Partiamo subito con una considerazione fondamentale: andare ai concerti costa molto; e, ogni anno che passa, il costo dei biglietti per assistere alle performance live dei nostri artisti preferiti sembra lievitare sempre di più. Ma tuttavia, nonostante questo continuo e progressivo rincaro dei prezzi, i grandi eventi registrano sempre il sold out, e, quando i biglietti si esauriscono, emerge un problema che chiunque ami la musica del vivo conosce benissimo: il secondary ticketing. Per chi non conoscesse questa definizione del fenomeno di cui stiamo parlando, basti pensare alla moltitudine di siti che rivendono i biglietti dei concerti andati sold out a prezzi, ovviamente, maggiorati. Proprio in questi giorni sono, però, da registrare le dichiarazioni di Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts, con cui dichiara guerra ai bagarini del web.
Secondary ticketing: guerra ai bagarini del web
Il bagarinaggio è un fenomeno che esiste da tempi antichissimi, e che “accompagna” la musica dal vivo da quando i grandi eventi live sono sbarcati sul suolo italico, e sembra che, con l’avvento dell’era di internet, abbia trovato una nuova linfa. Chiunque sia andato ad almeno un concerto non avrà potuto fare a meno di notare quel nugolo più o meno vasto di persone che, a pochi passi dai botteghini ufficiali, vendono biglietti per l’evento in questione, a prezzi quasi raddoppiati; e duole constatare che, oggi come tanti anni fa, l’utenza che si rivolge a questi rivenditori abusivi c’è, ed è sempre disposta a spendere cifre folli.
Non comprate biglietti in rete da siti che noi non abbiamo comunicato, se lo fate alimentate le truffe e le speculazioni e non rivendete i biglietti che acquisterete perché non è un vostro diritto farlo, le condizioni contrattuali del biglietto di Ticketone art3/3 sono chiare “il titolo di ingresso non può essere ceduto dal Cliente a titolo oneroso ne può essere oggetto di intermediazione ”
Stessa cosa per gli altri circuiti che utilizziamo.
E’ illegale come lo è scaricare musica ,film e altro abusivamente anche se le leggi internazionali non tutelano allo stato attuale artisti,consumatori e promoter nella maniera adeguata.
Queste sono state le primissime dichiarazioni di Claudio Trotta che, tramite il suo profilo Facebook, ha letteralmente dichiarato guerra ai bagarini del web, in occasione del ritorno in Italia di Bruce Springsteen.
I concerti del Boss, si sa, rappresentano una delle occasioni più ghiotte per un bagarino: dal sold out praticamente certo, fino alla sicura presenza di fan disposti a spendere cifre alte per procurarsi un biglietto, anche a costo di ricorrere a canali non ufficiali.
Guerra ai bagarini del web: i fan sono le vittime
Nonostante le giuste e sacrosante parole di Trotta, che sottolinea i danni che un fenomeno oramai secolare e consolidato come il secondary ticketing causa al mondo della musica, occorre ricordare come le vere vittime di questa guerra ai bagarini siano i fan. Nel corso degli anni si è provato ad arginare il bagarinaggio in diverse modalità, dal numero massimo di biglietti acquistabili da una singola persona, all’aumento del costo dei tagliandi, fino al conservare una determinata quantità di biglietti, da mettere in vendita pochi giorni prima del concerto, oppure acquistabili tramite i fan club ufficiali. Tutti questi metodi hanno, però, una caratteristica in comune: l’acquisto diventa sempre più complesso, e, fondamentalmente, non risolve il problema.
Quello che veramente stupisce è che i primi che dovrebbero combattere questa guerra ai bagarini, ovvero le forze dell’ordine, spesso rimangono completamente indifferenti: le vendite avvengono spesso e volentieri nelle vicinanze non solo dei botteghini, ma anche delle volanti della polizia, che non sempre interviene per fermare quella che è, a tutti gli effetti, una speculazione.
Guerra ai bagarini: quale soluzione?
Occorre ricordare che quello del bagarinaggio è un problema che è stato fortemente ridimensionato all’estero, attraverso l’introduzione del biglietto nominale. Stampando sul tagliando il nome del possessore, che dovrà anche mostrare i documenti ai cancelli di ingresso, si impedirebbe qualsiasi rivendita clandestina, rendendo di fatto impossibile poter lucrare sui fan, che sono il vero cuore pulsante della musica dal vivo.
Questa soluzione sembra essere, tuttavia, vista come una forzatura dallo stesso Trotta: essere costretti a dare i proprio dati personali significherebbe, secondo l’organizzatore, “schedare le persone ancora di più di quanto già lo siano nella nostra società delle telecamere ovunque,dei dati personali usati come carne da macello,della reperibilità 24 ore su 24”. Non si può non essere d’accordo con queste parole: i controlli a cui è sottoposto il consumatore medio sono già molti, e l’imposizione del biglietto nominale potrebbe essere veramente l’ennesimo ostacolo su chi intende gustarsi la performance live del proprio artista preferito; ma sembrerebbe tuttavia essere la via più sicura per interrompere gli affari degli sciacalli della musica.
……il retro del biglietto emesso da Ticketone recita all’art. 7 )” il titolo di ingresso per legge o per richiesta…
Pubblicato da Claudio Trotta su Venerdì 5 febbraio 2016
Claudio Albero