Con la regia della danese premio Oscar per il miglior film straniero (In un mondo migliore, 2011) Susanne Bier, The Night Manager, romanzo scritto da John Le Carré nel 1993, diventa uno spy thriller diviso in sei episodi ricco di ambientazioni mozzafiato e colpi di scena in onda ogni mercoledì (alle 22.10) su Sky Atlantic.
Il primo episodio di questa miniserie, è ben costruito, astuto ed elegante e riesce ad intrigare lo spettatore gentilmente, senza far esplodere palazzi o raccontare una storia inverosimile. Ed è proprio da un’analisi della trama che possiamo ben vedere come la serie sia solida in ogni suo punto; in questo primo episodio, infatti, conosciamo il protagonista, Jonathan Pine (Tom Hiddleston), direttore notturno di un prestigioso hotel nel cuore del Cairo dove è in corso la Primavera Araba, rivoluzione che portò alle dimissioni di Mubarak nel 2011.
Egli si prodiga nel dispensare rassicurazioni agli avventori dell’hotel, poco importa se una bomba è esplosa a poche miglia di distanza, Mr. Pine è sempre pronto ad offrire ogni confort possa tenere la clientela al riparo dall’inferno che imperversa nelle strade. La donna di Freddie Hamid, un malavitoso appartenente ad una famiglia molto potente, Sophie Alekan (Aure Atika) decide di affidare i suoi segreti a Jonathan e lo coinvolge in un gioco più grande del previsto. Lo mette a conoscenza di un traffico d’armi, dietro al quale c’è Richard Roper “l’uomo peggiore del mondo” (Hugh Laurie) e presto gli eventi prendono una piega inaspettata. Viene a galla il passato di Pine, ex militare che ha servito l’Inghilterra in Iraq, la cui facciata gentile e affabile nasconde la volontà di ferro di un combattente (apparentemente) irreprensibile.
La produzione (BBC, Ink Factory e AMC) non ha badato a spese. Il fittizio Hotel Nefertiti location della prima parte, si trova in realtà a Marrakech e porta il nome di Es Saadi, il quale ha ricevuto infinite richieste di prenotazioni dopo la messa in onda dello show. La seconda suggestiva location è in Svizzera, ai piedi del monte Cervino. La vicenda è stata attualizzata ai giorni d’oggi con l’autorizzazione dell’autore, e nonostante molti elementi differiscano, ne conserva la stessa intenzione.
I personaggi sono pochi ma incisivi e il gioco di potere si fa sempre più intrigante, l’unica pecca è la netta divisione tra un episodio e l’altro, questo fa parte dell’intenzione iniziale della regista ovvero dare alla serie il taglio di un film di sei ore piuttosto che proporre una manciata di episodi auto conclusivi. La sua firma si nota: Susanne Bier si sofferma tantissimo sugli sguardi e su quelli che sono i particolari, dalla natura dei paesaggi, alla luce, all’allestmento, non lascia niente al caso. Inoltre il modo in cui la storia è stata girata e montata aggiunge tantissimo pathos in più rispetto ai fatti narrati.
Una curiosità: questo è l’unico episodio in cui il protagonista svolge davvero l’attività di Night Manager, tuttavia è fondamentale, per capire quanto il personaggio cambi nel breve corso della mini serie. Per questa ragione Tom Hiddleston per prepararsi al ruolo ha davvero svolto l’attività del direttore d’albergo a Rosewood a Londra, per una notte. L’ha definita un’esperienza paragonabile al teatro dove il dietro le quinte è decisamente meno glamour del “palcoscenico” alla reception. Esperienza che gli ha permeso di calarsi alla perfezione nel ruolo di Pine, che nel romanzo viene definito come “un inglese che disponeva di un sorriso fin troppo cordiale per dire di no”.
In conclusione, The Night Manager è una serie che merita di essere vista non solo se siete amati del genere dello spionaggio o fan del sorriso beffardo di Laurie e degli addominali di Hiddleston, ma se come me siete amanti e divoratori di serie tv con un cast e una regia cinematografica eccezionale.
Silvia Di Maio