Via Toledo è una delle strade principali di Napoli. Stendhal la definì “La via più popolosa e gaia dell’universo”. Essa è lunga oltre 1200 metri, parte da Piazza Trieste e Trento e termina a Piazza Dante, intersecando importanti piazze ed arterie cittadine. È la via degli amori, delle amicizie, dello shopping, delle chiacchierate, delle risate, del cibo, della musica. Scopriamone la storia.
Via Toledo ieri
Via Toledo è stata voluta dal viceré don Pedro de Toledo nel 1536 per collegare piazza Mercatello a piazza San Ferdinando. Nel 1870 il sindaco Paolo Emilio Imbriani fece mutare il nome in “Via Roma”, ma i napoletani ignorarono questa disposizione e continuarono a chiamarla “Via Toledo”.
Camillo Albanese racconta che la Napoli della prima metà dell’Ottocento era percorsa da stupende carrozze, vi erano dame nelle loro elegantissime toilette e gli ufficiali della guardia svizzera del re nelle pittoresche uniformi.
La via era disseminata di numerosi caffè: di fronte alla chiesa di San Ferdinando, ad esempio, all’altezza di vico Carmeniello, c’era “Il Caffè del Midi”, che prima si chiamava “Delle Due Sicilie”. “Il Caffè sotto a Buono”, invece, si trovava all’angolo con la salita Concezione a Monte Oliveto, proprio nel Palazzo dove nel 1614 vi era il Monte dei Poveri Vergognosi, una pia istituzione voluta da Giovanni Andrea de Curtis per assistere i poveri che si vergognavano di chiedere l’elemosina.
Invece, là dove c’è il Gambrinus e prima ancora il Gran Caffè, era ubicato un lussuoso negozio che vendeva giocattoli, specchi con cornici dorate, porcellane di Capodimonte, profumi francesi, oggetti londinesi. Di fronte al negozio di Savarese c’era la bottega di musica di Pietro Clausetti e all’angolo con via Sergente Maggiore si trovava la celebre tabaccheria di Giovanni Pasca, che vendeva pipe ai napoletani.
All’altezza di vico D’Afflitto, la pasticceria Pintauro (aperta nel 1819) sfornava a tutte le ore sfogliatelle ricce e frolle. Tra i consumatori abituali di sfogliatelle non mancava mai il cavalier Domenico Barbaia, un milanese trapiantato a Napoli che divenne “più napoletano dei napoletani”. Sotto il palazzo Cirella (oggi contrassegnato dal numero 228) Ravel nel 1823 aveva aperto una salumeria con prodotti raffinati. Tutta la nobiltà cittadina vi comprava il foje gras.
Accanto alla chiesa di San Ferdinando, Raffaele Rondinella vendeva libri figurati. Nel palazzo Berio, di fronte alla Galleria Umberto, Farjasse vestiva la nobiltà e la borghesia benestante, mentre per le acconciature ci pensava Monsieur Raison, il più famoso parrucchiere della città, che aveva il suo negozio nel palazzo Stigliano, all’angolo tra via Toledo e via della Conciliazione (oggi via Paolo Emilio Imbriani). A via Toledo, inoltre, si susseguivano tanti spettacoli, soprattutto “sfilate di moda” dell’epoca che vedevano dame in abiti da seta pesante dalle gonne amplissime, dal corsetto stretto, a punta sul grembo, talora scollato e ornato di collaretto di pizzo antico. Via Toledo diventava allora un teatro semp’apiert , ricco di colori e profumi.
Via Toledo oggi
Oggi via Toledo mantiene il suo fascino perché è possibile visitare la famosa Galleria Umberto I, che è uno dei centri del commercio napoletano più fiorenti ed è un luogo molto suggestivo, per gli ornamenti architettonici barocchi e anche per il simpatico “cerchio dei segni zodiacali”, dove ci si può divertire a cercare il proprio segno e a fare dei giochi “porta-fortuna”, come quello di saltare tre volta sul segno proprio o della persona amata ed esprimere un desiderio.
Via Toledo è piena di artisti di strada, con burattini e chitarra, che rendono l’atmosfera magica e romantica. La strada è per buona parte pedonalizzata, quindi può essere percorsa tranquillamente ammirandone i punti d’interesse. La passeggiata può cominciare dalla stazione Dante della linea 1 della Metro oppure, dall’altro capo della strada, dalla stazione Piazza Augusteo della funicolare Centrale.
Inoltre, ultimamente è stata ultimata stazione Toledo della linea 1 della Metropolitana, che ha ricevuto il premio della “international tunnelling association” nella categoria “innovative use of underground spaces”. L’impressione, che si ha, è quella di essere circondati dal mare per i colori blu e verde-acqua dominanti, e sembra di volare verso il cielo guardando verso il lucernario (la “Cupola di luce”, un’opera composta da 4.500 pannelli in vetro) presente sulle scale mobili, verso cui lo sguardo si perde ammirato.
Raffaela De Vivo
Bibliografia:
C. ALBANESE, Le curiosità di Napoli, Newton, Roma, 2007.
Sitografia:
http://www.napolitoday.it/cronaca/stazione-toledo-premio-international-tunnelling-association.html