Intervista al cantautore napoletano Nicolò Annibale, tra progetti, passioni e speranze. Ecco le sue parole rilasciate per LaCooltura.
Porta di Massa, Federico II, è mezzogiorno. Un venerdì freddo, un tipico venerdì di fine novembre, ma un giorno importante per Nicolò Annibale. Per il cantautore napoletano, classe 1995, è il giorno dell’uscita del suo primo EP, appunto Nicolò, che anticipa di pochi mesi il suo album. L’ho incontrato, tra una lezione e un’altra, e abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulla sua passione, sulla sua storia: ecco l’intervista completa.
Indice dell'articolo
Oggi (Venerdì 27) esce il tuo primo EP. Ci racconti la sua storia?
Suono e canto da piccolino. Da bambino cantavo o “Terra mia” o “Con te Partirò“, cose molto differenti. Ho sempre voluto fare questo nella vita, da quando ero bambino, poi alla soglia dei 18 anni… mi sveglio una mattina… e mi rendo conto che scrivere in napoletano era più bello! In italiano scrivevo, ma non ero così libero come con il napoletano. Sono partito con la mia vecchia band, i Kòcore, di cui alcuni membri (dopo la separazione) fanno parte della band che mi accompagna, ed ho cominciato da solo ad aprire concerti dei Foja, de La Maschera, di Gnut. Poi, arrivato ad un certo punto, è nato quel bisogno di dare una svolta.
Così nasce il CD. L’EP che esce oggi (venerdì 27 Novembre, ndr) ho deciso di pubblicarlo perché la settimana scorsa è uscito il video ufficiale di “Vulesse“, quindi avevo il bisogno di vedere un riscontro, positivo o negativo che sia. Il CD nasce dal bisogno di dire qualcosa. L’EP si chiama Nicolò, ma il CD si chiamerà Ce voglio credere, il primo singolo estratto, e per me significa credere nei miei sogni, e nel mio caso il mio sogno è fare musica. La musica è il mio sogno, ne ho bisogno per esprimere ciò che voglio dire, e questo CD per me rappresenta il crederci e continuare a crederci. La musica è una di quelle cose di cui nella vita non possiamo fare a meno, credo che possa dare molto ad una persona.
“Vulesse” ha anticipato l’uscita del tuo lavoro, ed è anche disponibile un video ufficiale: come è stato l’impatto con questa esperienza, come è stato lavorare al video di una tua canzone?
Per me è stato fantastico. “Vulesse” è stata una canzone che ho scritto a diciassette anni e inizialmente non mi piaceva, l’ho riposta in un cassetto. Poi lavorando con la band ed incidendo anche una piccola demo, ho visto che in realtà funzionava molto. Lavorare al video mi è piaciuto, l’idea del video l’avevo da quando ho cominciato a scrivere la canzone, già immaginavo una cosa del genere… L’idea è diventata realtà. Ho lavorato personalmente alla realizzazione, ho seguito il montaggio, l’attrice (Martina Esposito) è una mia carissima amica e il ragazzo del video ha lavorato benissimo. L’ambientazione di Via Toledo è stata fantastica, ed è stato divertente fare finta di suonare lì! Un signore ci ha anche dato due euro, poi se li è venuti a riprendere una volta capito che facevamo finta… Comunque è stato bello, emozionante: è comunque il primo video che facevo.
Vulesse che a notte, quanno se fa scuro
ca o’ core parlasse e me chiammasse ammore
vulesse che a matina t’affacciasse o’ balcone
e o’ sole te scetasse senza te fa zumpà
Nicolò Annibale è cantautore, napoletano, tra il pop ed il blues. Con queste parole chiave, la domanda viene spontanea: qual è il tuo rapporto con Pino Daniele?
