“Questa storia parla di Pietro, un ragazzo di provincia, della provincia meridionale.
Pietro è nato femmina ai piedi del Vesuvio, parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo passionale, influenzato dal vulcano. Tutti quelli che nascono sotto un vulcano sono dediti all’amore, sanno offrirsi, come se la natura esplodesse di vita.” Emma Dante – Operetta burlesca
Emma Dante è in grado di sgretolare quegli stereotipi maschilisti su quanto e come sia difficile essere donna e fare un lavoro da uomini. Specialmente nello spettacolo. La regista palermitana si sta affermando sempre più prepotentemente nel panorama teatrale italiano, lasciando dietro sè notevoli tracce. Come Operetta Burlesca, spettacolo andato in scena al Teatro Bellini di Napoli dal 29 Marzo al 03 Aprile, storia di un delicato ed energico Pietro (Carmine Maringola), anima femminile intrappolata in un corpo da uomo.
“Pietro vive coi genitori, è figlio unico, il padre l’ha messo a lavorare in una pompa di benzina, s’innamora infelicemente un sacco di volte. L’ unica sua libertà è scappare di mercoledì a Napoli:[…] A dir la verità, le libertà che Pietro riesce a ritagliarsi sono due; perché a volte, di sera, si chiude nella sua cameretta, che è ancora quella di quand’era bambino, coi poster attaccati con lo scotch, si traveste da donna, si mette gli abiti che si è comprato in via Duomo, calza le décolleté tacco 12 e numero 42, sposta i mobili, allarga il suo spazio, impila il comodino sul letto, spinge nell’angolo l’armadio. E poi balla.”
Ancora una volta è il Sud il palcoscenico ideale; la Sicilia radicata, bigotta e sessista perde una faticosa gara contro una i Napoli libera e più che mai speranzosa, che lascia spazio all’amore, seppur amaro. Pietro, interpretato dal perfetto già citato Carmine Maringola, è un uomo onesto e l’evidente incomunicabilità con i genitori non gli ha proibito di essere sincero con l’unica persona veramente importante, sè stesso. La storia narrata da Pietro vive attraverso i corpi di Viola Carinci e Roberto Galbo, cui movimento ed anima si incrociano in una sincronia perfetta, inscenando la relazione tra l’alter-ego femminile di Pietro e il suo primo vero amore, Ciro, proprietario di un negozio di scarpe. La vicenda si alterna a dialoghi aspri, talvolta sordi, che il protagonista ha con i genitori siciliani, entrambi interpretati da un magnifico Francesco Guida, chiamato quindi ad interpretare ora l’ottusità, ora l’istinto protettivo.
“Pietro cresce ballando da solo. A 40 anni incontra il grande amore. Corrisposto. Ma resta lì paziente al paese, a casa dei genitori, e il sabato va a ballare a Napoli. Per due anni dura la storia, finché una sera Pietro conosce la verità e per salvare il suo amore prende una decisione difficile, in nome dell’amore si esalta, intravede un futuro, fa la valigia, maltratta la madre che non l’ha mai capito. Ma non ha un epilogo felice la sua storia. Finisce male. Pietro invecchia al paese, continua a lavorare alla pompa di benzina, la madre gli ha detto che gli amori vanno e vengono.”
L’animo dello spettacolo è passionale , burlesco, si gioca costantemente con la vastissima gamma di emozioni del protagonista,che si manifestano a loro volta nei costumi sfarzosi e nelle sensuali musiche. “Mi sentivo femmina”. E’ questo quello che Pietro dichiara quando, specularmente a Viola Carinci muove passi tutt’altro che aggraziati, quando cerca senza nessuna pretesa di essere solamente sè stesso. Ed è qui che esce fuori la bravura di Emma Dante. Quella capacità di rendere umano il diverso. Umanità espressa anche attraverso un nudo elegante, che mette alla prova il trio principale; un nudo che non guasta, mai volgare, ma che subentra al posto delle parole, comunicando amore, bellezza, paura, abbandono, corpi che mettono a nudo l’anima del protagonista.
«Ho scritto questa storia perché spero che sulle unioni omosessuali l’Italia colmi il ritardo con l’Europa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non vorrei tutto questo disincanto, Pietro non ci prova neanche a scappare, del resto a 40 anni è difficile, il suo passato sfuocata, il suo futuro si accorcia. Ho scritto questa storia perché ho conosciuto tanti Pietro. Ma non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla morsa delle loro camerette condominiali. Io vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro.
Questo spettacolo s’intitola Operetta Burlesca. È un varietà ma anche uno spogliarello dell’anima».
Operetta burlesca
di
Emma Dante
con
Viola Carinci
Roberto Galbo
Francesco Guida
Carmine Maringola
coreografie
Davide Celona
luci
Cristian Zucaro
testo, regia, scene e costumi
Emma Dante
produzione
Sud Costa Occidentale
Alessia Thomas