La Saga dell’Infinito nasce nel 1991, con l’uscita de “Il Guanto dell’Infinito”, grazie a Jim Starlin e George Pérez, che avrà come seguiti “La Guerra dell’Infinito” e “La Crociata dell’Infinito”. Tra i personaggi principali troviamo Thanos, Warlock (e suoi alter-ego) e molte delle Entità Cosmiche.
Il Guanto è considerato quasi all’unanimità un capolavoro del genere, un fumetto da consigliare a chiunque voglia accostarsi all’universo Marvel e, in particolare, ai personaggi di Thanos e Warlock.
Senza nulla togliere alla bellezza dell’opera, può essere interessante analizzarla seguendo un approccio diverso ossia tentando di individuare gli errori che la attraversano. Ciò risulta particolarmente piacevole in opere (che siano esse fumetti, film, libri) che trattano temi delicati come l’onnipotenza e i viaggi nel tempo.
Qualsiasi appassionato del genere fantascientifico saprà che, in casi simili, il cosiddetto “paradosso” (temporale o meno) è dietro l’angolo, e che ogni azione-reazione non è così scontata come può apparire ad un primo sguardo. Ne “Il Guanto dell’Infinito”, situazioni ambigue di questo tipo sono molteplici. Diamo loro un’occhiata più da vicino.
La manipolazione di Mefisto
Nella prima parte della saga gli eroi terrestri cercano di combattere Thanos. Ovviamente lo scontro è impari ai massimi livelli. Gli eroi hanno, però, un inaspettato alleato: Mefisto.
Egli manipola Thanos, lo convince che rinunciare ad alcuni suoi poteri potrebbe impressionare Lady Morte, conquistandola. Il Titano rinuncia così ai suoi sensi divini, tra cui la capacità di predire il futuro. Riacquisterà i suoi pieni poteri soltanto quando, ad un certo punto, capirà di essere stato troppo avventato nel compiere tale scelta.
Questo sembra essere un primo errore di trama: Thanos infatti, nel pieno possesso dei suoi poteri, avrebbe dovuto essere onnisciente e di conseguenza avrrebbe dovuto conoscere in anticipo le conseguenze del suo gesto.
Eppure, la spiegazione a questo errore potrebbe trovare risposta in una frase di Eros: egli afferma, infatti, che il fratello è distratto dall’amore che prova per la Signora della Morte. Inoltre, non è ancora completamente abituato all’onnipotenza.
Questo non è, però, l’unico errore evitato (o meno) all’interno della saga del Guanto dell’Infinito.
Un altro lo si riscontra quando…
Nebula perde il Guanto
Sostanzialmente l’errore nelle percezioni di Nebula all’avvicinarsi di Warlock (che le sottrae il Guanto) è simile a quello commesso da Thanos. Pur avendo conoscenza di tutto ciò che è stato, che è e che sarà, nonchè di ogni pensiero dell’universo, essa viene ingannata dall’attacco congiunto di tutte le Entità Cosmiche presenti sul campo di battaglia. Ciò viene spiegato, come per Thanos, con l’ancora bassa abitudine all’onnipotenza.
Nonostante essa non si accorga della presenza di Warlock, in quanto fuori dai regni di Caos e Ordine, l’unica spiegazione possibile alla mancata visione è la già citata mancata abitudine all’onnipotenza.
Certo, ciò sembra essere un po’ una soluzione “comoda”, ma non intacca la bellezza dell’opera e quindi può starci. Del resto, se Thanos aveva avuto di quei problemi (nonostante il maggior tempo per abituarsi) perché non avrebbe dovuto averne Nebula? Tra l’altro Thanos partiva già in una posizione di maggior abitudine, dato il suo potere più alto (già di solito) e i suoi trascorsi col Cubo Cosmico.
C’è però poi un errore più grave, ovvero…
La perdita del Guanto dell’Infinito da parte di Thanos
Nel momento in cui Thanos assurge al ruolo di Eternità, lasciando il suo corpo mortale (e relativo Guanto) alla mercè di chiunque, viene spontaneo chiedersi: perché non ha fatto in modo da premunirsi contro la possibilità che qualcuno gli rubasse il Guanto dell’Infinito?
Del resto è un errore già commesso in passato, con il Cubo Cosmico. Tutto sommato, però, ciò può essere spiegato con il suo sentirsi inadeguato all’onnipotenza. Egli, inconsciamente, semina i frutti della sua disfatta.
Consciamente, però, così non dovrebbe essere: quando vede Nebula avvicinarsi al Guanto avrebbe avuto varie possibilità di fermarla. Prima di tutto poteva semplicemente pensare di ucciderla. Oppure avrebbe potuto congelare il tempo. Avrebbe potuto teletrasportare lei, o teletrasportare il suo corpo (o solo il Guanto).
Avrebbe potuto investirla con una scarica di radiazioni mortali. Avrebbe potuto fare di tutto, e non si venga a dire che non ne ha avuto il tempo, perché per un essere che il tempo lo controlla, suona un po’ strano. Del resto, come viene mostrato nella parte finale del fumetto (quando è Warlock ad avere il Guanto), il tempo non significa nulla per colui che possiede l’onnipotenza delle Gemme dell’Infinito.
Giustificare tutto ciò con l’inconscio senso di inadeguatezza di Thanos suona un po’ banale e forzato. Fortunatamente, la bellezza dell’opera non è minata neanche leggermente da questi “errori”.
Marco Giusto