L’individuo e la cultura
Ritenendo, insieme con Max Weber, che l’uomo è un animale sospeso fra ragnatele di significati che egli stesso ha tessuto, credo che la cultura consista in queste ragnatele e che perciò la loro analisi non sia anzitutto una scienza sperimentale in cerca di leggi, ma una scienza interpretativa in cerca di significato.”
Geertz sosteneva che la cultura è la scienza a cui l’uomo attinge per interpretare quello che non percepisce, per dare un nome, una forma e un senso a quello che non conosce: sperimentare, attraverso l’interpretazione, la non-conoscenza del “tutto” che ci circonda, distinguendo l’uomo nel suo tratto più significativo, quello che lo rende individuo, ovvero, il pensiero, la conoscenza.
La cultura è la base del futuro, dicono. Eppure oggi il suo stesso concetto è stato denaturalizzato, denigrato e, il più delle volte, alterato per essere sottoposto a strumentalizzazioni in diversi settori. Etimologicamente, cultura deriva dal latino colere, da cui il nostro”coltivare”, ed infine il termine culto, che indica pratiche, conoscenze ed interpretazioni relative ad un fenomeno, un sapere e un’ars sapiendi settoriale e, quindi, d‘elitès.
Oltre ad indicare anche il bagaglio di conoscenze di un individuo o il sapere del genere umano in particolare, il termine cultura riguarda anche i rapporti che intercorrono tra individui, tra individuo e contesto sociale di appartenenza.
Giovani a Napoli per promuovere la cultura
Tra le diverse città italiane che si occupano di sensibilizzare le generazioni giovanili alla promozione e alla proliferazione della cultura, nel Sud, Napoli ricopre da diversi anni un ruolo di fondamentale importanza. L’obiettivo primario consiste in un incremento della cultura nelle scuole, nelle università, tra gruppi di giovani per restituire la dignità perduta all’importante ruolo che la conoscenza ha svolto da sempre. Numerose sono le iniziative riguardo questo interessante progetto: associazioni culturali, cooperative d’arte, gruppi di artisti e letterati cooperano nella città del Sole per combattere il disinteresse, per diradare le nuvole dell’ignoranza e invogliare alla cultura, come arma di distinzione sociale ed individuale.
Stimato è il numero di eventi, manifestazioni, meeting, reading e molte iniziative affini organizzate per la gestione sul territorio di attività inerenti allo sviluppo della formazione dell’individuo, all’integrazione dei più giovani nel progetto di globalizzazione della cultura.
Tra le iniziative proposte lo scorso mese interessante è il progetto organizzato da Storie di Napoli: giovani ragazzi, proponendo il loro modo di raccontare la città ai piedi del Vesuvio e promuovendo il libro pubblicato, sono stati invitati durante la settimana dello studente a partecipare a numerosi eventi culturali organizzati dalle scuole superiori e dai licei di Napoli. Durante i diversi meeting e convegni inevitabile e stimolante è stato il confronto con giovanissime menti, partecipative e sollecitate a collaborare per dare un contributo “culturale” alla città. I coordinatori di Storie di Napoli e di Spazio Cultura Italia hanno, dunque, ideato un concorso rivolto ai più giovani:
Spazio Cultura Italia e Storie di Napoli
invitano i ragazzi delle scuole superiori della Campania a partecipare al progetto
“Storie di Napoli nelle scuole”
Il progetto si pone l’obiettivo di stimolare la scoperta delle storie di Napoli, incentivare la ricerca e la produzione di storie, disegni e novelle come strumento di crescita, per valorizzare la memoria storica ed artistica della propria terra. La finalità principale del progetto è moltiplicare l’effetto “innamorati di Napoli” come strumento di pacifica convivenza.
La giovanissima Beatrice Morra, studentessa iscritta al Dipartimento degli studi Umanistici dell’Università di Napoli Federico II, amante della cultura in tutte le sue forme, dopo aver pubblicato nel 2012 il suo primo libro, “Dalle mie ceneri”, diventa web-contributor presso diverse testate giornalistiche e riviste culturali online, che si occupano di promuovere la cultura, l’arte, la letteratura.
La giovane autrice di Storie di Napoli, che rientra nel gruppo di organizzazione del progetto “Storie di Napoli nelle scuole”, in merito al concorso dichiara che:
“Da quando sono nel team di Storie di Napoli ho capito che bisogna sempre mettersi alla prova perché non sai mai cosa può venirne fuori. Noi abbiamo iniziato per passione e curiosità e siamo arrivati a pubblicare un libro, per esempio. Per cui partecipare a un concorso può essere utile e divertente per misurare sé stessi e raccontare il proprio amore per Napoli.”
Se la passione e la curiosità, dunque, possono portare a grandi risultati, con il talento e il giusto impegno, il sogno di promuovere la cultura a Napoli può davvero diventare realtà.
Cultura o civiltà, intesa nel suo più ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume o qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società.”
(Tylor – 1871)
Valentina Labattaglia
(Per partecipare al concorso di Storie di Napoli, clicca qui per il regolamento)