L’acido folico o acido pteroil(mono) glutammico, è anche conosciuto come vitamina B9.
È una molecola la cui forma nei cibi è chiamata folato; questa è una miscela complessa di più molecole di glutammato.
Questi composti tendono ad essere resistenti all’idrolisi di enzimi nel tratto gastrointestinale. Tuttavia, un gruppo di enzimi zinco-dipendenti intracellulari, le coniugasi, sono in grado di eliminare i gruppi di glutammato prima dell’assorbimento intestinale, rompendo il legame γ-carbossilico. L’azione dell’enzima coniugasi è necessaria per ottenere l’acido folico, che è la forma normalmente assorbita dall’intestino; successivamente, l’acido folico viene ridotto ulteriormente nel fegato in 5MTHF (5-Metil-Tedra-Idro-folato) ed è questa la forma attiva della stessa vitamina, responsabile delle notevoli attività biologiche conosciute.
I cibi con più alto contenuto di folato sono il fegato, il lievito di birra, cereali, i vegetali a foglia larga (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga), ma anche frutta, latte e uova.
La vitamina B9, da un punto di vista chimico-strutturale è fatta dall’unione di tre molecole: 6-metilpterina, acido p-aminobenzoico ed acido glutammico.
Acido Folico e gravidanza
Durante la gravidanza, carenze di acido folico possono provocare problemi nella chiusura dei neuropori del tubo neurale, e portare, così, allo sviluppo di patologie come spina bifida e anencefalia. Non è infatti atipico aumentare le dosi di acido folico fino a 5 mg, e in caso di malassorbimento valutare la terapia in endovena, anche in associazione con altre vitamine del gruppo B.
L’assunzione di acido folico durante la gravidanza può infatti ridurre del 70% il rischio del nascituro di incorrere a difetti del tubo neurale. Gli esperti consigliano quindi di assumere 0,2 mg di folati al giorno, e, durante la gravidanza, di aumentarne l’assunzione fino a circa 0,4 mg.
Acido folico, umore, cuore e tumori
Alcuni studi hanno dimostrato che la vitamina B9 potrebbe favorire la prevenzione di disturbi cardiaci e depressione, grazie alla sua capacità di ridurre i livelli nel sangue di omocisteina, un aminoacido che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e che interferisce con la produzione di molecole come la serotonina e la dopamina che regolano l’umore, il sonno e l’appetito.
Questa vitama inoltre potrebbe ridurre il rischio di sviluppare un tumore al colon, allo stomaco, al pancreas e alla cervice uterina, grazie al ruolo ricoperto nel processo di sintesi delle molecole di DNA e RNA e nella prevenzione di mutazioni. Alcune ricerche, poi, hanno rilevato una correlazione tra bassi livelli di acido folico e l’aumento del rischio di cancro al seno nelle donne.
Christian Nardelli