nauseato), che gettava le basi per una film che avrebbe avuto il sapore di già visto, Maze Runner – La fuga si presenta come qualcosa di molto peggio: un polpettone di elementi canonici dei survival-movie, che oscilla tra dialoghi che ormai chiunque conosce a memoria (“qual è il piano?”, “no, fermo, non farlo!”, “andate avanti senza di me”, ecc) e scenari che, per quanto ben curati, non fanno che provocare sbadigli a profusione. Una miscela tra gli zombie di The Walking Dead, i capannoni grigi di The Divergent e il sacrificio adolescenziale di Hunger Games, il tutto sullo scenario post-apocalittico di Io sono leggenda mischiato ai deserti di Mad Max.
I personaggi
Completamente manchevole è anche l’introspezione psicologica – e la presenza scenica – dei protagonisti del film: l’unica presenza femminile, Teresa (Kaya Scodelario, alias la nuova Kristen Stewart per espressività facciale), si limita ad essere una voce fuori campo che intima “correte!” nei momenti di fuga; inutile eppure sempre nominata per tutto il film, la sceneggiatura decide di farle riacquistare rilevanza con un gesto che manderà all’aria tutta l’ardua fatica fatta fino a quel momento per allontanarsi da W.C.K.D., passando da “presenza inutile” a “presenza fastidiosa“. Una nota positiva forse è Brenda (Rosa Salazar), la ragazza androgina che viene introdotta all’allontanarsi di Teresa dalla narrazione, a cui indubbiamente il pubblico rivolge la propria simpatia (anche per il ruolo dell’amante non corrisposta che gioca nell’avvicinarsi a Thomas, che la bacia immaginando sia Teresa). Bocciati anche tutti gli altri personaggi marginali, che la sceneggiatura decide di far morire puntualmente nonostante la loro assenza non mancherà a nessuno, giusto per inserire il momento strappalacrime che rientra nei topoi del genere.
L’ambientazione
All’originalità nell’ambientazione del primo film offerta dalla radura e dalle gigantesche mura grige, in questo nuovo film i protagonisti non fanno che vagare da un rifugio sicuro a un altro, passando attraverso la fase “rave” – dovuta, in film del genere – in cui lo scenario appare più banale che mai: la classica città americana distrutta e desertica, Golden Bridge crollato, macchine abbandonate e grattacieli dalle finestre crepate.
La ssceneggiatura
A peggiorare il quadro si aggiungono i vuoti della sceneggiatura, che lascia irrisolti molti interrogativi, specialmente in riferimento al contesto creato, all’andamento cronologico dei fatti e alla verosimiglianza (è vero che si tratta di un film fantascientifico, ma mostrare un viaggio nel deserto che occupa tutta la parte centrale del film senza affrontare minimamente il problema cibo/bevanda resta una grave falla), portando un po’ troppo per le lunghe la mancanza di informazioni che si celava dietro gli interrogativi del primo film, che ne avevano decretato il successo. E anche quando prova a fornire una risposta, lo fa in modo incompleto, creando solo ulteriore confusione nello spettatore.
Maze Runner – La Fuga, in conclusione, delude molto le aspettative rispetto al primo film, sicuramente molto più ben riuscito. Il terzo capitolo, Maze Runner – La rivelazione, è in programmazione per il 17 settembre 2017, sperando che gli spettatori abbiano dimenticato il flop dell’ultimo film.
Camilla Ruffo