Gaspare Balsamo innovatore del cunto siciliano
Questo maggio, presso uno spazio che la città di Napoli ha consacrato all’arte e alla cultura in tutte le sue sfaccettature, ovvero l’Asilo, meglio noto come ex-asilo Filangieri, sito in zona San Gregorio Armeno, è in un corso un evento chiamato “Festivalbal”, che prevede l’incontro di varie realtà tipiche del sud Italia, caratteristiche nei suoni, nei canti e nei balli, nei concertini e nelle pubbliche declamazioni. Perché quest’ultima forma d’arte antica non perda il proprio ruolo aggregante e il rispetto dovuto all’arte intesa come studio, impegno e sacrificio, rassegne come il Festivalbal vengono organizzate riscuotendo, almeno nell’interland napoletano, un certo successo. In questo contesto si ritaglia uno spazio tutto particolare Gaspare Balsamo, attore siciliano in costante movimento e di oculata preparazione, che offre la sera di venerdì 20 maggio 2016 una performance a dir poco innovativa nel suo legame alla tradizione. Infatti Gaspare è uno degli ultimi rappresentanti del tipico “cunto” siciliano, una forma di pubblica favela a metà fra la recitazione e la declamazione ritmata.
La difficoltà dell’esercizio di questa tecnica non sta solo nel fatto che è tanto antica e ormai poco praticata da essere ricercatissima anche nelle fonti, quanto nella precisione della cadenza ritmica scheletro del testo, curata secondo schemi precisi capaci di tenere desta l’attenzione del pubblico per un tempo interminato durante il quale si viene trascinati nella storia articolata nel più puro dialetto siciliano. E si, perché Gaspare scrive e recita, ovviamente, nella sua lingua madre. E non c’è da stupirsi che il pubblico napoletano riesca a seguire le vicende in quasi ogni dettaglio: il gesto sostiene la parola e le da vita, i cambi tonali caratterizzano e distinguono i diversi personaggi concentrati in un unico , bravo, interprete. Ogni parola vibra di energia, ogni gesto pulsa di sangue, permettendo allo spettatore di entrare nella vicenda e di visualizzarla come se assistesse ad un film. Il progetto di Gaspare non è destinato a breve vita: il filo rosso delle vicende prevede che il fantomatico eroe Don Chichiotte con il suo simpatico scudiero Sancho Panza attraversino la Sicilia in una riscrittura atemporale delle originali vicende seicentesche che li vedono incontrarsi e scontrarsi con personalità forti e caratteristiche originarie della bella Sicilia. Una sorta di serie fantasy riprodotta in teatro secondo una tecnica antica. Il primo episodio ha visto l’incontro con Colapesce, eroe delle leggende siciliane perso nella tradizione orale, tributata appunto, dei dovuti onori in questa circostanza. In dirittura finale Gaspare ci ha lasciato un piccolo spoiler sul prossimo incontro con Peppino Impastato, ma questa, “è un’altra storia”.
Letizia Laezza