Nata nel 1956, a Folkstone (Inghilterra), ma da anni a Bruxelles dove vive e lavora, l’anglo-belga Ann Veronica Janssens è un’artista poliedrica. Fotografa, video-artista, scultrice e autrice di istallazioni ambientali, è nuovamente protagonista con una personale negli ambienti della Galleria Alfonso Artiaco a Napoli (le precedenti nel 2007, 2010 e 2012).
La materia, tra le sue mani, diviene elemento da esplorare nelle sue proprietà: lucentezza, trasparenza, leggerezza, fluidità, etc; lavorata con una precisione che non lascia margini d’errore, attraverso processi chimici e/o tecnologici, essa diviene medium rivelatore. Rifrazione, riflessione, equilibrio, ondulazione, prospettiva, sono i tanti fenomeni fisici che l’affascinano, ma ancor di più gli effetti che questi producono, che vengono messi in primo piano.
L’arte di Anna Veronica Janssens si confronta con le ragioni della scienza, una scienza della visione, della percezione. Ed è lei a dire che:
“Niente è più bello che la percezione di una persona”
La nostra percezione viene dunque sfidata e stimolata dalle sue opere, che tra le sale si osservano. Qui vetro, glitter e metallo, creano delle esperienze di instabilità visiva, di uno straniamento dalla realtà. Si prosegue con la consapevolezza di non trovare più al ritorno la stessa immagine osservata prima.
Le situazioni di abbacinamento e di rifrazione della luce, di saturazione del colore, di velocità con cui appare o scompare un’immagine, ci conducono ad una presa di coscienza sulla fragilità della nostra visione nonché delle nostre idee sulla materia, che vengono destabilizzate.
“Superando i limiti della percezione, rendendo visibile l’invisibile, queste esperienze agiscono come passaggi da una realtà all’altra”
Anna Veronica Janssens: fluidità della percezione
I glitter (rosa, blu, bianco) dispersi sul pavimento, sono come pozze di colore, miraggi nel deserto, che colpiti dai raggi luminosi emanano il loro festoso luccichio, esplodono in pulviscoli luminosi dalle diverse sfumature. Circumnavigandoli, muovendoci attorno ad essi, questi sembrano muoversi con noi, con il nostro corpo e il nostro sguardo. Il lavoro gestuale dell’artista che, raccoglie prima e getta poi, muovendosi perpendicolarmente al pavimento orizzontale (che si trasforma in un diverso piano di lavoro), fa quasi eco alla maniera dell’action painting, ma senza avere di essa quella concitazione e quella violente energia che la caratterizza.
Poetico incontro sono le altre opere in mostra, i delicati ‘pannelli’ verticali in vetro lavorato (Gaufrette), che appoggiati alle pareti, quasi “accantonati” come in attesa di sistemazione, grazie al filtro contenuto al loro interno, divengono mutevoli superfici policrome. Osservarli diviene quasi un’esperienza ipnotica, ammaliati dalla luce prodotta senza nemmeno rendercene conto, ci avviciniamo a poco a poco per svelarne il “segreto”.
Le sculture, come Steel Bar Crossing The Wall, barra d’acciaio che attraversa il muro divisorio trovandosi così a far parte di due sale contemporaneamente, o Gran Store Venetian, appesa alla parete, hanno come unica azione l’essere disperse in un dato spazio, infiltrate quasi di soppiatto, piuttosto che imposte ad esso, riflettono la volontà dell’artista di indagare la permeabilità dei contesti architettonici nonché una proposta di effimera interruzione dello spazio fisico che frammenta per un momento la nostra percezione del contesto.
Chiude infine questa ricognizione visiva, la pura essenzialità della Candy Sculpture, composta da sovrapposti blocchi colorati in vetro bollato; non più materia dispersa in questo caso, ma racchiusa, circoscritta nella perfetta forma cubica.
Anna Veronica Janssens tende a colpire i nostri sensi in un modo diretto, puro, secondo il suo minimalismo radicale. Le sue installazioni sono volte a creare un’esperienza unica, sulla variabilità e fugacità delle percezioni individuali, che possono essere verificate in nessun altro modo se non di persona. La nudità delle sue opere non ha bisogno di parole, perché si spiega nel momento stesso in cui le guardiamo, perché riguarda noi e la nostra esperienza nell’ambiente, e non c’è bisogno di preoccuparsi circa quello che deve si fare perché esso avviene naturalmente.
- Galleria Alfonso Artiaco
- Piazzetta Nilo n. 7, 80134
- +39 0814976072
- www.alfonsoartiaco.com
Marina Borrelli