Chi è il rinoceronte?
La famiglia dei rinoceronti, che conta al momento due specie africane ( il rinoceronte bianco, Ceratotherium simum,
ed il rinoceronte nero, Diceros bicornis ) e tre asiatiche ( il rinoceronte di Giava, Rhinocerus sondaicus, il rinoceronte indiano, Rhinoceros unicornis ed il rinoceronte di Sumatra, Dicerorhinus sumatrensis ) si trova in una situazione di estrema crisi da ormai molti anni. I dati salienti sulla decaduta di tali pachidermi risalgono agli inizi del XX secolo ( la smodata caccia al rinoceronte ha origini ben più lontane, tuttavia le questioni collegate alla salvaguardia delle specie animali in via di estinzione hanno cominciato a richiamare l’attenzione del grande pubblico solo dal ‘900, basti pensare che la fondazione del WWF risale al 1961 ) secondo cui la popolazione mondiale di rinoceronti, tenuto conto delle varie specie, ammontava a circa 500.000 esemplari. Tale numero era drasticamente ridotto già nel 1970 ( 70.000 esemplari ) a causa della folle caccia perpetuata per lo più da bracconieri cinesi, la cui medicina tradizionale sfrutta il corno di rinoceronte come un potente afrodisiaco ( chiaramente non esistono basi scientifiche di cui queste teorie possano avvalersi ).
Dall’Asia all’Africa una caccia senza sosta
Le prime a pagarne le conseguenze furono le specie asiatiche: Giava, Sumatra e la fascia compresa tra Pakistan-India-Birmania furono private di buona parte dei loro rinoceronti le cui carcasse, private dei corni, unica parte di valore dell’animale, venivano lasciate ad imputridire nei boschi e nelle praterie. Quando l’attenzione delle associazione per la difesa degli animali, nonché i governi stessi di questi paesi tentarono di porre un freno alla strage gli acquirenti cinesi spostarono la propria attenzione sulle popolazioni africane, più numerose e meno protette. Per quanto l’habitat dei rinoceronti africani sia più “ facile “ da tenere sotto controllo ( semplificando molto, i rinoceronti africani sono più comuni nei grandi spazi aperti, mentre quelli asiatici si sono evoluti per vivere nelle foreste ) le continue guerre civili che dilaniavano ed a tutt’oggi affliggono il paese rendono molto pericoloso spostarsi seguendo i rinoceronti. Dal 2008 ad oggi 5900 rinoceronti africani sono stati uccisi dai bracconieri ( per buona parte provenienti dal Mozambico, stato che solo dallo scorso anno, durante il quale sono stati sterminati 1338 rinoceronti, sta cominciando a prendere provvedimenti per tamponare il commercio illegale dei corni ) così suddivisi: 20400 rinoceronti bianchi; 5055 rinoceronti neri; 3345 rinoceronti indiani; 100 rinoceronti di Sumatra e soltanto 58 rinoceronti di Giava.
Tentativi di salvaguardia
I tentativi di riproduzione effettuati in zoo e bioparchi sono sin ora falliti, risultando anzi controproducenti, la maggior parte degli esemplari allevati in cattività dei quaranta individui originari di un gruppo di rinoceronti di
sumatra morì inspiegabilmente nel giro di pochi anni, ed il primo piccolo venne alla luce soltanto venti anni dopo l’inizio del progetto, rendendo lo stesso un buco nell’acqua; ben più efficaci potrebbero rivelarsi i metodi estremi che si stanno sfruttando recentemente in Sud Africa: rimuovere i corni ai rinoceronti ( senza i quali non rappresentano alcun valore agli occhi dei bracconieri ); fornire ogni gruppo o singolo esemplare di guardie armate che lo sorveglino notte e giorno e, sopratutto, rinforzare i controlli degli scambi commerciali con la Cina, obbiettivo chiaramente molto difficile da raggiungere, considerando la profonda radicazione del governo e delle imprese cinesi sul territorio Africano.
Tra le varie associazioni che si occupano della salvaguardia dei rinoceronti, oltre a WWF e IUCN, va evidenziata la International Rhino Foundation, che dal 1993 si occupa della tutela di questi magnifici animali, grazie anche alle donazioni private.
Ruggero Amato