La mente elabora, le mani creano, questo è proprio il caso di Jee Young Lee, artista sudcoreana che nel giro di pochissimo tempo si è affermata in tutto il mondo.
Lo spazio in cui lavora Jee Young Lee è a dir poco esiguo, uno studio piccolissimo grande quasi come la camera di un adolescente che diventa il luogo più fantasioso del momento tra le mani della giovane trentenne coreana.
Arte scenografica è la categoria entro la quale poter includere le sue creazioni, in realtà si tratta di scatti fotografici che però ritraggono l’artista sudcoreana in sfavillanti e coloratissime scenografie create molto pazientemente e solo tramite un lavoro manuale dalla stessa Jee Young Lee.
Ambientazioni luminescenti, surreali in alcuni casi anche a sfondo naturalistico, in alcuni casi la geometria si fonde con l’irreale o con l’immaginazione ed al centro di ciascuna di queste ambientazioni si colloca proprio la giovane Lee, fotografandosi sempre come parte integrante della scena ma non come elemento cardine, ciò lo sottolinea il suo sguardo rivolto sempre altrove. Si tratta quasi di un gioco una sfida che Jee Young Lee lancia all’osservatore chiedendogli di “trovare l’intruso” in quella scena così plasticamente perfetta, nella quale lei però si inserisce senza disturbare l’armonia narrativa.
Tradizione letteraria, racconti popolari, storie d’infanzia ma anche molto della Letterature occidentale sono i catalizzatori della sua creatività. Alcuni potrebbero erroneamente pensare che Jee Young Lee sia ancora strettamente legata ad un mondo fantastico ed infantile, in realtà queste scenografia sono una sorta di percorso evolutivo, a tappe, che l’artista cerca di condividere con il mondo interrogandosi anche su quanto le accade intorno, concentrandosi su tematiche ambientali e sociali.
Ma una lettura più attenta aiuta a comprendere che in realtà in fulcro che crea quell’oscillazione altalenante di interrogativi in chi osserva è la stessa Jee Young Lee la quale si interroga su quale sia il suo ruolo nel mondo, che personaggio lei interpreti sul palcoscenico della vita e come possa essere influenza da quello che le accade intorno ma anche come il suo comportamento possa influenzare chi le sta accanto.
Un dettaglio importante da sottolineare riguardo queste opere è che nessun tipo di intervento tecnologico viene apportato dalla Lee, la quale evita in ogni modo di utilizzare gli ultraconosciuti software fotografici in grado di dare effetti particolari.
“Stage of mind” è il titolo delle ultime creazioni di Jee Young Lee, in questa come in tutte le sue opere possiamo notare come il colore, lo spazio, la dimensione e la forma collaborino tutti insieme al fine di dare prima di tutto sensazioni variegate nell’osservatore, dalla confusione al divertimento ed in secondo luogo possono generare soprattutto curiosità nel voler leggere il messaggio che vi si cela dietro, diventando un po’ tutti lettori dell’anima della giovane artista.
Vincenzo Morrone
Fonti: Huffingtonpost, ArtVibes