Aeclanum è il Parco Archeologico che si trova presso il Passo di Mirabella Eclano (Av), lungo la via Appia (Regina viarum) la quale collegava Roma a Brindisi e che, andando verso Benevento, si intreccia con l’antico “Ponte rotto”. E’ un sito storico di grande importanza culturale, visitabile tutto l’anno. Esso offre uno scenario favoloso ed è stato anche luogo in cui si sono tenuti eventi come la via Crucis vivente ed esibizioni musicali di spessore.
Aeclanum: La Pompei ed Ercolano d’Irpinia
Rispetto alle grandi e famosissime città di Pompei ed Ercolano, Aeclanum ha avuto una riscoperta molto più lenta. Oggi ufficialmente riconosciuta come Parco Archeologico e patrimonio storico Nazionale protetto dal Mibac (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali), è attrazione e centro d’interesse della zona.
E’ tra le principali città dell’Hirpinia italica e romana, le cui vicende storiche sono testimoniate da numerosi fonti, tra cui iscrizioni ed epigrafi che fanno riferimento ad autorità e cittadini importanti dell’Aeclanum di allora. Basti pensare alle strade, alle opere pubbliche, agli spettacoli organizzati in onore della cittadinanza, ai culti ed altri uffici cittadini.
L’ “Antica città di Aeclanum”, come la volle definire Raimondo Guarini, è di certo il sito che presenta più marcatamente l’impronta archeologica di maggiore rilievo in Irpinia.
Posizionata nella media valle del Calore e dell’ Ufita, all’ epoca era uno snodo principale dell’attività commerciale che ebbe presso i Romani, appunto, un grande sviluppo economico.
Aeclanum: cenni storici
Aeclanum fu fondata dalla tribù sannita degli Irpini, intorno al III sec. a.C., come possiamo apprendere dallo storico Appiano.
Solo agli inizi del 1900, ci furono i primi scavi che portarono alla luce resti risalenti al periodo imperiale, tra cui: il macellum (mercato coperto), le terme dei nobili (calidarium, tepidarium, frigidarium), canali di scolo e una serie di abitazioni, insieme alla casa del vetraio e botteghe.
Nel 120 d.C. circa, l’imperatore Adriano riconosce alla città lo stato di colonia.
Forte è la presenza, nell’ ambito della costruzione, dell’opus reticulatum, tipica tecnica dell’edilizia romana.
Vi sono, poi, i resti di una Basilica paleocristiana di età tardo-antica, risalente all’ età di Giustiniano con pianta a croce greca e pavimento in mosaico.
Il cimitero era situato fuori dalle mura del centro e a testimonianza vi sono monumenti funerari e recinti. Inoltre, la necropolis che fu rinvenuta in località Madonna delle Grazie, tra Mirabella e Taurasi, è costituita da una serie di tombe a cui si accede attraverso un vestibolo circolare.
Aeclanum sarebbe stata abitata fino all’ VIII sec. d.C. .
Con l’arrivo dei Longobardi nel 570, ebbe inizio il suo declino, fino ad essere distrutta nel 662 da Costante II di Bisanzio.
Nel periodo medievale, fu rinominata “Quintodecimo” poiché Aeclanum distava quindici miglia da Benevento, ducato longobardo da cui dipendeva. Sul finire del XI sec., su di essa si formò un altro insediamento: “Aquaputida”, denominato così per la presenza di acque sulfuree.
Successivamente, anche questa città scomparve a causa di varie catastrofi e guerre civili e al suo posto nacque Miarbella, contea degli Sforza, poi degli Aragona, dei Guandazzo, Naccarelli, della Leonessa e degli Orsini di Gravina. Nel 1862, al nome di Mirabella si aggiunse “Eclano” e nel 1873 divenne città a tutti gli effetti.
Grazie agli scavi e agli studi di storici ed esperti, molta parte di Aeclanum è riemersa, divenendo Parco Archeologico, un vero e proprio museo a cielo aperto dove il passato si fonde con il presente e i due lassi temporali convivono rincorrendosi e fiancheggiandosi.
Aeclanum oggi
Dall’ antica Aeclanum sorse, dunque, Mirabella Eclano, borgo collinare nella provincia di Avellino, nota appunto per gli scavi, per la tradizionale festa del Carro che si svolge la terza domenica di settembre trasportando il tipico obelisco di paglia, e per i Misteri di Antonio Russo , ovvero sculture di cartapesta che rappresentano una sorta di “poema religioso” e riposte in un apposito museo.
Conta oggi circa 8000 abitanti e lo stemma che la rappresenta raffigura uno scudo azzurro cimato della corona con la Fenice che rinasce dalle sue ceneri e guarda il sole con fierezza. Essa simboleggia la capacità di risollevarsi e rialzarsi dalle tragedie, come guerre e terremoti, che l’hanno investita nel corso degli anni.
Questo stemma, nel 1991, fu ridefinito su proposta dell’ex sindaco del paese prof. Edmondo Pugliese, e fu introdotta la sigla di S.P.Q.AE. (Senatus Populusque Aeclanensis), riconoscendo e sottolineando così, ufficialmente, le origini del luogo.
Il commercio, insieme all’ artigianato e all’ agricoltura, è l’ attività preponderante del posto che, pur evolvendosi nel tempo, è rimasto fedele alla sua storia e memore delle sue vicende.
Pasqualina Giusto
Bibliografia:
Il Carro di Miarabella Eclano di Edmondo Pugliese, De Angelis editore.
Fonti multimediali:
https://www.youtube.com/watch?v=aZFrOrijaYk