Siamo a dicembre e, come di consueto, si è appena conclusa la prima parte di The Walking Dead 6 (e chissà che quel “di consueto” non staremo qui a dirlo per altre dieci).
The Walking Dead 6×08: Start to Finish
Ma partiamo dalla fine: sono almeno due anni che a metà stagione qualcuno deve per forza lasciarci la pelle. Stavolta la mala sorte spetta alla donna che davvero non ti aspetti (si fa per dire), Deanna, morsa nel berbero inferno creato dagli erranti, che grazie ad un crollo sono riusciti ad entrare nella cittadina. Al terzo anno di fila, insomma, sopravvive ancora il più solito dei pretesti per reggere il climax emotivo di tutto un episodio: una morte costruita e architettata in modo fin troppo frenetico che tutto lascia meno che una lacrima sul viso. Ma è chiaro fin da subito che a tirare le redini della 6×08 dovrà essere altro, ed è lecito chiedersi cosa.
Difficile pensare che sarebbero stati davvero bene ognuno nelle proprie case, al calduccio e con i vaganti lì fuori a dare manate alle porte. Ed è qui che The Walking Dead 6 (non) ci stupisce, quando decide che a rompere le imposte di casa e a lasciare entrare i non morti deve essere la telefonatissima zuffa tra Ron e Carl. Che di per sé potrebbe diventare un bel problema in più da gestire, visti i recenti trascorsi amorosi tra i loro genitori, fin quando non si trasforma nell’ennesima scorciatoia di una sceneggiatura fritta e stantia (chi si pente dopo nemmeno un secondo di aver quasi ucciso un coetaneo?).
E così andiamo avanti e scopriamo qualcosa che potrebbe piacerci, e che infatti tende la mano ai più sensibili. Naturalmente parliamo dello scontro ideologico che tiene accesa la lite tra Morgan e Carol, che (guarda un po’) si risolve come da copione. Notevole e quanto mai fuori luogo con ciò che sta accadendo là fuori. Indispensabile, però, poiché sottolinea ancora una volta i valori di un personaggio e l’impatto che questi è riuscito a (non) dare al gruppo, quando ha cercato ottusamente di disabituarli a fare quello che in tempi come questi riesce un po’ a tutti come rubare le caramelle a un bambino. Uccidere rende ciechi, e ti toglie ciò che di umano ti è rimasto. Lo ha capito Morgan, che si fa portatore del più nobile degli ideali (che le persone cambino, cioè, anche le più irrecuperabili). In natura, tuttavia, vince chi si adatta, chi si adegua alle circostanze. E quindi anche chi uccide.
Sam: where the bravery happens
La vera e propria chiusura dell’ottava puntata è un qualcosa di già visto, ma che per The Walking Dead 6 ha il soddisfacente sapore dell’autocitazione, che vede Rick, Carl, Michonne e compagnia costretti a dover uscire di casa fra i vaganti. Per farlo viene rispolverata una tecnica che aiutò lo stesso ex sceriffo nella prima stagione, ad Atlanta. Nel gruppo c’è anche Sam, così spaventato che plausibilmente ha paura di scendere anche al piano di sotto. Quello che per la deludente scelta dei dialoghi si sente dire da sua madre che per superare i suoi timori deve fingere di essere coraggioso, perché in realtà è un fifone. Chissà che non funzioni davvero spronare i fifoni così, e poi c’è chi si lamentava di Rick (per questo beccatevi quel grande omaccione di Carl e paragonatelo a Ron).
Chi è Negan?
Tuttavia, nonostante un ultimo quarto d’ora abbastanza soddisfacente che si conclude con la silenziosa marcia tra i non morti, il nostro sguardo indugia nella scena oltre i titoli di cosa. Evidentemente The Walking Dead 6 ha ancora qualcosa da dirci. E un cattivo da presentarci. Negan, personaggio che è sulla bocca di tutti da un bel po’, ma che anche in questo frangente non possiamo che accontentarci di sentire solo nominare. Anzi, è probabile che compaia solamente nell’ultima puntata della stagione e che diventi poi un personaggio chiave dall’anno prossimo. E nel frattempo? Introdurre un personaggio un anno prima dalla sua comparsa vera e propria, se così fosse, metterebbe in risalto ancora una volta le difficoltà di una serie che è evidentemente diventata stantia. E che allunga il brodo, pur non avendo i requisiti per farlo.
Nicola Puca
Fonte immagine in evidenza: seriangolo.it