Animali domestici ma anche animali selvatici sono i protagonisti dell’esperimento artistico della fotografa ungherese Flóra Borsi. Giovane e particolarmente estroversa nella sua espressività artistica, Flóra Borsi ha cercato di indagare il mondo da un punto di vista animale o forse ha cercato di sottolineare quanto sia breve la distanza tra l’essere umano e l’animale.
Le è bastato avvicinare una serie di animali al proprio volto, diventare un tuttuno con l’anatomia di questi ultimi e modificare la propria fisiognomica assimilandola a quella dell’animale stesso. Le foto hanno particolare effetto perché Flóra Borsi sapientemente mette in risalto la presenza umana nascondendola nello stesso tempo tramite l’utilizzo di particolari cosmetici o di simboliche pettinature che metto in evidenza la somiglianza con l’animale prescelto.
In questo caso non è più l’uomo a prevalere sull’animale ma al contrario è colui che diventa il soggetto subordinato all’estetica della fauna che ci circonda. La tecnica dell’autoritratto, anche quello fotografico, è una sorta di auto-autopsia estetica, anche se non è molto corretto grammaticalmente, si tratta di avere una visione totale di noi stessi quasi sempre critica e quasi mai volta a sottolineare i pregi quanto piuttosto ad enfatizzare i difetti.
Questo punto di vista non è una caratteristica dell’indole animale, che invece è priva di una parsimonia estetica, molti animali anzi forse inconsapevolmente spesso risultano essere molto vanitosi e mettere in mostra tutte le proprie caratteristiche estetiche. Il progetto di Flóra Borsi però non è unicamente basato su di una concezione di solo carattere estetico, forse bisognerebbe leggere un maggiore significato simbolico in questi scatti ed interpretare meno il lato realistico.
Si sa d’altronde che alcune persone sono tendenzialmente portate a credere di essere dotate di un indole animale, e allora perchè non interpretare questo lavoro proprio come una sorta di catalogo di corrispondenze uomo-animale. Non bisogna dimenticare, e la storia lo insegna, che molte sono le popolazioni che hanno sempre avuto uno stretto legame simbolico con il mondo animale tanto da giungere in alcuni casi ad idolatrare figure animali e figure umane al contempo.
Gli appassionati di animali invece potrebbero ritenere il lavoro di Flóra Borsi come la dimostrazione di quanto possa essere stretto il legame sentimentale che si può venire a creare tra un uomo ed un animale, fino a diventare quasi la stessa cosa come in questi scatti. L’attenzione che la fotografa ungherese mette nella realizzazione di questo portfolio è quasi maniacale, ma giustificata dato che è riuscita a proporre un lavori di valore pregiato.
Luci, esposizioni, dimensioni, colori sono i punti da tenere in considerazione in questi casi se si vuole ottenere un risultato impeccabile come quello della giovane fotografa ungherese, la quale negli ultimi tempi sta progressivamente accentuando il suo ruolo nella scena contemporanea del mondo dell’Arte. Dimostrazione di questo sono le sue esposizioni presso la Saatchi Gallery e il Museo del Louvre.
Vincenzo Morrone
Fonti: Focus.it