A tutti è capitato di essere un po’ “sfigati” in adolescenza o di essere presi in giro per qualche difetto estetico e comportamentale; tuttavia è da un po’ di tempo che sui giornali o in TV si sente parlare di cyberbellismo. Questa è una tematica molto forte e complessa per cui per molti ragazzi rappresenta un vero tabù e che spesso conduce alla morte. Questo cyberbullismo cosa rappresenta? E’ collegato al bullismo?
Indice dell'articolo
Che cos’è il cyberbullismo?
Con questo termine si indicano quegli atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come social network, e-mail, chat, blog, forum, telefoni cellulari, siti e qualunque altra forma di comunicazione riconducibile al web. Anche se il cyberbullismo ha delle sfumature diverse rispetto al bullismo, resta una forma di persecuzione molto più pericolosa: i giovani “bulli” fanno circolare foto spiacevoli, mail denigratorie che contengono materiale offensivo e fanno molto male più di un pugno o un graffio. In Inghilterra più di 1 ragazzo su 4 di età compresa tra gli 11 e i 19 anni è vittima del cyberbullismo. Secondo alcune ricerche in Italia oltre il 24% degli adolescenti subisce minacce e molestie tramite blog e forum.
Confronto tra cyberbullismo e bullusmo
Rispetto alla forma tradizionale il cyberbullismo ha delle caratteristiche particolari, ecco le principali:
- Anonimato del “bullo”: in realtà colui che esercita cyberbullismo non resta nell’anonimato, in quanto ogni forma di comunicazione elettronica lascia delle tracce, ma per la vittima è difficile risalire al molestatore e reperirlo;
- Indebolimento delle remore morali: agendo sul web (quindi dietro uno schermo) il persecutore può assumere un’altra identità e dire o fare cose che non farebbe nella vita reale;
- Assenza di limiti spazio – tempo: mentre il bullismo tradizionale ha luoghi e tempi ben precisi (ad esempio la scuola, la palestra ecc.) il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico.
Tipi di cyberbullismo
Ecco tutte le diverse varianti del fenomeno:
- Flaming: messaggi on line violenti e volgari che mirano a scuotere battaglie verbali sui social e sui forum;
- Cyber – stalking: molestie e denigrazioni ripetute, persecutorie e minacciose che incutono timore;
- Molestie: spedizione di insulti per mortificare la vittima;
- Denigrazione: “sparlare” di qualcuno, danneggiandola sua reputazione per mezzo di e-mail e messaggistica istantanea;
- Sostituzione della propria personalità: consiste nel cambiare identità “mascherandosi” in un’altra persona (molto spesso inventata e irreale) che invia messaggi e pubblica post offensivi;
- Inganno: ottenere la fiducia della persona molestata e poi condividere sui social o con altri mezzi elettronici informazioni private;
- Esclusione: emarginare una persona dal gruppo on line e ferendola.
Comportamento del “cyberbullo”
Detto così sembra che il cyberbeullismo non sia niente di particolare, ma il clichè dei giovani nei confronti delle loro vittime è molto duro e crudele: il cyberbullo agisce in maniera aggressiva e violenta perché desidera avere visibilità, rendendo il suo atto pubblico sulla rete.
La maggior parte di questi soggetti desidera avere attenzioni e manifesta questo egocentrismo esercitando violenza sui suoi coetanei: con la metodologia file – sharing è sempre più facile che video, foto e contenuti di vario tipo vengano conosciuti da tutta la rete. Inoltre tutto ciò è è incrementato da siti nati per la pubblicazione di file e ha incrementato notevolmente il cyberbullismo. Un primo passo per attenuare il fenomeno sarebbe quello di inserire dei filtri da parte di questi siti per evitare la diffusione di video denigratori.
Il cyberbullismo è un reato?
In questi ultimi anni tale fenomeno si sta decisamente diffondendo tra i giovani, tanto che sono sempre più gli adolescenti che si tolgono la vita per porre fine alle continue persecuzioni psicologiche.
E lo Stato di fronte a questo scempio cosa fa? A partire dal Governo Letta è stato introdotto un decreto riguardo lo stalking e reati che avvengono attraverso strumenti telematici; tuttavia solo il Ministro della Pubblica Istruzione ha emesso una direttiva specifica contro il cyberbullismo e per disciplinare l’utilizzo delle risorse informatiche e tecnologiche in generale nelle scuole; in più in caso di violenza le conseguenze devono essere molto rigide: sanzioni disciplinari allontanamento dalla scuola. La Direttiva introduce anche il cosiddetto “patto di corresponsabilità”, incitando le scuole a creare insieme alle famiglie un canale diretto per conoscere questo fenomeno.
Insomma lo Stato ha promosso dei decreti, ma le vittime di cyberbullismo sono ancora tante: esso dovrebbe essere punito con leggi più severe e non dovrebbe essere un tabù, soprattutto per le vittime. Per questo motivo il 9 febbraio 2016 è stata istituita la Giornata Mondiale contro il Cyberbullismo, per informare e sensibilizzare genitori e figli riguardo ai rischi che si possono trovano in rete.
Roberta Miele
Webgrafia
http://www.cyberbullismo.com/
Bibliografia
N. Iannaccone – Stop al cyberbullismo: per un uso corretto e responsabile dei nuovi strumenti di comunicazione – La meridiana 2009;
A. Meluzzi – Bullismo e Cyberbullismo – Imprimatur editore;
G. Mura; D. Diamantini – Il Cyberbullismo – Guerini e Associati, 2012.