Quanto sia importante la lettura è ormai un dato di fatto. Ma scrivere? Non tutti lo fanno, anzi forse pochissimi. Certo, scrivere un messaggio in una qualsiasi chat di facebook è altra cosa rispetto a scrivere un racconto, una poesia, una canzone. E qui è al secondo contesto che ci si riferisce. Eppure quanto può essere importante? Quali benefici può arrecare? E quale funzione riveste la scrittura oggi?
Quando la scrittura diventa espressione di sé
Il concetto di “scrittura” è operante su diversi livelli. Da un livello più basso come la digitazione di un sms o di una simpatica mail, a un livello più alto che concerne la produzione di un romanzo, di una raccolta di poesie, ma anche uno studio, un saggio. Troppi si fermano al primo livello, pochissimi raggiungono l’ultimo. Da sempre, però, è esistita una via di mezzo che tutti possono intraprendere: scrivere per se stessi. Che starebbe a significare: scrivere il proprio diario. Nell’era digitale è una pratica apparentemente fuori moda. Apparentemente perché la si crede estinta ma in fondo è molto presente nella vita di tutti i giorni. Sarah Bakewell, autrice inglese di curiose e originali biografie, in “How to live, or A life of Montaigne in one question and twenty attempts at an answer” (tradotto in Italia in maniera molto semplicistica: Montaigne, L’arte di vivere)
scrive:
Il XXI secolo è pieno di persone piene di sé. Basta gettare una rete nell’oceano di blog, tweet, video, profili, pagine e podcast per tirare su in poco tempo migliaia di individui che considerano affascinante la loro personalità da volerla condividere col mondo intero. Parlano e straparlano di sé; scrivono diari, chattano e caricano foto di tutto ciò che fanno. (trad. di Thomas Fazi)
Le persone hanno abbandonato carta e penna e hanno iniziato a utilizzare la tastiera del computer per scrivere il proprio diario, non più segreto ma condiviso con la comunità degli internauti. Ed è una condivisione continua, fatta di piccoli messaggi come di lunghe confessioni. “Persone piene di sé” che credono che le proprie esperienze e le proprie opinioni siano meritevoli di essere lette e seguite.
Scrivere di se stessi per stare meglio
Pubblica o meno, la scrittura di se stessi, secondo alcuni studi scientifici, può riportare addirittura degli effetti benefici. Attraverso questa antica pratica, le persone possono migliorare disturbi legati all’umore, diminuire i consulti medici e aumentare la memoria. E le ricerche non finiscono qui.
Sono in corso altri studi per dimostrare l’influenza della scrittura sul carattere e sulla felicità individuale di una persona. In un articolo pubblicato sul New York Times e riportato su Repubblica, Tara Parker-Pope scrive:
Alcuni ricercatori credono che scrivendo, correggendo e rivedendo le proprie storie, si possa modificare la percezione di sé e individuare quali ostacoli si frappongono al raggiungimento di una salute migliore.(trad. di Anna Bissanti)
Tra il 1347 e il 1353, Francesco Petrarca scrive il Secretum, che sta a significare “Libro segreto”. Segreto come un diario. Lo scritto ha per protagonisti lo stesso Francesco e S. Agostino, che conversano e affrontano i mali dell’esistenza del poeta aretino con un ospite d’eccezione: la Verità. I personaggi sono trasposizioni letterarie di un unico individuo, Petrarca, che cerca, attraverso questa forma di auto-aiuto, di redimersi. La scrittura come tramite per salvare la propria anima. Per eliminare le paure. Per cambiare vita e intraprendere la strada della salvezza. Detto in termini più moderni e meno religiosi: per raggiungere la felicità individuale.
L’autore aretino non utilizza strani stratagemmi per farlo. L’opera è in latino, è scritta a suo modo e sì, spaventerebbe chiunque. Però possiede una caratteristica senza la quale non avrebbe senso: la sincerità.
Al Jonhson & Jonhson Human Performance Institute, struttura adibita allo scopo di agevolare la vita degli individui, i life coach chiedono ai clienti di trascrivere i propri obiettivi e di spiegare il motivo del perché non li hanno raggiunti. Una volta concluso questo primo passo, chiedono loro di riflettere su quanto scritto e riscrivere il tutto con maggiore sincerità. Scrivendo bugie non si fa altro che mentire a se stessi. E mentendo a se stessi, non affrontando i problemi di petto e prendendo scappatoie, non si raggiungono progressi. Si rimane fermi, inermi, incapaci di cambiare. Jack Groppel, cofondatore dell’Human Performance Institute, dice che
una volta che ti trovi davanti la verità su ciò che ti sta veramente a cuore scopri di avere l’occasione giusta per cambiare.
Attraverso la scrittura, ognuno dà forma ai propri pensieri. Paure, aspettative, semplici crucci vengono tradotti su carta. Tradotti perché vengono fatti passare attraverso un filtro e poi fissati su pagine bianche, di carta come di Word. La scrittura di se stessi, per se stessi, può essere rivestita di funzioni terapeutiche. Può aiutare. Flaubert ha scritto:
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. Leggete per vivere.
Perché, allora, non scrivere per vivere meglio?
Luciano De Santis
Fonti foto: Google Images.