Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo. Devianza
Attualmente, numerosi sono i reati di cui il senso comune viene a conoscenza ogni giorno: dal bullismo ai furti e ai reati finanziari, fino a giungere alla malavita della criminalità organizzata. La frase sopra riportata è del sociologo francese Émile Durkheim in riferimento al concetto sociologico di devianza; esso, come si può dedurre da una prima interpretazione, non è unicamente definibile. Tuttavia, le analisi delle parole del sociologo possono offrire un quadro completo e dettagliato su cosa è deviante nella società contemporanea.
Il concetto di devianza: è semplice stabilirlo?
Per poter bene intendere il concetto di devianza si può metterlo in relazione a quello di conformità, intesa come l’adattamento individuale alla cultura del gruppo e della società. Parallelamente, la devianza non è altro che l’insieme dei comportamenti che si allontanano dalla normalità, da ciò che è socialmente accettato dai più in un determinato momento storico – caratterizzato sa una specifica cultura e da specifiche norme.
Quindi, è giusto sostenere il legame tra devianza e norma sociali? La risposta è certamente positiva dal momento che la devianza esiste solo se si trasgredisce una norma. Dal momento che esistono numerose società, dunque numerose leggi e usanze, il concetto di devianza non è assoluto: esistono tante forme di devianza quante sono le norme conosciute. Si parla allora di relatività in relazione all’atto deviante poiché non esiste un comportamento oggettivamente tale ma si modifica nei diversi contesti sociali, nei luoghi e nei tempi.
Un esempio attuale potrebbe essere quello dell’uso di sostanze stupefacenti: in paesi europei come l’Italia e la Francia l’uso di queste sostanze è proibito e sanzionato dalla legge; in altri paesi, ugualmente europei, quali l’Olanda, l’uso di droghe leggere rappresenta la normalità.
Le forme di devianza non differiscono solo in presenza di numerosi contesti sociali ma anche all’interno di un medesimo contesto: le norme, infatti, si differenziano, seguendo la teoria del sociologo Summer, in usanze, costumi e leggi. Nello specifico esistono i folkways, ovvero consuetudini tramandate oralmente, i mores, norme anch’esse orali ma con un forte spessore morale, e gli stateways, le norme giuridiche emanate dallo Stato in forma scritta. Quindi la devianza può andare dal semplice rifiuto di una tradizione a veri e propri atti criminali e ne consegue che non tutti gli atti devianti sono da considerare come criminali – al contrario, però, alle spalle di un atto criminale vi è sicuramente una carriera deviante.
Tante forme, tante teorie
Le relatività del concetto di devianza e l’insieme delle sue forme è dimostrata dalla presenza di numerose teorie sociologiche che hanno osservato il fenomeno da diversi punti di vista, talora anche discordanti.
Il criminologo Cesare Lombroso ha fornito, riguardo al comportamento deviante, una spiegazione dal punto di vista biologico: lo studioso sostiene che esiste una predisposizione naturale – come la forma del cranio – nel compiere atti devianti, per lo più criminali; il delinquente nasce, quindi, con delle caratteristiche fisiche che non consentono il suo adattamento nella società spingendolo a commettere atti devianti. Da questo punto di vista la devianza deriva dalla responsabilità individuale.
Altre teorie sono legate al mal funzionamento della società. È opportuno citare il concetto di anomia di Durkheim: con questo termine si intende la mancanza di adeguate norme sociali che regolano la vita collettiva provocando smarrimento e, di conseguenza, atti devianti. Sulla stessa scia, è indispensabile citare la teoria di Robert Merton secondo la quale, nella società esiste un divario tra gli scopi – o fini – proposti ai cittadini e i mezzi che essi realmente hanno per raggiungerli; in questo contesto, talvolta, si pone un comportamento deviante il quale rappresenta un tentativo per raggiungere gli stessi fini con mezzi diversi da quelli legali.
Le teorie dei sociologi appena esposte rispondono alla richiesta di spiegare l’origine della devianza; tuttavia com’è possibile limitare quegli atti estremamente devianti quali la criminalità, in particolare delle associazioni mafiose? Soltanto con un’adeguata educazione alla legalità. Essa non va realizzata semplicemente attraverso la trasmissione di contenuti ma anche con l’abitudine al vivere in legalità, sperimentando i valori più puri della democrazia. È necessario chiarire, però, che soltanto la devianza legata alla violazione di leggi ha una connotazione negativa; spesso deviare indica soltanto la presenza di un altro punto di vista, di un’altra cultura, di un altro stile di vita e, perché no, di una ricchezza in più.
Alessandra Del Prete
Fonti:
Per maggiori informazioni: A.Bagnasco, M.Barbagli, A.Cavalli,Elementi di Sociologia,Il Mulino, Bologna 2004
E.Clemente,R.Danieli, Sociologia, Pearson Italia, Milano 2012
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