Shushàn o shoshàn/shoshannà è un termine dell’ebraico biblico che significa giglio. L’etimo di questo lemma è antichissimo ed ha attraversato i millenni. Shushàn è giunto fino a noi nella forma del nome proprio Susanna, celebre protagonista di una narrazione biblica a carattere favolistico scritta in greco e perciò esclusa dal canone ebraico della Bibbia, ma non da quello cristiano.
Shushàn dall’antico Egitto fino a noi
J. Feliks tentò di evitare un’etimologia esterna alla lingua ebraico biblico ipotizzando che Shushàn derivasse dall’ebraico šš e cioè 6, poiché i gigli sono muniti di 6 sepali. In realtà questa spiegazione è riduttiva, già nell’accadico, lingua semitica orientale cuneiforme attestata già nel 2500 a. C., troviamo šišnu o šišanu, che però sembrava indicasse una sorta di giunco.
Shushàn come giglio, deriva dall’antico egizio sšn, divenuto poi šošen in copto, souson in greco, šušanā in neo-siriaco, shushàn in ebraico e sausan/sūsan in arabo[1].
Naturalmente è impossibile pretendere una nomenclatura botanica rigorosa da dei vocaboli antichi, che spesso indicavano più specie vegetali simili fra loro. In ogni caso si può dire con sufficiente sicurezza che nella Bibbia shushàn indichi il giglio comune, quello noto come Lilium Candidum, anche se a volte si riferisce anche al Nymphaea Lotus.
Una problema filologico tutt’ora irrisolto è invece il significato di Shushàn quando compare nei titoli dei Salmi, le soluzioni sono molteplici e solamente l’ultima, la quarta ha poca credibilità.
1) Shushàn: come un’indicazione musicale del tono di esecuzione del salmo.
2) Shushàn: come fiori offerti nella liturgia del tempio
3) Shushàn: all’inizio del salmo nel titolo, indicherebbe che il salmo era originariamente una canto d’amore.
4) Shushàn: secondo l’ipotesi meno accreditata indicherebbe uno strumento musicale a 6 corde che il titolo del salmo prescriveva di utilizzare.
Christian Sabbatini
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Bibliografia
L. Koehler-W. Baumgartner, The Hebrew and Aramaic Lexicon of the Old Testament, Brill, Boston 2001, 1454s.
[1] Alterno la traslitterazione del suono Sh di sciame con la sh o con la š per motivi editoriali.