Ci sono momenti in cui è difficile parlare, momenti in cui trovare le giuste parole da dire diventa arduo, giorni in cui, in fondo, la cosa migliore da fare è rimanere in silenzio, e stringersi attorno a chi sta soffrendo. Quello che è successo lo scorso Venerdì 13 Novembre 2015 a Parigi, inutile nasconderlo, ha segnato chiunque abbia seguito la vicenda in diretta televisiva, e ancora di più gli amanti della musica dal vivo. Gli eventi del Bataclan, dove era in corso il concerto degli Eagles of Death Metal, hanno fatto comprendere a chiare lettere che nessun luogo è da considerarsi sicuro, e che anche assistere alla performance del proprio gruppo preferito può costituire un pericolo.
Oltre ai fiumi di inchiostro giustamente impiegati per rendere al pubblico tutte le informazioni possibili su questa immane tragedia, ci ritroviamo a constatare di come, pur di salire agli onori della cronaca, si sia disposti ad inventare l’impossibile, e a far passare una rock band come gli Eagles of Death Metal per un gruppo metal, uno di quelli estremi, con testi inneggianti a chissà quale idolo pagano. Proprio per questa ragione, onde evitare il fiorire della retorica spicciola sulla cosiddetta “musica del diavolo”, occorre fare un minimo di chiarezza.
Chi sono gli Eagles of Death Metal?
Gli Eagles of Death Metal sono un band prevalentemente hard rock ed alternative rock, fondata nel 1998 dal chitarrista e cantante Jesse Hughes e dal più noto Josh Homme, famoso per essere stato fondatore e leader dei Queens of the Stone Age e soprattutto dei Kyuss, una vera e propria istituzione dello stoner rock. Nonostante Homme sia stato, nel corso degli anni, impegnato con i Queens of the Stone Age, il gruppo, dalla pubblicazione di Peace, Love and Death Metal, hanno preso parte a tour di spalla a band come The Strokes e Placebo, arrivando ad esibirsi come headliner.
Il quanto mai bizzarro nome del gruppo è stato ideato, secondo quanto narrano leggende metropolitane, a seguito di una sbronza, in cui Hughes aveva dichiarato che i Poison, nota glam rock band statunitense, erano considerabili come “Gli Eagles del death metal”. Come potrete facilmente rendervi conto ascoltando qualsiasi dei loro brani, di metal, o ancor più di death metal, non c’è la benché minima traccia; non ci sono riff ultra veloci, non c’è growl, non ci sono testi splatter o inneggianti a Satana né altre amenità.
Se vi state chiedendo il perché di tutte queste parole, un tweet vi schiarirà le idee:
Nessuno lo dice ma al #Bataclan c’era il live di EAGLES OF DEATH METAL. Musica che inneggia a morte orrore e sofferenza. #PrayForParis
— Dj Aniceto (@djaniceto) 14 Novembre 2015
Inutile dire che, con buona probabilità, il noto Dj italiano non avrà ascoltato neanche una canzone degli Eagles of Death Metal, e si sarà fatto trarre in inganno da quelle due ultime maledette parole. Ma, per quanto l’errore sia marchiano, c’è da dire che a scrivere questo tweet è stato pur sempre un “semplice” personaggio pubblico che, per quanto noto, non è un organo di informazione. Quando invece allusioni di questo genere si leggono anche su quotidiani nazionali e siti internet di spessore, una domanda sorge spontanea:
Ma qualcuno ha mai veramente ascoltato un pezzo degli Eagles of Death Metal?
Sfogliando le pagine de La Repubblica, è infatti possibile leggere un articolo circa la morte di Valentin Ribet, un ragazzo 26enne, vittima della strage del Bataclan, così intitolato: «Il ragazzo anti-corrotti trucidato al suono del “bacio del diavolo”». Il bacio del diavolo fa riferimento a ‘Kiss the Devil‘, il sesto pezzo nella scaletta degli Eagles of Death Metal per il concerto parigino, interrotto dalle raffiche dei kalashnikov dell’ISIS.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=m1nNkotWOQU]
A parte la semplice constatazione che la traduzione letterale del titolo del pezzo sarebbe, avendone semmai letto il testo, “Bacio il Diavolo”, sembra veramente strano dover leggere, nel 2015, articoli con intestazioni così fuorvianti. Sempre in La Repubblica, è possibile leggere un piccolo trafiletto in cui si parla della morte Guillaume Decherf, un critico musicale che avrebbe dovuto intervistare gli Eagles of Death Metal al termine del concerto e che, purtroppo, è stato uno dei primi caduti. In questo piccolo piccolo testo, di nemmeno dieci righe, si fa riferimento alla band californiana con la poco felice traduzione di “Aquile della morte metallica”.
Chi ha paura del death metal?
La buona fede degli articolisti in questione è fuori discussione, sia chiaro, ma in un contesto come quello italiano, dove ancora c’è chi crede che l’ascoltatore medio di metal abbia qualche simpatia per il Demonio, scrivere queste cose può generare dei fastidiosi equivoci, alimentare inutili e sterili polemiche, che finirebbero quasi ad affermare che la “violenza” nella musica suonata quella sera è stata affine a quella che ha scatenato la folle mattanza del Bataclan: così come accadde con la strage di Charlie Hebdo, dove alcuni arrivarono quasi a giustificare l’attentato estremista, affermando che l’estrema e pungente ironia del settimanale satirico era stata punita per i suoi contenuti blasfemi.
Nonostante, come riteniamo, questa piccola bolla di sapone di dissolverà in un battito di ciglia, è veramente strano constatare a che cosa si arrivi pur di attirare l’occhio del lettore; ma soprattutto, permetteteci questa domanda: ma c’è ancora chi crede che il rock sia la musica del diavolo?
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=3DLVLRpKtYc]
Claudio Albero