Dayjob Studio sono un gruppo di quattro fumettisti che vivono in Veneto. Verso la fine del 2013 aprono una pagina Facebook e cominciano a pubblicare alcuni webcomic. Nel 2014 iniziano a collaborare con l’editore di videogiochi Devolver Digital e da allora producono insieme i fumetti di Hotline Miami 2, Gods Will Be Watching e Ronin. Nel 2015 invece l’editore francese Clair De Lune inizia a pubblicare la serie RosaViola, disegnata da Cinzia Di Felice. I ragazzi di Daijob Studio attualmente hanno autoprodotto alcuni volumi dei loro progetti in italiano, e da Settembre 2015 si possono trovare alle fiere a cui partecipano oppure nel loro store online.
I membri del Dayjob Studio sono Federico Chemello, Maurizio Furini, Riccardo Gamba e Alberto Massaggia.
I Dayjob Studio erano presenti al Napoli Comicon 2016 e abbiamo avuto modo di intervistarli.
Com’è nato Dayjob Studio?
Dayjob studio è nato inizialmente con io, Maurizio e Riccardo, poichè frequentavamo la stessa scuola di comics a Padova, corso di sceneggiatura, ci siamo conosciuti e pian piano abbiano iniziato a fare qualche collaborazione e Maurizio vedendo i nostri disegni ci ha coinvolti in alcune cose. Federico, era amico di Maurizio, scrivevano insieme e così abbiamo deciso di unirci e iniziare la nostra collaborazione. Da lì in poi abbiamo iniziato a specializzarci su un determinato tipo di fumetto, abbiamo iniziato a collaborare soprattutto con Devolver Digital, questa casa di produzione di videogiochi, o per meglio dire ” publisher ” di videogiochi americano, e da lì abbiamo iniziato ad auto produrre i nostri fumetti e iniziare il nostro percorso nelle fiere
Come siete riusciti ad ottenere una collaborazione con Devolver Digital?
Un po’ per caso, forse, perchè fondamentalmente è nato tutto dal fatto che io ero un grande fan di Hotline Miami e mi son messo in contatto con uno degli sviluppatori, ci ho fatto un po’ amicizia su internet, loro sono svedesi, ormai sono quasi due anni che ci sentiamo quasi tutte le settimane, però non ci siamo mai visti dal vivo, perchè non siamo mai riusciti a farlo succedere e, peraltro , cercavamo di far venire qui Danny ma era impegnato, quindi non si è fatto nulla. E niente, sostanzialmente dopo qualche mese che parlavamo è venuto fuori che noi facciamo fumetti, perchè io non glielo avevo neanche detto all’inizio, e leggendo la prima scena di I’m Spank è rimasto molto colpito e ci ha proposto di fare una storia per Hotline Miami, che all’inizio doveva essere giusto una cosina da poche pagine da condividere sui social, niente di che, e poi invece abbiamo realizzato questa storia, è piaciuta molto, l’hanno mostrata a Devolver Digital, in particolare a Nigel Lowrie, il capo di Devolver Digital, diciamo, e lui si è molto entusiasmato per quello che avevamo fatto e a lui è venuta l’idea di fare dei fumetti un po’ più lunghi e fare alcune storie per rappresentare meglio i personaggi del secondo gioco, e far uscire queste storie nelle settimane antecedenti all’uscita del gioco. Quindi siamo partiti e abbiamo fatto questo lavoro per Hotline Miami all’inizio e ci siam trovati molto bene, sono stati molto soddisfatti, anche in termini di visualizzazioni, commenti, persone che ne hanno parlato, risonanze in generale, e quindi ci hanno proposto di continuare su questa strada e fare altri fumetti affini per altri videogiochi.
Quindi questa collaborazione con Devolver Digital continuerà?
Si, adesso stiamo lavorando per Hotline Miami: Wildlife, e questo nasce come fumetto, è legato ovviamente all’universo di Hotline Miami, però, invece di essere legato in maniera stretta alla storyline di un videogioco, come per le cose che abbiamo fatto finora, è una storia ambientata nello stesso universo, con le stesse tematiche, diciamo atmosphere, però completamente autocontenuta, e in più stiamo facendo un altro fumetto, che faremo a breve ma non posso rivelarlo, però sì, continuerà questa collaborazione, continueremo a fare fumetti legati ai videogiochi in uscita di Devolver.
