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Introduzione
Foglie che cadono, giornate sempre più corte, anni scolastici, lavorativi ed accademici che finalmente iniziano (ed altri che non sono mai finiti), giorno di Ognissanti e di commemorazione dei defunti con annesso Halloween, piogge che iniziano ad imperversare in tutto lo Stivale, donando nuova linfa alla mens e causando qualche malanno al corpus. Arriva il classico scenario autunnale, giusta preparazione alle temperature ben più fredde dell’ inverno. Forse proprio per stemperare, per quanto possibile, le fredde serate autunnali e invernali, ed al contempo favorire la digestione a valle dei pasti, in questi periodi la produzione di liquori ed alcolici in genere raggiunge picchi incredibili. Tra questi, spicca per qualità, background storico, connotazione mistica e ricchezza intrinseca il Nocillo, il cui nome rimanda inevitabilmente agli alberi di noce presenti copiosamente sul territorio campano.
Qual è l’ iter che si segue nella preparazione del Nocillo?
Il Nocillo viene ricavato dal mallo delle noci, raccolte durante l’estate (solitamente il giorno di San Giovanni, il 24 giugno), quando quest’ultimo è ancora acerbo e i frutti sono ancora tenerissimi. Per fare il Nocillo, solitamente ci si attiene ai seguenti step: le nuces vanno in primis lavate, tagliate in quattro parti e messe a macerare in un vaso di vetro a bocca larga per circa 40 giorni con 1 lt di alcool.
A questo punto, occorre aggiungere la miscela di aromi pestati nel mortaio e lasciar macerare per altri 20 giorni. Successive a questa fase sono quella di filtratura ed il final step, nel quale si prepara uno sciroppo con acqua e zucchero che, portato antecedentemente ad ebollizione e lasciato poi intiepidire, dovrà essere mixato all’ infuso alcolico ottenuto in precedenza. Una volta ultimata la preparazione, occorrerà conservare il liquore al riparo dal sole, e ri-filtrare una tantum.
Quali sono le origini del Nocillo?
Le origini del Nocillo sono antichissime, basti pensare che già al tempo degli antichi Greci e Romani i liquori a base di noce erano apprezzati per le loro proprietà digestive, anti-influenzali e sedative. Già nel Cinquecento, il medico Casto Durante de Gualdo descrisse un “elisir di noci” nel suo trattato “Tesoro della Sanità”. Più tardi, nel XVIII secolo, i monaci benedettini iniziarono a produrre il “nucillo” (come anche viene chiamato) nel Regno di Napoli e circa cent’anni dopo il Cavazzoni inserì il “nocino” (altro appellativo adoperato più al nord) nel suo ricettario di stampo modenese. Infine, Pellegrino Artusi nel 1891 spiegò il modus operandi seguito nella preparazione del Nocillo nel suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Si può, dunque, affermare che il Nocillo è un liquore italiano e non solo meridionale, pur se in Campania ha larghissima diffusione ed in alcune zone assume significati pseudo-mistici.
Il Nocillo tra mito e leggenda
In alcuni luoghi posti a cavallo tra l’ antica Terra di Lavoro, la Liburia dei Romani e il territorio Sannita, il metodo di produzione del Nocillo assume contorni mistico-pagani poichè rimanda alla leggenda del Noce di Benevento, la cui collocazione esatta risulta peraltro ignota. Secondo i racconti che ancora oggi si possono ascoltare dagli anziani originari di queste terre, nella notte del solstizio d’estate (che secondo il calendario pagano era il 24 Giugno) attorno a questo albero si raccolgono le “janare” (le sacerdotesse di Diana, chiamate così nel beneventano) di tutto il mondo, attentando e tentando l’uomo che è invitato a non aggirarsi per i noceti della Ripa delle Janare nella notte del Sabba. Come la storia insegna, spesso nonostante l’uomo sia conscio del fatto che le superstizioni siano soltanto una forma di auto-condizionamento dettato dalla paura, cerca di superare quest’ ultima mettendo in atto dei rituali propiziatori. Così, i contadini, al fine di proteggere i noci, sono soliti collegare i fusti degli alberi con funi annodate alla perfezione, in modo da impegnare le streghe fino alle prime luci del mattino, quando il loro potere si esaurisce. A valle di questa “notte maledetta”, per estirpare il male che ha contaminato l’albero del noce, se ne raccolgono i frutti ancora acerbi, che verranno utilizzati per dar vita allo ”Elisir di Noce”, anche detto Nocillo (o Nucillo).
Come si presenta il Nocillo e dove acquistarlo
Il Nocillo si presenta come un liquore limpido, di colore bruno brillante, con corpo medio e con sentori, oltre ovviamente a quelli di noce immatura, aromatici, dipendenti in larga misura dalle materie prime adoperate in fase di preparazione (prevalentemente cannella e noce moscata). Per quanto riguarda il suo acquisto, mi sento di consigliare ‘E Curti a Sant’Anastasia, la cui produzione artigianale ha raggiunto negli ultimi anni un livello forse ineguagliabile e le cui confezioni sono dei piccoli capolavori, perfette per fare, magari, qualche regalo.
Andrea Docimo
Sitografia: