Gli innamorati: Goldoni approda al Teatro Stabile di Napoli
Gli innamorati è una commedia scritta da Carlo Goldoni ben tre secoli fa, ispirata alle vicende di una coppia che egli aveva realmente conosciuto a Venezia, e forse proprio data la verità concreta dei protagonisti, resta di una contemporaneità sconcertante qualunque sia il periodo storico in cui la si ripropone. Non fa eccezione la versione rivisitata di Vitaliano Trevisan, diretta e portata in scena al teatro Mercadante da Andrèe Ruth Shammah. La scenografia, molto curata, è sufficiente già al primo sguardo a trascinare il pubblico in un’altra realtà, nello specifico, quella di una borghesia decadente e decaduta di un’ Italia un po’ datata, come è visibile dalla pareti consunte che fanno da sfondo. I personaggi, tutti vestiti di bianco candore, confermano la leggerezza dei propri ruoli, che non manca di mantenere una verità esistenziale la quale non esula nessuna coppia presente nel pubblico dal riconoscere durante le due ore di messa in scena almeno un gesto, un lamento, un accento già visto, sentito o vissuto.
La trama è semplice : una coppia di fidanzati non fa che litigare in preda ad isterie e gelosie, vissute con estrema enfasi date le componenti caratteriali dei suddetti Eugenia e Fulgenzio, interpretati in maniera convincente da Marina Rocco e Matteo De Blasio. Il contenuto potrebbe sembrare tanto comune da non rilevare troppa curiosità, ma il nodo cruciale voluto dalla penna di Goldoni sta nell’evidenziare, in una sorta di gioco ironico, le tante sfumature e debolezze dell’animo umano. Il tutto evita di precipitare nella noia di argomenti risaputi, conosciuti o di scarso interesse quali le scenate di gelosia di due innamorati, grazie all’attenta costruzione di personaggi particolari e irriverenti, ognuno idiomatico di qualcosa, nessuno lasciato al caso, e ciascuno con il suo personale e caratteristico bagaglio di simpatia, credibile perché vicino alla realtà, tanto da condurre lo spettatore ad assistere e a riconoscersi in quella fetta di vita. Inevitabile ritrovarsi a fare il tifo per quell’amore tanto vero quanto insulsamente combattuto dai due giovani, teneri e folli innamorati.
Carina l’idea drammaturgica di costruire la scena come fosse un’eterna prova, il che spiazza lo spettatore e lo disorienta, inizialmente, trascinandolo nel gioco subito dopo. Curati nei dettagli i costumi, come la già citata scenografia, da Gian Maurizio Fercioni. Al Mercadante un bell’omaggio al meritevole passato del teatro e a uno dei suoi più celebri innovatori.
Letizia Laezza
Gli innamorati di Carlo Goldoni- Teatro Stabile Napoli – Teatro Mercadante (Sito ufficiale)