Il Duomo di Milano è il simbolo del capoluogo lombardo, meravigliosa fabbrica costruita secondo il sistema gotico delle volte a crociera.
Milan l’è un gran Milan così Medardo Rosso racconta la sua Milano. Come dargli torto. Milano, capitale economica italiana nella seconda metà del XIX secolo, è molto più che nebbia, lavoro e caos. La sua fondazione è ricondotta all’inizio del VI secolo a.C da parte degli Insubri, popolazione celtica. Conquistata dai Romani nel 222 a.C. e chiamata Mediolanum, fu protagonista di una decisiva crescita nel momento in cui divenne una delle sedi imperiali dell’Impero romano d’Occidente insieme a Nicomedia, Antiochia e Treviri per volere dell’imperatore Diocleziano.
Durante la sua storia assunse svariati ruoli, tra i quali capitale, nonché principale centro politico e culturale, del Ducato di Milano durante il Rinascimento, capitale del Regno d’Italia durante il periodo napoleonico e capitale del Regno Lombardo-Veneto durante il periodo austriaco. Simbolo spettacolare della città è sicuramente il Duomo di Milano.
Nelle vicinanze del Duomo di Milano, nei pressi della città romana i primi Cristiani fondarono un battistero dedicato a Santo Stefano nascosto tra le abitazioni. L’imponente chiesa Madre è stata edificata in un’area in cui sorgevano l’antica cattedrale di la basilica di Santa Tecla, più vasta e luminosa per l’estate e Santa Maria Maggiore, più raccolta per l’inverno. Siamo nel cuore della città. Nel 1386 si decise di costruire una nuova e maestosa cattedrale cittadina.
Il duomo di Milano è una chiesa dedicata a Santa Maria Nascente, a pianta a croce con cinque navate; quella centrale molto vasta, con transetto e abside semiottagonale rivolta a oriente. La chiesa (lunga 158 metri, larga 66 metri e 95 metri al transetto) per superficie è la terza cattedrale più grande del mondo dopo la Basilica di San Pietro a Roma e la cattedrale di Siviglia.
Demolite le antiche cattedrali, i lavori cominciarono dalla sagrestia settentrionale e dall’abside, il cantiere avanzava e inglobava la costruzione preesistente in cui si continuavano a celebrare le funzioni religiose. La costruzione del cantiere procede fino al 1600 con la distruzione parziale di Palazzo Ducale assumendo la sua attuale dimensione.
La Fabbrica del Duomo vide susseguirsi nel corso del tempo decine di architetti, scultori, artisti e migliaia di maestranze, tutti impegnati in un’impresa gigantesca e complessa. L’impegno della Fabbrica era oneroso e così i milanesi fecero a gara nel donare tutto quello che potevano perché l’edificio in costruzione fosse il più grandioso di tutta la cristianità occidentale.
Le fonti raccontano che Gian Galeazzo Visconti, che desiderava per la città, capitale del suo dominio, una cattedrale che non avesse niente da invidiare a quelle dei re di Francia o dei vari signori d’oltralpe, concede in usufrutto le cave di Candoglia. Il Duomo di Milano ebbe due matrici, quella del gotico lombardo (1385 circa – settembre 1387) e quella del maturo gotico centro-europeo (dall’ottobre 1387).
In questo breve volger di tempo, la cattedrale assunse definitivamente i due caratteri che gli sono specifici, le “due anime” che ne segnarono la cifra, imprimendo al monumento una irripetibile fisionomia. La prima anima, per volontà dell’arcivescovo Antonio da Saluzzo, della popolazione e con il benestare del Signore di Milano, si espresse secondo modalità stilistiche e costruttive che affondavano le proprie radici nella cultura classica e latina, mediata dall’esperienza, dalle modalità architettonico e dalla spazialità romaniche di cui la Lombardia possedeva un ingente patrimonio esigente come unico materiale il cotto.
La costruzione del Duomo di Milano procedette con una certa celerità; già attorno al 1415 risulta completata la parte absidale, avviati i due bracci del transetto e, oltre questi, le prime tre campate delle navate. Nel 1416 fu consacrato l’altare maggiore posto al centro del coro, ma rimaneva senza copertura la grande crociera centrale, all’incrocio tra navate e transetto.
La cupola e il tiburio, che l’avrebbe inclusa, segnarono una lunga pausa, dovuta alla difficoltà e al rischio di erigere una struttura così imponente solamente su quattro piloni, tra loro raccordati da quattro arconi gotici, più di ornamentali che di sostegno.
Le premesse statiche della cupola furono poste da Guiniforte Solari nel 1460 circa con quattro grandi archi a tutto sesto, di grande sezione, ma costruiti alle spalle di quelli gotici; una soluzione che causò l’inclinazione verso l’esterno dei quattro piloni, con ripercussioni sulla struttura che non tardarono a manifestarsi.
L’esterno è decorato da 2245 statue su un totale di 3400, oltre alle centinaia di figure degli altorilievi. Sulle terrazze, si eleva una selva di 135 guglie: quella Maggiore fa raggiungere l’altezza di 108 metri alla celebre statua dorata della Madonnina. Essa, posta sulla guglia della Croce, fu realizzata da Giuseppe Perego nel 1774 in fine rame dorato e rappresenta l’Assunta.
Simbolo eterno di Milano, Nino Rossi scrisse:
Sciora ammantada, d’or e de fumm,
se la te riva, in mezz al baccan,
‘st’Ave Maria, protegg Milan.
Serena Raimondi