Com’è stato disegnare un fumetto con storia e personaggi già esistenti?
Per quanto mi riguarda, è stata un’esperienza un po’ diversa, perchè comunque ho dovuto, in parte, adattare il mio stile alla grafica del videogame e nel caso di Enter the Gungeon, il videogioco che ho disegnato, esistevano già delle concept art per la copertina del gioco a cui ho dovuto avvicinarmi, quindi ho dovuto un atitmo modificare ciò che faccio solitamente, però da un altro lato è più semplice, perchè hai molti riferimenti diretti sia sulle ambientazione che sul tipo di oggetto che devi mettere sugli sfondi, il tipo di arma, tutte cose già ben visibili nel gioco, anche se dipende dal tipo di gioco, ad esempio il pixel art presenta dei limiti nei dettagli che devi integrare successivamente con la tua fantasia. Quindi è stata un’esperienza nuova, diversa ma comunque appagante.
Quali sono le vostre influenze, quali autori vi sentite di ringraziare?
Siamo in quattro e che amano il fumetto a 360 gradi, le nostre letture spaziano dal manga al fumetto francese, e anche le nostre collaborazioni, perchè prima non l’avevamo detto ma noi stiamo pubblicando anche una miniserie per bambini in Francia, con un editore francese che è Clair de Lune e quindi le influenze sono tantissime, cerchiamo di assimilare storie e per quanto riguarda me e Federico in particolare, ma anche loro sceneggiano in qualche modo, quindi cerchiamo di assimilare storie, riportarle fuori con la nostra caratteristica, modificando e cercare di renderle nostre. Non potrei dire qui un’influenza in particolare, siamo dei lettori onnivori, leggiamo veramente di tutto, coome già detto, dal manga alle graphic novel più strane passando per il fumetto americano. Quindi mangiamo di tutto e poi buttiamo fuori quello che ci piacerebbe comprare a noi stessi in un certo senso, nasce questo questo miscuglio di stili, sia di scrittura che di disegno. C’è da dire, inoltre, sceneggiando in coppia, c’è una mescolanza dei nostri stili e quindi quando viene fuori una storia, non è una storia completamente mia, non è una storia completamente sua ma è una storia nostro, viene dalle sue influenze, dalle mie influenze e vengono storie un po’ particolari. Ad esempio in Leaderboard c’è un po’ di Urasawa, c’è un po’ di One Piece, tutto ciò che abbiamo letto compare nei fumetti, però in maniera originale.
Avete mai pensato di produrre o quantomeno creare un videogioco vostro?
Diciamo che ovviamente non è che possa dire niente perchè poi sembra che uno di bulli di cose che magari non succedono, però diciamo che cerco di lavorare su uno sfondo e mettere insieme i miei pezzi e ad un certo punto farlo. Chiariamo, non è che stiamo lavorando attivamente su qualcosa, stiamo cercando di creare contatti e le basi che possano permettere di creare una cosa del genere, ad esempio le persone che possano servire per creare una cosa simile etc… Io essendo appassionato di videogiochi ed essendo game designer, avrei già qualche idea su tre/quattro possibili giochi, perchè questa è un’altra delle mie passioni più grandi oltre alla scrittura, creare mondi e personaggi.
Questo è il vostro primo Napoli Comicon, com’è vi è sembrato?
Onestamente ci sembra molto bella come fiera e rispetto al Lucca Comics, che si tiene in città e si rischia quasi di essere dispersiva, intasare completamente una città, il Napoli Comicon invece si tiene in un luogo veramente bello, piacevole. Un’accoglienza bellissima e anche l’organizzazione, non abbiamo avuto nessun problema e non possiamo lamentarci. Promossa
Qui in basso vi riportiamo le immagini di alcune produzioni dei Dayjob Studio
Simone Capuano con la collaborazione di Carlo Carpio