Ci troviamo a Sibari, provincia di Cosenza, in Calabria. Sibari fu una delle città più ricche e importanti di tutta la Magna Grecia. Questa città è oggi famosa soprattutto dal punto di vista turistico, si affaccia sul mar Ionio, tuttavia la sua importanza nasce dalla sua origine, in quanto fu fondata probabilmente dagli Achei del Peloponneso intorno al VIII sec A.C.
Proprio per la grande importanza storica di questa città, porremo l’attenzione a tutto ciò che resta della sua matrice greca.
Siamo del Parco Archeologico di Sibari , alla sinistra del fiume Crati. Oggi l’area è molto interessante dal punto di vista archeologico, per la sovrapposizione storica di ben tre città: la Sybaris arcaica, Thourioi, e la città romana Copia.
Durante la “colonizzazione greca”, Sibari fu fondata a Sud del golfo di Taranto, e la protezione naturale costituita dalle foci dei fiumi e la fertilità della pianura, favorirono talmente tanto questa colonia, che fu tra le più ricche e potenti della Magna Grecia. Durante le ricerche archeologiche dell’ 800 e ‘900, gli studiosi hanno scoperto tramite reperti e fonti di tipo letterario, come quelle di Strabone, moltissime notizie sulla storia di questo luogo favoloso.
Nel 1932, per esempio, un contadino trovò un’antica colonna, nella zona che sarà in seguito chiamata Parco del Cavallo, e fu questa scoperta fortuita che diede il via ai primi interventi archeologici che portarono alla luce le vestigia della grande città antica. Grazie a queste ricerche e agli scavi soprattutto, che purtroppo però iniziarono piuttosto tardi, gli storici hanno scoperto un’importante necropoli di genti italiche, ed un insediamento del periodo del bronzo a Torre Mordillo.
Ora cerchiamo di capire meglio com’è strutturato il Parco Archeologico. Innanzitutto esso è diviso in settori, ognuno nominato con il nome del rispettivo scavo archeologico. Dunque, troviamo il Parco del Cavallo, Prolungamento Strada, Casabianca, Stombi. Per fortuna tutte le zone nominate sono oggi visitabili, tranne purtroppo Stombi, dato che molte delle zone sono talmente profonde che la visita non sarebbe prudente per i turisti.
Ciò che possiamo ammirare invece nelle zone visitabili sono sicuramente una grande domus risalente forse al 50 a.C., con dei meravigliosi pavimenti a mosaico e in marmo, e delle bellissime pareti affrescate, caratterizzate da un’ interessante policromia. Non molto distante, troviamo un antico Pozzo arcaico costituito da cilindri in terracotta, e proseguendo lungo il percorso troviamo molti resti di antiche botteghe che si affacciavano sulla strada, una location tipica delle città romane, simile a quel che troviamo agli scavi di Pompei ed Ercolano in Campania.
La Calabria è un territorio ricchissimo di reperti dell’antica Grecia, ogni luogo inesplorato e sconosciuto merita di essere scoperto. Ma andiamo avanti, solo in questo sito, i resti non finiscono mai.
Procedendo, troviamo infatti anche un antico Teatro del I secolo d.C. di cui sono ancora visibili le colonne dell’antico impianto del teatro e proprio accanto ad esso, due fontane circolari che avevano una funzione puramente estetica , per abbellire tutta la zona del Foro.
Il pezzo forte del sito, si trova nella parte meridionale del parco, dove resta il grande impianto termale di età traianea, all’interno di questo impianto sono addirittura rimasti i tubuli di terracotta delle concamerazioni parietali, i piccoli pilastri che sostenevano il pavimento, e anche la piscina d’acqua fredda!
La meraviglia che ci coglie durante la visita in questo splendido sito calabrese, ha colto personaggi illustri anche lontani dall’Italia, come lo scrittore inglese Norman Douglas che a proposito di Sibari disse:
“Chi, se potesse, non vorrebbe vivere tanto da vedere che cosa viene alla luce di Sibari?”.”
Martina Napolitano
fonti : www.archeocalabria.beniculturali.it/; www.calabriatours.org/siti_archeologici