Alice attraverso lo specchio è il seguito del primo film diretto da Tim Burton, memore del successo di sei anni fa ecco una storia che vuole esserne il seguito e ci riesce molto bene. Alice torna nel paese delle meraviglie e lo fa per salvare il cappellaio matto da se stesso e dai suoi incubi, come andrà a finire?
A dirigire questo sequel c’è James Bobin, lo stile è differente e si sente ma il mondo di Alice non è cambiato, come non sono cambiati i suoi abitanti: Stregatto, Mirana, Bianconiglio, Pincopanco e Pancopinco sono ancora lì ma soprattutto c’è il Cappellaio Matto, ancora una volta interpretato magnificamente da Johnny Depp. Ed è proprio attorno al personaggio di Tarrant Altocappello, ossia il bizzarro cappellaio amico di Alice, che ruota il filo narrativo principale del film, ma andando per ordine: Alice dopo tre anni passati come capitano di vascello in mare ritorna a terra, e in un certo senso ritorna alla dura realtà dove per forza di cose è costretta a scegliere fra la barca del defunto padre e la sua casa dove viveva con la mamma, che fare?
La risposta arriva da un’inaspettata farfalla blu che guida Alice attraverso uno specchio, per l’appunto, che la porta nel magico e senza senso mondo delle meraviglie, qui rincontra i vecchi amici fra i quali colui che l’è stato più accanto ossia il Cappellaio Matto ma che non se la passa molto bene, a quanto pare crede che la sua famiglia sia ancora viva da qualche parte, è così? Alice parte alla ricerca del Tempo per scoprirlo, questo nuovo personaggio interpretato da Sacha Baron Cohen, vive in un oscuro castello apparentemente disabitato ma non mancheranno le sorprese per Alice. Qui scopre che l’unico modo per salvare o meno la famiglia del Cappellaio Matto è tornare indietro nel tempo e scoprire cosa è realmente successo il giorno orristraziante, ossia il momento della presunta morte dei parenti di Tarrant il cappellaio.
Il film di Bobin sta avendo un successo che era atteso e sostanzialmente non ha deluso le aspettative di buona parte del pubblico, soprattutto di chi ha cercato per qualche ora uno svago e un ritaglio d’evasione dalla quotidianità. Perplessità invece da parte della critica di settore, inevitabile il confronto col primo film diretto da Tim Burton dal quale però si differenza per diversi elementi quali lo stile scenografico, effetti speciali, e adattamento narrativo. Questa Alice è cresciuta, non è la bambina del viaggio psichedelico e colorato del mondo delle meraviglie e ora sta cominciando ad assaggiare il mondo nelle sue dure realtà.
Il viaggio è ora meno lisergico e più legato alla crescita di Alice verso l’età adulta e relative scelte di vita, anche per questo gli effetti speciali in realtà sono più curati e ricercati, causa i sei anni che distanziano un film dall’altro, ma meno frequenti. Discorso diverso invece vale per la fedeltà narrativa racconto/film in quanto l’opera originale di Carroll verte di più sul nonsense, giochi di parole e la personificazione del gioco degli scacchi; soprattutto quest’ultimo elemento è passato in secondo piano (in realtà è appena accennato nel film), a favore di una storia di formazione i cui punti focali sono la famiglia, il tempo e la crescita.
Alice attraverso lo specchio è un film che non ha deluso le aspettative e anzi sta riscuotendo successo ed incassi in tutto il mondo, e a parte un incidere narrativo a tratti prevedibile compensato in qualche modo con effetti speciali e viaggi temporali qui e lì per dare una scossa alla storia, è comunque un film che merita di essere vista almeno una volta, magari in famiglia poiché se c’è una morale che questo film vuole insegnare è l’importanza del nucleo familiare e che al di là di tutto bisogna tenercelo stretto, soprattutto se abbiamo la fortuna di avere accanto persone che tengono a noi e a cui vogliamo bene.
Vincenzo Marino