Per quanto se ne possa dire, la Lombardia è un territorio ricco d’arte e in questo panorama si inserisce Bergamo, gioiello di storia e cultura. Bergamo Alta è la città antica: un luogo magico ricco di palazzi nobili, antiche rocche, lavatoi, musei, basiliche impreziosite da marmi, intarsi e opere di eccellenti Maestri d’arte; si oppone ad essa la moderna e vivace Città Bassa, con i suoi borghi, le vie di shopping, arte contemporanea e architettura. Le due anime sono perfettamente coniugate da una gloriosa e antica storia. Nella città alta a nessun visitatore può sfuggire la suggestiva Basilica di Santa Maria Maggiore, uno dei luoghi più visitati del borgo storico.
La Basilica di Santa Maria Maggiore è uno dei monumenti più importanti per Bergamo, riferimento religioso, civico e culturale per la cittadinanza fin dall’epoca della sua costruzione nel XII secolo. Chiuso tra una cinta muraria e caratterizzato da un tessuto urbano minuto di matrice tipicamente medievale, la Basilica ha rappresentato per secoli il cuore di Bergamo, così da essere definita “Cappella della città”.
La leggenda racconta che la chiesa fu edificata per ottemperare ad un voto fatto alla Madonna nel 1133 dai bergamaschi perché proteggesse Bergamo dalla peste che si stava abbattendo sul Nord Italia. I lavori cominciarono sul sito di una preesistente chiesa dell’VIII secolo dedicata alla Vergine nel 1137, su un’area preesistente dedicata alla Clemenza, anche se questa notizia non trova riscontro nelle fonti.
L’artefice fu il magister Fredo quale progettista di Santa Maria Maggiore da un’antica iscrizione oggi scomparsa. Si pensa che la sua origine fosse “comacina” visto che numerosi maestri provenienti dall’area tra i laghi di Como e di Lugano soggiornavano a Bergamo a partire dal XII secolo. La pianta è abbastanza insolita: a croce greca poliabsidata, dotata di cupola a pianta ottagonale irregolare.
La chiesa presenta un interessante schema planimetrico cruciforme, con il corpo longitudinale suddiviso in tre navate ed un ampio transetto scandito in cinque campate rettangolari e chiuso sui fianchi da piccole absidi semicircolari contrapposte, di cui due sono oggi scomparse. I matronei, coperti da volte e aperti all’origine in bifore e trifore, costituiscono oggi la parte meglio conservata dell’edificio romanico.
La prima zona ad essere edificata è l’area rivolta ad est, dall’abside fino al transetto infatti ci sono blocchi più grossi e lavorati in modo differente anche se i materiali sono omogenei nei colori e nella compattezza. I lavori furono poi sospesi e ripresi dopo una lunga interruzione e in condizioni di maggiore economia poiché i due fronti, a nord e a sud, adoperando pietre più piccole e disomogenee nella forma.
A partire dal 1351 e per circa un quindicennio, Giovanni da Campione fu impegnato nella realizzazione dei tre portali dell’edificio, quello principale a settentrione, quello meridionale ed il portale minore, sempre sul fianco nord, verso il Duomo. Lo spazio dell’abside centrale è coronato da una loggia con volte a botte, delimitata in alto da un fregio dentellato e in basso da un fregio vegetale di derivazione classica che funge da cornicione.
La chiesa ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli. Nel Cinquecento fu realizzato un quarto portale verso sud e furono chiuse le gallerie interne; particolarmente intensa fu la fase barocca, con il rifacimento della cupola ormai pericolante su progetto di Francesco Maria Richini, l’addizione alla sagrestia tardo quattrocentesca ed il generale, fastoso rifacimento dell’interno dell’edificio.
Uno tra i numerosi elementi affascinanti è senza dubbio la porta dei leoni rossi, protiro settentrionale della Basilica di Santa Maria Maggiore. È una tra le più celebri opere di Giovanni da Campione, realizzata intorno alla metà del XIV secolo seguendo i modelli della tradizione romanica lombardo-veneta. Dotata di un doppio ordine di logge con statue di santi, la struttura è sorretta da sottili colonne tortili che poggiano su due leoni in marmo di Verona. All’apice imponente è la loggetta che ospita i santi Alessandro, Barnaba e Vincenzo e sulla sommità si conserva la Madonna con il Bambino, realizzata nel 1398.
Serena Raimondi