Il 14 maggio è stata inaugurata, alla presenza del presidente della Repubblica, la mostra dello scultore franco-polacco Igor Mitoraj. Le 30 gigantesche statue sono dislocate fra le rovine della città, in particolar modo tra il tempio di Venere, la Basilica e il Foro.
Sotto la direzione artistica di Luca Pizzi dell’Atelier Mitoraj, sono state collocate le statue in diversi punti degli scavi: Dedalo è sulla terrazza del Tempio di Venere, Il Centurione nelle Terme Stabiane, il Centauro collocato su un basamento del Foro e l’Ikaro alato nel Foro Triangolare.
I giganti sono esseri che dominano lo spazio, incombono quasi come una presenza minacciosa, invadono lo spazio e sono sorveglianti e custodi. Quelli di Igor Mitoraj sono giganti che si risvegliano dalla distruzione, anche se sono pezzi contemporanei è come se fossero stati anch’essi plasmati dalla lava dell’eruzione e ora vigili dominano sulla città. I bronzi sono come dei colossi integrati nello spazio e le dimensioni imponenti sono quasi necessarie per distinguersi dagli scavi archeologici.
Igor Mitoraj: il percorso
Esporre per Pompei è stato l’ultimo dei sogni dello scultore franco-polacco Igor Mitoraj. Nato nel 1944, dopo aver studiato pittura alla scuola e all’accademia di Cracovia, si trasferisce a Parigi nel 1968 per proseguire i suoi studi. L’interesse per la scultura comincia a partire dagli anni Settanta e, dopo una sua personale presso la Galleria La Hune di Parigi, si dedica esclusivamente a questa disciplina. Realizza opere con differenti materiali per poi prediligere il marmo. Il suo rapporto con l’Italia comincia nel 1983, quando apre il suo studio a Pietrasanta. Espone in diversi luoghi dell’Italia e, poco prima di morire nel 2014, esprime un ultimo desiderio: portare le sue opere negli scavi archeologici di Pompei.
Il linguaggio di Igor Mitoraj è fortemente legato alla tradizione classica e alla realizzazione soprattutto di busti maschili. L’elemento moderno è rintracciabile nel fatto che queste opere sono ‘danneggiate’, come arti mancanti e volti sfigurati. Attraverso questa scelta l’artista imprime un marchio contemporaneo ad opere apparentemente legate alla tradizione: denuncia i danni che subiscono le opere antiche a causa del tempo e dell’uomo. Con questi colossi bronzei l’artista attesta il momento il cui il contemporaneo parla l’antico per trasmettere un linguaggio innovativo.
Pompei costituisce il palcoscenico del mondo antico, un qualcosa di unico ed irripetibile nella storia dell’uomo. Attesta la storia del mondo antico, della civiltà e dell’arte. Per un’artista esporre in questo luogo ‘mitologico’ significa connettersi con il mondo antico stesso e legittimare la sua opera nel mondo dell’arte.
“Le rovine sono un dono. La distruzione è la via per la trasformazione”
Igor Mitoraj realizza opere che richiamano al linguaggio antico, ma allo stesso tempo ne denuncia la distruzione, segnale di cambiamento e di sopravvivenza di una civiltà intramontabile.
Informazioni utili:
Scavi archeologici di Pompei
Angela Maselli