Manca ormai poco all’inaugurazione dell’opera d’arte che più ha fatto parlare di sé negli ultimi mesi. Stiamo parlando del progetto ‘The Floating Piers’ di Christo, artista indissolubilmente legato ad un altro nome, quello di Jean Claude. Christo Vladimirov Yavachev e Jeanne-Claude Denat de Guillebon (quest’ultima scomparsa nel 2009) curiosamente nati lo stesso giorno, il 13 giugno 1935, si conoscono nel 1958 a Parigi e danno vita dal 1961 a una collaborazione artistica e a un sodalizio sentimentale che li accompagnerà per tutta la vita.
Creatori di grandiose installazioni di Land Art, Christo e Jean Claude giocano a modificare il paesaggio, non senza però alimentare critiche, come nel caso, proprio in Italia, dell’imballaggio del monumento a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano nel 1970, o di quello della Porta Pinciana a Roma nel 1974.
Christo e il ponte sull’Iseo
Completamente autofinanziato dall’artista per 10 milioni di euro, il ponte dal 18 giugno a 3 luglio permetterà ai visitatori, in maniera completamente gratuita, di passeggiare letteralmente sulle acque, tra Sulzano e Monte Isola, lungo un percorso di 3 km, nelle giornate più lunghe e, si spera, soleggiate dell’anno.
I pontili della larghezza di 16 metri sono costituiti da moduli di 200 mila cubi in polietilene, collegati strettamente fra loro e ricoperti di una stoffa color oro per un totale di 70 mila metri quadrati.
L’artista, che nonostante la scomparsa della moglie continua a parlare al plurale, ha inoltre dichiarato che tutti i materiali, dopo lo smontaggio dell’opera, saranno riciclati.
A celebrare la lunga e straordinaria carriera di Christo ci ha pensato invece Germano Celant, curatore di una mostra al Museo di Santa Giulia dal titolo «Christo and Jeanne-Claude. Water Projects», 50 anni di carriera in coppia analizzati attraverso 150 studi, tra disegni e foto di 30 progetti. Attraverso l’applicazione Kolektio, inoltre, saranno gli stessi visitatori ad arricchire questo archivio, fotografando se stessi e il ponte durante le tre settimane.
Ma se Christo sostiene di non cercare simbologie nascoste all’interno delle sue opere, forse la sua arte e il suo passato da profugo in fuga dal regime comunista hanno influenzato il progetto, fantasioso quanto ardito, degli studenti del liceo artistico Manzù di Bergamo: «The Floating Bridge, un progetto per Lampedusa». Un ponte che collega Tripoli a Lampedusa, una passeggiata non solo suggestiva ma che rappresenta la salvezza e la speranza.
Insomma, i miracoli di Christo quest’estate sono numerosi: la passeggiata sulle acque, la moltiplicazione dei turisti, la diffusione delle buone idee.
Antonella Pisano