Sacramento, la dinamica storico-salvifica

Il termine sacramento racchiude in sé una notevole complessità. La storia di questo concetto è saldamente intrecciata a numerose questioni storiche, teologiche, linguistiche e giuridiche.

Sacramento: un’antica gamma di sinonimi

Innanzitutto il sacramento è un’espressione della dinamica sacramentale e non può essere considerato di per sé. Questo termine ha subito lungo il corso della storia un graduale impoverimento concettuale che ha condotto ad una sua comprensione parziale ed ambigua. Il sacramento, specialmente nel periodo post tridentino, venne compreso isolatamente, al di fuori del contesto biblico-liturgico da cui scaturiva.
L’esito è stato quello di una sua graduale ed inesorabile reificazione. Sacramento divenne sinonimo di cosa, di oggetto, magari dalle proprietà sacrali o magiche, ma pur sempre visto come un oggetto a sé stante. Complice di questo riduzionismo è stata l’influenza del pensiero moderno incline all’oggettivismo che fece perdere di vista la ricchezza originaria del pensiero patristico dei primi secoli, quello cioè dei primi grandi teologi cristiani, i Padri della Chiesa.

Il pensiero della Chiesa dei primi secoli era estraneo all’esigenza e alla necessità di definire teologicamente secondo idee ‘chiare e distinte’ per usare una felice espressione cartesiana che si impose nella teologia scolastica come forma mentis già secoli prima del suo ideatore.
Nella teologia delle origini, ancora lontana dalla definizione tridentina di sacramento come ‘segno efficace della Grazia’, vigeva un’ampia gamma di termini che veicolavano la stessa idea di sacramento.

Mistero, anamnesi, simbolo, figura, segno, memoriale, memoria, tipo/antitipo, immagine, ripresentazione, sono alcuni dei termini che affiancavano il concetto di sacramento e che erano utilizzati per esprimere la stessa realtà.
Gradualmente si impose la necessità di una terminologia univoca che rispondesse all’esigenza scolastica di fornire una definizione chiara e distinta. Questo sviluppo storico favorì il termine sacramento su tutti gli altri.

Alcuni dei termini elencati sopra hanno assunto oggi una sfumatura più o meno esplicita di relatività od approssimazione che però in origine non avevano. Sarebbe scandaloso oggi affermare che sacramento è un sinonimo di simbolo, perché l’uno è stato utilizzato dalle definizioni dogmatiche mentre l’altro ha subito un progressivo impoverimento concettuale, ma agli inizi della teologia cristiana, essi erano termini equivalenti.

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Dal mistero al sacramento

Per comprendere correttamente la dinamica sacramentale è necessario allargare l’orizzonte alla sfera biblica-liturgica. Per sacramento si intende oggi sinteticamente, l’azione di Grazia che la Trinità opera nella Chiesa mediante dei segni concreti.
In altre parole, dire sacramento significa fare riferimento al disegno di salvezza che il Padre ha disposto nei confronti dell’umanità, attraverso l’azione dello Spirito del Signore Risorto, che agisce nei segni concreti della liturgia ecclesiale.

La definizione di sacramento è quindi complessa perché condensa in poche righe la teologia biblica e liturgica.

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Fedi nuziali, simbolo del Sacramento del Matrimonio. Interessante notare che nella tradizione cattolica sono gli sposi i ministri del sacramento del matrimonio, mentre il ministro è il prete nella tradizione ortodossa.

Sacramento è in ogni caso un termine che si impone gradualmente. Inizialmente l’azione di salvezza di Dio nei confronti dell’umanità veniva espressa mediante la varia gamma di termini esposti sopra.

Uno dei termini che ebbe più fortuna fu quello biblico di Mistero presente in Efesini 3,9. Mistero non nel senso illuministico di enigma da risolvere, ma nel senso descritto poco sopra, del piano di salvezza di Dio, che si compie in Cristo e nella Chiesa.

Il termine greco mysterion venne inizialmente traslitterato in latino come mysterium per poi essere gradualmente soppiantato dal termine sacramento. all’inizio era un termine povero concettualmente perché si limitava alla sfera giuridico-morale. Con tale termine, infatti, si intendeva o la cauzione, in denaro od in natura, che ognuna delle due parti in un processo elargiva al tempio, oppure il giuramento religioso che la recluta faceva agli dei agli inizi della vita militare.

Così Sacramento divenne il giuramento mediante cui il cristiano si impegnava ad essere fedele a Cristo, si era verificato il passaggio dalla lex romana alla lex Christi. Successivamente il termine si spogliò di questa iniziale e limitata accezione soggettiva, per andare a sostituire la realtà che indicava il termine biblico di mistero: la salvezza operata da Dio verso l’uomo, in Gesù Cristo, nella Chiesa.

Christian Sabbatini

Fonti

Immagine in evidenza: www.diocesitv.it

Immagini media: www.diocesitv.it,  parrocchia.mozzanica.com, www.elimpulso.com

Bibliografia

S. Rosso, Un popolo di sacerdoti. Introduzione alla liturgia, Elledici, Torino 2007, 341-346.

C. Giraudo, “In Unum Corpus”. Trattato mistagogico sull’eucaristia, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2007, 523s.