Star Wars VII – Il risveglio della Forza è senza dubbio la pellicola più attesa del 2015. Ultimo capitolo – per ora, dato che sono già in programma due sequel e vari spin off – di una delle saghe fantascientifiche più amate e – forse eccessivamente – osannate di sempre, diretto e co-scritto da J.J. Abrams (famoso principalmente per il suo ruolo chiave nelle serie televisive Alias, Lost e Fringe e per la regia dei nuovi film di Star Trek), Star Wars VII rappresenta un duplice ritorno: da una parte infatti esso riporta sul grande schermo l’universo ideato da George Lucas dopo più di 10 anni dall’ultima riproposizione (Episodio III risale al 2005), dall’altra riprende le vicende della trilogia originale chiusasi con Episodio VI nel 1983. Il film si presenta dunque come un punto di raccordo tra le aspettative di diverse generazioni di appassionati che da esso si attendono cose ben diverse: combattimenti, intrighi, approfondimenti psicologici ed azione frenetica da una parte, ottime ambientazioni, pochi colpi di scena ben assestati, magia da fiaba, personaggi con caratteristiche e ruoli ben definiti dall’altra. La domanda a cui questa breve analisi tenterà di rispondere è dunque la seguente: Star Wars VII è stato in grado di soddisfare tutte queste aspettative?
N.B. Per non rovinare la visione della pellicola gli “spoiler” presenti nell’articolo faranno riferimento unicamente alle informazioni ricavabili dai titoli di testa del film.
Indice dell'articolo
Trama
Luke Skywalker è scomparso. Con questa rivelazione ed una breve sintesi degli eventi che hanno seguito la morte dell’Imperatore Palpatine e di Darth Vader in Episodio VI il film ha inizio catapultando lo spettatore in una scena d’azione frenetica. La trama si sviluppa poi in maniera piuttosto lineare, attraversando le sequenze tipiche dei film della vecchia trilogia, ma lasciando spazio a qualche piacevole variazione e ad alcuni colpi di scena ben piazzati. Unica pecca sotto questo punto di vista è l’eccessiva somiglianza di Star Wars VII con Episodio IV di cui vengono riprese troppe scene e tematiche, soprattutto nelle parti iniziale e finale del film.
Personaggi
Se nella trama prevale la nostalgia, nella caratterizzazione dei personaggi è senza dubbio la novità a farla da padrona. I protagonisti di Star Wars VII, che si tratti di nuove leve o di vecchie glorie, presentano infatti una psicologia molto più curata e complessa di quelli degli altri film della saga (escluso forse Episodio III caratterizzato da una simile tendenza all’introspezione). Essi non sono affatto esseri monolitici schierati con il bene o con il male una volta per tutte (o fino ad un’inattesa redenzione) ma provano dubbi e paure, ritornano più volte sulle proprie scelte, sono autocritici e pervasi allo stesso modo da vergogna e coraggio. Kylo Ren ad esempio è un cattivo totalmente atipico per la saga: spietato e determinato, vive nel mito di Darth Vader ma al tempo stesso teme di non essere all’altezza del suo eroe e presenta un’indecisione interiore che cozza decisamente con i suoi modi crudeli e sbrigativi. L’apice è però raggiunto con Han Solo che, sebbene presenti tutti i tratti che l’hanno sempre contraddistinto, appare molto più umano e fragile.
Attori
La scelta degli interpreti per un film come Star Wars VII non è di certo facile, ma in questo caso sembra essere stata più che azzeccata. Le nuove leve, in primis John Boyega (Finn) e Daisy Ridley (Rey), si sono infatti dimostrate tutte all’altezza del compito, riuscendo a donare freschezza alla pellicola bilanciando con le loro performance il ruolo più “gravoso” imposto dal copione alle vecchie glorie. Tra esse spicca positivamente Harrison Ford (Han Solo) che, nonostante l’età, non sembra aver perso lo smalto riuscendo a conferire al suo personaggio la stessa aria da “amabile canaglia” che aveva circa trent’anni fa.
Scenografia ed effetti speciali
Le scenografie di Star Wars VII si mostrano molto curate fin da subito dando vita a panorami mozzafiato nei quali, spesso sullo sfondo, agiscono creature aliene di ogni forma e dimensione. Abbandonati gli spazi angusti della nuova trilogia si ritorna infatti allo stile della vecchia con grandi distese planetarie (partendo dal classico deserto, questa volta arricchito da numerosi relitti di astronavi imperiali) a malapena colonizzate da piccoli avamposti di varia umanità. Ad esse si contrappongono gli spazi artificiali delle navi e delle basi del Primo Ordine (l’organizzazione erede dell’Impero), estremamente simili a quelle dei loro predecessori ma ben più spaziose e monumentali. Gli effetti speciali registrano un ulteriore avanzamento rispetto ai precedenti capitoli venendo però impiegati con la giusta moderazione.
Star Wars VII: tra (troppa) nostalgia ed innovazione
In conclusione Star Wars VII si presenta come una pellicola dalla doppia anima: essa è infatti attraversata da continui rimandi al passato della saga che, se da un lato tendono ad appagare la nostalgia dei fan di vecchia data, dall’altro impediscono alla storia di imboccare del tutto una strada nuova, ma al tempo stesso presenta numerose innovazioni nel modo di gestire le situazioni più spinose, nell’uso dei dialoghi, nell’inserimento di elementi comici e, soprattutto, nell’introspezione dei personaggi. Star Wars VII si presenta dunque come una versione modernizzata, ampliata e migliorata della prima pellicola di Lucas (Episodio IV) che riesce ad amalgamare al suo interno un’anima arcaica ed una più moderna gettando un’ottima base per la nuova trilogia. La capacità di lasciare aperti numerosi interrogativi, pur senza lesinare sulle rivelazioni e sui misteri svelati, tipica dei prodotti di J.J. Abrams, contribuisce non poco alla riuscita di una pellicola che, se vista come opera “stand alone”, potrebbe probabilmente essere considerata la migliore della serie. Rispondendo dunque alla domanda iniziale: nonostante qualche pecca Star Wars VII non solo ha soddisfatto pienamente le aspettative dei fan ma ha anche avuto il grande merito di riuscire a suscitarne di nuove.
Alessandro Ruffo