Mark Ruffalo nasce a Kenosha, nel Wisconsin, il 22 novembre 1967, da genitori di origini italiane e franco-canadesi. La sua formazione di attore avviene fra il Conservatorio Stella Adler di New York e la Orpheus Theatre Company, di cui è cofondatore, all’interno della quale si cimenta in ogni tipo di ruolo, dal tecnico delle luci al regista. Il punto di svolta per Ruffalo avviene grazie all’incontro con Kenneth Lonergan, un regista e sceneggiatore statunitense, che lo include nel cast della sua opera teatrale This is your Youth.
Gli esordi: attore e poi regista
In seguito al successo ottenuto, Lonergan affida a Ruffalo il ruolo di protagonista nel suo primo film come regista, Conta su di me (2000), in cui veste i panni di un ragazzo ribelle con un passato difficile. «L’attore teatrale Ruffalo» scrive Peter Travers della rivista Rolling Stone «segna una svolta dando al suo ruolo un’intima intensità che suscita il paragone con il Brando degli inizi e l’ultimo James Dean». Il confronto con Brando e la positività generale delle critiche ricevute — viene definito «formidabile» dal Washington Post — costituiscono il trampolino di lancio per la carriera di Ruffalo, che riesce ad ottenere ruoli di maggior rilievo.
Dopo una pausa per motivi di salute, nel 2002, Ruffalo riprende a lavorare a pieno regime confermandosi negli anni come un attore adatto sia a commedie che a ruoli più impegnati. Nel 2004 è nel cast di Se mi lasci ti cancello (Eternal sunshine of a Spotless Mind), film vincitore del Premio Oscar per la miglior sceneggiatura, con Jim Carrey e Kate Winslet, mentre nel 2005 trova un ottimo affiatamento con Reese Witherspoon in Se solo fosse vero (Just Like Heaven).
Nel 2010 Mark Ruffalo è al fianco di Leonardo DiCaprio in Shutter Island di Martin Scorsese, e di Julianne Moore in I ragazzi stanno bene, film che gli permette di essere candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista per la prima volta. Il 2010 è anche l’anno del suo esordio alla regia con Sympathy for Delicious, che vince lo Special Jury Prize al Sundance Film Festival, un festival cinematografico dedicato ai film indipendenti.
Mark Ruffalo, terzo e — per ora — ultimo Hulk
In The Avengers (2012) Ruffalo interpreta il dottor Bruce Banner, noto supereroe dei fumetti Marvel che a causa dell’esposizione ai raggi gamma si tramuta in Hulk, essere dalla forza portentosa ed esternazione della rabbia di Banner. Anche Ruffalo, come l’attore Edward Norton, suo predecessore nei panni di Banner, è grande fan della serie di fumetti dedicata ad Hulk.
The Avengers è il primo film della saga cinematografica dedicata ad un gruppo di supereroi della Marvel, i Vendicatori, fra cui spiccano Tony Stark — Robert Downey Jr. — e appunto Bruce Banner. Banner viene rappresentato da Ruffalo come «un uomo spaventato da sé stesso» (Henry Barnes, The Guardian), stanco di vivere senza essere in grado di controllare il suo alter ego, dotato di prudenza e pacatezza — indispensabili nella sua situazione — che fanno da contrappeso all’esuberanza e all’avventatezza dimostrate, invece, da Stark.
Nel 2015, Mark Ruffalo prenderà parte anche al sequel The Avengers: Age of Ultron, che, insieme a The Avengers, si stanzia fra i primi dieci film con il maggiore incasso di sempre.
Grazie a Foxcatcher – Una storia americana (2014), di Bennett Miller, ottiene la sua seconda candidatura agli Oscar come miglior attore non protagonista. «Steve Carell, Channing Tatum e Mark Ruffalo danno superbe prestazioni di una forza inquietante nella saga del vero crimine di Bennett Miller» (Justin Chang, Variety). Il film è tratto infatti dall’autobiografia di Mark Schulz (Chaning Tatum), fratello di David Schulz (Mark Ruffalo), lottatore campione olimpico per gli Stati Uniti d’America assassinato dal suo allenatore (Steve Carell).
Nel film Teneramente Folle (Infinitely Polar Bear, 2014), Mark Ruffalo interpreta Cam Stuart, un uomo che soffre di un disturbo bipolare della personalità ed eccessi incontrollabili d’ira — come Hulk in The Avengers. Per Michael Phillips del Chicago Tribune vale la pena di vedere Teneramente folle «per quello che Mark Ruffalo fa in cento diversi, discreti modi, che raccontano di come egli crea un personaggio […] stravagante un minuto, spaventosamente imprevedibile quello successivo». Per questo ruolo, Ruffalo è stato candidato ai Golden Globes del 2016.
Francesca Santoro