Game of thrones ed il simbolismo del cervo medievale

In questa serie di articoli analizzeremo il simbolismo degli stemmi delle famiglie principali in Game of Thrones. In questo primo pezzo ci concentreremo sul cervo, simbolo dei Baratheon. Lo stemma della famiglia reale è un cervo rampante su campo giallo, la particolarità che lo distingue da tutte le altre famiglie è la corona, simbolo di potere particolarmente esplicito.

Nonostante fosse una figura dal valore simbolico molto positivo, essa è stata un’immagine non molto utilizzata nell‘araldica medievale, se paragonato al leone rampante o al drago, creature iconiche ed esotiche, che richiamano subito alla mente dell’uomo medievale un’immagine di potenza e grandezza senza andare troppo per il sottile. Attualmente alcuni comuni, sopratutto montani del nostro bel paese continuano ad utilizzare come simbolo l’immagine del cervo. Possiamo citarne alcuni quali:

Il comune di Cervia: Cervo incoronato

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 Sarentino: Testa di cervo su sfondo blu

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Santa Cristina Valgardena: Cervo rampante

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Il cervo nel simbolismo medievale

C’è un motivo per cui questo animale è stato utilizzato come simbolo totemico da così poche famiglie nobili dell’Europa medievale: è un animale di buon auspicio ma che incute anche timore. In passato è stato spesso associato da differenti culture sia alla fecondità, che alla potenza divina. A causa delle sue corna, che è solito cambiare ogni anno, è stato associato all’immortalità e all’eterno ciclo di nascita e morte.

Nella cultura classica è una manifestazione terrena della dea cacciatrice Artemide. Al generale e politico romano Sertorio venne regalato un cucciolo di cervo bianco durante le sue campagne in Spagna, e tramite questo animale, che venne subito considerato un simbolo divino, riuscì ad ingannare e ad assoggettare le tribù barbare.

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raffigurazione presente in un bestiario medievale

Questo legame fra il cervo e la divinità continua anche nel medioevo con la tradizione agiografica, le cosiddette “vite dei santi”. Il testo più antico in cui possiamo trovare la figura del cervo è la leggenda di Sant’Eustachio, un racconto in cui il santo viene convertito al cristianesimo in seguito all’apparizione di un cervo parlante, emissario di Cristo o secondo un’ipotesi ancora più curiosa, il Cristo stesso. Questa associazione adoperata in epoca medievale fra il cervo ed il dio cristiano può essere spiegata col particolare comportamento di questo animale di stanare le proprie prede nelle tane. Nei bestiari medievali viene descritto come una creatura benefica, purissima e caparbia, nemico naturale del serpente, che a sua volta è una manifestazione del diavolo.

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Cerumnos

Anche presso le popolazioni celtiche esso era animale sacro al dio Cerumnos, una divinità maschile, successivamente associato al diavolo dal cristianesimo per i suoi attributi bestiali, raffigurato con delle corna cervine sulla testa. Un fatto interessante è che tuttora il “dio cornuto” di origine celtica sia oggetto di adorazione da parte delle comunità neo-pagane wiccan, a conferma del suo indiscutibile fascino.

E soprattutto in epoca medievale rivendicare come stemma familiare il cervo non era propriamente cosa da tutti: avendo questo animale una fortissima valenza biblica, utilizzarlo sarebbe equivalso all’autoproclamazione di emissari divini, che da sempre è un ottimo modo per legittimare l’autorità di un sovrano. Non sarà d’effetto come il drago dei Targaryen, ma mantiene comunque una valenza evocativa.

Chiara Cianniello

Fonti