A me piace definirmi più pop, però mi sporco di lineamenti di blues e di rock. Il mio rapporto con Pino Daniele…se non ci fosse stato Pino Daniele a quest’ora non saremmo qui a parlare, non canterei, non farei musica. Sicuramente è stata la mia influenza maggiore, ti ho detto: cantavo da bambino “Terra Mia“. Quando è morto Pino sono stato davvero male, come se fosse morto un fratello. Ho un rapporto molto stretto con la sua musica, per me è l’emblema di Napoli, quel porto che ci ha permesso di ricevere tante cose. La mia descrizione su Facebook recita «Speranzoso cantautore napoletano, nato sotto il segno di Pino Daniele e di quella bella Napoli che a volte tutti dimenticano». Per me Napoli è Pino Daniele, ma anche Troisi, De Filippo… figure che a Napoli dovrebbero prevalere, influire sulla vita di tutti quanti. Napoli non è solo «pizza e mandolino», Napoli è ciò che hanno trasmesso questi nomi. Pino Daniele amava così tanto Napoli che è dovuto andare via. Per me è stato un esempio, poi sono arrivati altri cantanti ad ispirarmi, come Francesco Di Bella, Dario Sansone dei Foja… ma con Pino Daniele è diverso, non farei quello che faccio senza di lui.
Qual è il rapporto tra Nicolò Annibale e il chitarrista e compositore Fabrizio Fedele, conosciuto da tempo sulla scena musicale napoletana?
L’ho conosciuto 7-8 anni fa, insegnava chitarra alla mia migliore amica. Mi sono ritrovato a lezioni di chitarra con lui, ma avevo ‘a cap e merd… Facevo più casino che studio ma nonostante ciò si è creato un bel rapporto. Per me non è un direttore artistico, ma un amico, un fratello. Per me è un mentore, ascolto sempre i suoi consigli ed è stato importante nel mio percorso musicale, uno di quelli che mi ha insegnato sempre a crederci: mi ha aiutato tanto. Il rapporto con lui è sicuramente di amicizia.
Al giorno d’oggi la figura del giovane cantante si associa subito all’idea del talent. Come li giudichi? Ti vedremo mai su uno di quei palchi?
Non so se ci sarà la possibilità di partecipare, non ci penso tanto. Credo che ogni cosa debba avere il proprio tempo. Il talent è una grande occasione, nel periodo storico musicale in cui ci troviamo è la maggiore occasione, perché fondamentalmente si può fare buona musica ma non emergere mai. Non so se andrò. Però non mi sento di escluderlo del tutto, la vita è imprevedibile: domani potrei svegliarmi e decidere di andare ad Amici. Credo che non rispecchi la musica che faccio, non rispecchia il mio genere, è senza dubbio un bel palco, una bella occasione per la musica napoletana, come qualsiasi cantautore napoletano che vada nei talent a portare la nostra musica. Io sono convinto che noi a Napoli potremmo risollevare la cultura musicale italiana per i prossimi quindici anni, ma non lo facciamo perché ci spaventiamo, rimaniamo chiusi in una bolla che purtroppo ci siamo creati… Dopo i 24 Grana c’è stato un abisso, ma se si guarda bene la bella musica c’è, e gran parte sta qua a Napoli. Se il talent può essere un’occasione in questo senso ben venga, ma io credo che un musicista non debba mia snaturarsi, modificare la propria musica o le proprie idee. Io sono contento di suonare a Napoli, di girare i locali, di crescere così, non sento il bisogno di andare ad un talent. Quello che verrà domani, lo affronterò con il sorriso.
Quando è prevista l’uscita ufficiale del CD?
Il CD dovrebbe uscire tra Febbraio e Marzo. Inizialmente si era pensato a Gennaio, ma non c’è fretta, preferisco fare le cose con calma, inutile correre. Ormai è quasi pronto, sicuramente per l’anno nuovo. Per il 18 Aprile, il mio compleanno, lo avrò tra le mani, già pubblicato.
Ringrazio ancora una volta Nicolò Annibale per la disponibilità e per la genuinità dimostrata. Se cercate un nome da tenere seriamente d’occhio per il futuro, Nicolò Annibale è il nostro consiglio.
Diego Sbriglia