Le relazioni nella società contemporanea

L’individuo può essere compre solo considerandolo all’interno delle sue relazioni passate e presenti.

La citazione di Stephen A. Mitchell, insieme a quelle di altri autori, è stata presentata nella conferenza del 13 novembre 2015 svoltasi nel Comune di Caivano e organizzata dall’Ordine degli Psicologi della regione Campania dal titolo: le relazioni nella società contemporaneaitinerari evolutivi. Eventi simili, ma con tematiche differenti, sono stati presentati in tutto il territorio campano per la VI Edizione della Settimana del Benessere Psicologico conclusa il 15 novembre scorso.

relazioni
Locandina della settimana del Benessere Psicologico.

Tutti gli appuntamenti nei vari comuni presentavano un riferimento al tema generale della settimana: la sicurezza. In particolare, l’evento del 17 ha trasportato il tema della sicurezza nelle relazioni sociali. I relatori, il dottor Zanfardino e la dottoressa Frezza, con l’intervento degli alunni del Liceo delle Scienze Umane Niccolò Braucci di Caivano, i quali si sono espressi sugli undici fattori della terapia di gruppo di Yalom, hanno presentato un quadro completo e chiaro delle interazioni all’interno della società globalizzata.

Società semplici e complesse: quali relazioni comportano?

Prima di parlare di relazioni nel mondo contemporaneo, è doveroso fare una distinzione tra le società semplici e quelle complesse, tra lo stato di inciviltà e quello di civiltà. Al di là della differenza visiva, legata all’organizzazione e osservabile senza particolari riflessioni, vi è quella legata al modello relazionale.

Nella società semplice la rete di relazioni è lineare ed è possibile notarlo nel metodo di trasmissione delle conoscenze – quello per imitazione, scollegato dal contesto scolastico odierno – e nella concezione che ogni individuo ha di sé stesso. Su quest’ultimo concetto è opportuno soffermarci. Il dottor Zanfardino, nella sua relazione, è partito dalla riflessione del filosofo inglese Thomas Hobbes soffermandosi sui concetti di inciviltà e civiltà. Il primo di essi presenta la caratteristica del “tutti contro tutti”, di conseguenza ogni essere vivente tendeva a soddisfare i proprio bisogni seguendo l’istinto, eliminando chiunque gli si poneva davanti. È stato possibile collegare ciò con la vita psichica dell’infanzia che prevede quel sentimento di onnipotenza soggettiva – concetto appartenente alla teoria di Donald Winnicott – generato dall’unica relazione sperimentata, quella con la figura materna, caratterizzato dalla tendenza dell’infans a considerare indivisibile la sua essenza e quella della madre.

Nelle società complesse, le relazioni sono intrecciate tra loro in una trama fittissima – questo spiega la nascita del sistema scolastico come strumento ordinatore. Nella filosofia di Hobbes, questo genere di società coincide con lo stato civile nel quale vi è un mediatore, il Leviatano (ossia lo Stato), che produce un cambiamento o nelle relazioni rendendole sicure. Nella vita psichica dell’individuo, l’essere civile coincide con la comparsa della figura paterna: la relazione triadica consente di perdere lo stato di onnipotenza e apprendere quelle relazione che accompagneranno l’infans per il resto della vita, trasformandolo in civis.

Pro e contro della società contemporanea

relazioni
La relazione come spazio.

A questo punto dell’evento, dopo aver chiarito come sono cambiate le relazioni nel corso della storia e come cambiano nella vita dell’individuo, la dottoressa Giovanna Frezza, psicologa, sessuologa e specializzanda in psicoterapia, prende la parola chiarendo ,in principio, il concetto di relazione: «è uno spazio fra due o più persone che interagiscono, che co-creano qualcosa di altro rispetto alla singola persona». La definizione data dalla Dottoressa, insieme alla lettura di massime appartenenti a grandi autori, spiega chiaramente come ogni persona metta tutta se stessa in questo nuovo spazio con le proprie emozioni ed esperienze, e l’impossibilità di ottenere l’autosufficienza e la solitudine assoluta. «Anche il più profano di psicologia – ha poi affermato la relatrice – ammetterebbe che un io senza un tu non esiste».  Inoltre, come spazio, la relazione implica un “esserci”: esistere nella relazione come si esiste sulla terra, poiché un’esistenza senza essa non è per nulla possibile.

Proviamo ad analizzare, a questo punto il nesso tra relazioni e società contemporanea. All’inizio della conferenza, è stato accennato il rischio di perdere la relazione umana. Con la nascita del villaggio globale, termine adoperato da Mcluhan, le relazioni hanno sicuramente ottenuto una connotazione diversa: lo spazio è adesso virtuale, capace di diminuire le distanze, ma rappresenta non un momento di incontro di emozioni bensì di immagini. L’adolescente, il principale destinatario di tutti i prodotti della società contemporanea, crea una vetrina sui più importanti social network la cui merce è proprio l’immagine di sé stesso. La relazione è quindi diventata l’insieme di like e commenti che ruotano attorno all’appagamento dei bisogni narcisistici ed egoistici del giovane adolescente.

Alla fine della conferenza, notando il grande afflusso di giovani, la riflessione è sicuramente positiva: è confortante, da parte sia dei relatori sia dei docenti e degli alunni, osservare l’interesse verso il benessere psicologico fatto di  relazioni gratificanti da parte della fascia giovanile che troppo spesso viene criticata.

Alessandra Del Prete

Fonti

Fonte immagini: Google.it